I primi due paragrafi sono spoilerfree, dal terzo in poi troverete spoiler, segnalati, sia per il film che per il libro

Trasporre un testo come Annientamento di VanderMeer – il primo libro della Trilogia dell’Area X – è come rendere concreta e afferrabile la natura di un sogno tracciando confini là dove tutto è mutevole e sfuggente ma Garland, con la sua personale visione, è uscito vincitore da questa sfida realizzando un film che assomiglia ad Annientamento, ricorda molto da vicino Annientamento ma, pur rispettandone lo spirito e le premesse, è qualcosa di diverso. Esattamente come ciò che entra nell’Area X ne viene toccato e trasformato, così il materiale di partenza è entrato nel campo creativo di Garland subendone una mutazione e divenendo altro.

Annientamento rispetta lo spirito del libro, realizza una veste lisergica allo stupore inquieto che la controparte cartacea suscita nel lettore, ma è una libera interpretazione del testo al punto che potremmo avere oggi stesso un nuovo film tratto da Annientamento e trovarci comunque ad assistere a qualcosa di sensibilmente diverso. La forza di Annientamento di VanderMeer è anche in questo: sarebbe possibile avere tanti adattamenti quante le spedizioni che si sono succedute nell’Area X e, come per ogni spedizione ci si è trovati con resoconti affini nella sostanza ma diversi nello sviluppo, potremmo assistere a trasposizioni fedeli al materiale di origine ma personalissime nella visione, quindi diverse tra loro e nuove ogni volta.

Le scelte operate da Garland privilegiano specifici aspetti, accorpano alcune situazioni e ne inventa di nuove. Il film punta su un iniziale spirito di gruppo assente nel testo, ma soprattutto dà ampio risalto all’altro tema portante del romanzo (ne parlerò più avanti), oltre ovviamente all’occuparsi della missione principale che è il trasmettere l’inafferrabile e snervante mistero dell’Area X restituendo quel particolare senso di meraviglia attiguo all’idea del mostruoso. È comunque da tener presente che Garland ha lavorato alla sceneggiatura prima che uscissero i successivi due libri della trilogia e questo ha inevitabilmente influenzato il rimodellamento e il ripensamento del materiale, operazione che ha avuto il beneplacito di VanderMeer.

Il film è disponibile dal 12 marzo su Netflix sebbene il 23 febbraio sia stato distribuito nelle sale cinematografiche del Nord America e del Canada in attesa dell’uscita in Cina. Per il resto del mondo, lo scorso dicembre Paramount Pictures ha raggiunto l’accordo con Netflix.

Stando a David Ellison di Hollywood Reporter, il presidente della Skydance Productions dopo i primi test screening si è convinto che la pellicola fosse “troppo intellettuale” e quindi rischiosa da sottoporre al grande pubblico così com’era. Per questo motivo è stato chiesto a Garland di cambiare il finale, ma il regista – spalleggiato dal produttore Scott Rudin il cui contratto prevede il final-cut privilege ovvero l’ultima parola su come chiudere il film – si è opposto rifiutando di intervenire sul finale. Morale della favola, la Paramount, preoccupata della diserzione del pubblico, ha deciso di affidare a Netflix la distribuzione internazionale del film. Va detto che Annientamento era stato commissionato da Brad Grey, il precedente amministratore delegato della Paramount, messo alla porta dopo una fila di performance tra il deludente e il flop conclamato (Baywatch, Ghost in the Shell, Downsizing, Transformers 5, Monster Trucks, mother!) e che Gianopoulos, il nuovo amministratore delegato, ha ereditato Annientamento senza troppo entusiasmo e senza alcun coinvolgimento iniziale nel film che, costato 55 milioni di dollari, nelle sale americane ha guadagnato 23 milioni di dollari: poco, anche se a fronte di una campagna pubblicitaria al risparmio.

Attenzione: Da qui in poi major spoiler su libro e film, finale incluso.

Un meteorite si è abbattuto su un faro in un punto della Florida, da quel momento si è propagata un’anomalia racchiusa in una sorta di membrana – il Bagliore – il cui confine avanza inesorabilmente inglobando e modificando lo spazio circostante. La Southern Reach, l’agenzia che studia il fenomeno, ha inviato diverse spedizioni all’interno dell’Area X, ma nessun esploratore è mai tornato indietro eccezione fatta per Kane, il marito di Lena. L’uomo è in qualche modo diverso così Lena decide di unirsi alla successiva spedizione per capire la natura dell’esperienza vissuta da suo marito ed aiutarlo nel post trauma, ammesso che la persona tornata da lei possa ancora essere considerata l’uomo che ha sposato.

