Il 2017 si avvia a conclusione ed è tempo di bilanci e recuperi, anche nel mondo letterario. Qui su Players vi segnaliamo i titoli che hanno fatto la differenza nel 2017 – raccontando il nostro presente e interpretando al meglio la contemporaneità. In attesa di scoprire se supereranno anche la prova del tempo. 

Il 2016 è stato un anno fortemente destabilizzante, che ha sancito un cambio di passo storico sui due lati dell’Atlantico: da una parte l’elezione di Trump, dall’altra una crisi politica senza precedenti nella già litigiosa Europa, coronata nel plateale azzardo della Brexit da parte del Regno Unito. La svolta c’è stata, sì, ma la direzione intrapresa e la meta sono tutt’altro che chiare. Non è invece oggetto di discussione il peso che gli attuali movimenti migratori dal sud al nord del mondo (ma non solo) abbiano avuto su due decisioni tanto storiche quanto impreviste, che hanno spiazzato il mondo politico e culturale tutto.

Anche se ci ostiniamo a chiamarla emergenza, è chiaro che la fase storica in cui ci si possa illudere che le migrazioni di massa siano un fenomeno transitorio è ormai conclusa. Con buona pace di quanti sperano di soluzioni facili, nette e radicali, i flussi migratori non si interromperanno a breve né si arresterà il fenomeno di “mescolanza” etnica, destinato generazione dopo generazione a diluire sempre più caratteri somatici considerati propri di un concetto costruito e politico come una nazione.

When we migrate, we murder from our lives those we leave behind.

Sotto questo versante la letteratura si è dimostrato inebetita e poco reattiva quanto il mondo politico, mancando del tutto di incarnare quel carattere di preveggenza – o semplicemente profonda comprensione – che spesso gli artisti dimostrano di avere, interpretando i tempi prima che giungano a naturale maturazione. Solo dopo che il corpo europeo è stato di nuovo percorso da barriere di filo spinato, polizie doganali e i movimenti estremisti hanno rialzato la testa è arrivato un romanzo che va oltre la fotografia e la denuncia della situazione attuale, tentando di immaginare il dopo.

Per farlo lo scrittore pakistano Mohsin Hamid ricorre nel suo Exit West a un espediente di matrice fantastica, un accelerante misterioso che permetta di arrivare velocemente al punto di rottura definitivo. La lentezza esasperante e transitoria dei barconi nel Mediterraneo – che favorisce l’immobilismo politico e l’illusione di una possibile scappatoia – viene soppiantata dall’apparizione in tutto il mondo di porte misteriose e oscure. Laddove c’era una semplice porta, senza apparente schema o logica di sorta, appare un portale che dà su un’altra parte del mondo. Per quanto si opponga da entrambi i lati strenua resistenza, gli attraversamenti da una parte all’altra del mondo – dal povero al ricco, da nord a sud, da est a ovest- diventano sempre più veloci e numerosi.

To love is to enter into the inevitability of one day not being able to protect what is most valuable to you.

Dapprima liquidate come diceria o mito, le porte diventano presto un’emergenza internazionale, fino a rompere i fragili equilibri politici di confini e nazioni. È a questo livello macroscopico che il romanzo di Mohsin Hamid rivela tutta la sua forza visionaria, perché quando gli altri svicolano lui invece si misura con la sfida più insidiosa: immaginare il futuro prossimo, quello pronto a contraddirti a breve.

Pur essendo fondato su un assunto che sconfina nel magico (tanto che solo un paio di fuggevoli righe accennano alle perplessità e ai tentativi di comprensione della comunità scientifica a riguardo), Exit West non è nemmeno un ibrido fantastico: a Hamid delle porte in quanto oggetto tecnologico, geografico o passaggio tangibile non importa davvero nulla e questo a ben vedere è una piccola sbavatura di un romanzo che sotto ogni altro punto di vista è perfetta sintesi di visionarietà e realismo. Lo scrittore le utilizza come espediente e accellerante per far crollare l’equilibrio presente e immaginare cosa ci possa essere dopo la detonazione. Le porte sono allegorie del presente che prendono forma e che accelerano a dismisura le immagini dei tg quotidiani, spingendoci a immaginare cosa ci sarà dopo, rendendo ancor più palese quanto questo presente sia l’ultima occasione per trasformare il tempo dell’incertezza in quello delle scelte ponderate, ragionate, predittive e proattive, persino umanitarie.

L’autore di Exit West però si muove in uno scenario da realismo magico in cui la rottura traumatica non è stata evitata. La soluzione di Mohsin Hamid ha la natura dei colpi di genio: sa prenderti alla sprovvista, ma a posteriori è così coerente e logica che ti sembra impossibile non averci pensato prima o immaginarne una diversa. Come sempre le tanto paventate differenze nazionali daranno soluzioni diverse al medesimo problema, con diversi gradi di violenza, dramma e integrazione.

Cambiamenti così epocali non potranno però arrestare la dimensione microscopica del romanzo, quella del rapporto d’amore e d’affetto tra due giovani, Nadia e Saeed. Cresciuti in una nazione avviata sulla pericolosa strada del fondamentalismo religioso, i due presto si troveranno costretti a varcare la porta, scoprendo che l’approdo in un luogo teoricamente più prospero e laico non coincide con la fine del viaggio o il raggiungimento dell’incolumità fisica.

She had the bizarre feeling of time bending all around her, as though she was from the past reading about the future, or from the future reading about the past.

A livello macroscopico Exit West dimostra l’acume di Mohsin Hamid nel guardare al futuro che troppo spesso ci piace immaginare nebuloso e ancora indefinito. Tuttavia a livello microscopico la storia personale dei due protagonisti e dei loro compagni di viaggio, inizialmente molto emozionale, si perde progressivamente in una visione talvolta non esente da un certo paternalismo autoriale, perdendo di spontaneità.

Exit West, quarto romanzo dell’autore e secondo a essere candidato al Man Booker Prize dopo Il Fondamentalista Riluttante, ha raccolto recensioni stellari e meritatamente. In un mondo tanto incerto e angosciante, ci ha rassicurato sul fatto che ci siano ancora romanzi in grado di trapassare le nebbie del presente in cerca di un futuro che percepiamo come incombente e minaccioso, mentre potrebbe rivelarsi semplicemente diverso.



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