Se avete letto Annientamento a questo punto avrete già afferrato la prima divergenza dal testo: Garland dà un nome a tutti i personaggi là dove VanderMeer individuava i protagonisti attraverso la loro mansione sul campo (la biologa, la psicologa, l’antropologa ecc.). Questa scelta si accompagna all’aver sacrificato il punto di vista della biologa, l’io narrante del testo, perdendo di conseguenza quel contatto intimo e confidenziale che stabilisce con il lettore. Lo stesso personaggio della biologa, pur avendo molto in comune con la controparte cinematografica, è un universo a parte e questo si riflette, negativamente, sulla scelta di Garland di utilizzare l’infedeltà di Lena come innesco per la storia banalizzando sia il mondo interiore della biologa che quello di suo marito.

In Annientamento di VanderMeer la biologa è una donna introversa, riservata e decisa,  immersa nel silenzioso studio dell’universo cellulare, l’unica dimensione che la fa sentire emotivamente a casa. Il matrimonio tra lei e suo marito è segnato dal tentativo di lui di raggiungerla e toccarla, scuoterla in qualche modo, da qui la decisione estrema di offrirsi volontario per l’Area X. Quello che la biologa scoprirà di suo marito, attraverso la lettura del diario sul campo, è la tenera e struggente dedizione verso la donna che ama e, soprattutto, l’esistenza di una dimensione intima che la biologa ignorava: cercando di far capire a suo marito che lei era esattamente come appariva, senza una ulteriore profondità da sondare, la biologa aveva sempre mancato di vedere che, diversamente da lei, suo marito aveva una vita interiore.

Tutto questo nel film, seppur con un preciso senso narrativo, si è trasformato in una infedeltà dovuta a distanze geografiche e mancanza di comunicazione.

Le cinque donne che fanno parte della spedizione, una volta addentratesi nell’Area X, iniziano a sentire avvicinarsi dal di fuori, e poi avanzare dal di dentro, quella mutazione che vedono in atto in ogni singolo elemento dell’ecosistema impossibile che le circonda. Come spiega la fisica del gruppo, la membrana agisce come un prisma: ogni input, ogni informazione al suo interno, incluso il DNA, viene rifratto, scomposto e ricomposto per creare ibridi, mutazioni e nuove forme di vita a volte terrificanti, altre volte suggestive.

Annientamento è un film sulla trasformazione e sul mutamento, quindi, ma è interessante notare che la trasformazione dei personaggi non inizia all’interno dell’Area X, ma è già in atto da ben prima: ciascuno di loro è lì a causa di un trauma passato e quel trauma ne ha già determinato il cambiamento, la loro integrità di individui completi era già stata corrotta e compromessa, le persone che vediamo entrare nell’Area X sono già mutate nell’animo e nella psiche. “We are damaged goods” osserva infatti la geomorfologa, proseguendo nel dire che la morte di sua figlia ha determinato anche la scomparsa della persona che era.  Kane è entrato nell’Area X diverso dall’uomo di un tempo a causa del tradimento di Lena, Anya è sopravvissuta a sé stessa cercando nell’auto mutilazione un mezzo per affermarsi sulla morte. Lena aderisce alla missione per un amore ibridato con il senso di colpa e nel tentativo di ricomporre un matrimonio che, anche in questo caso, non era più quello di prima.

Almost none of us commit suicide. Almost all of us self destruct. These aren’t decisions, they’re impulses. Coded into us, programmed into each cell“.

La forte componente ecologista e l’aperta denuncia ambientalista di VanderMeer vengono messe sotto traccia da Garland che alla messa in scena del disastro su scala globale preferisce la distruzione che l’uomo infligge a sé stesso, una sorte impressa perfino nel nostro DNA e rifratta da ogni angolo dall’Area X.
Nel finale, quando Lena si trova ad affrontare il suo doppio, la replica smette di rispecchiare i suoi movimenti nel momento in cui dal contatto fisico con la biologa ne riceve tutto il carico emotivo votato all’autodistruzione: a quel punto non è solo la granata a essere detonata ma anche tutto il malessere autolesionista di Lena.

A tornare indietro non è il doppio della biologa, come accaduto per Kane, ma non è comunque la biologa conosciuta a inizio film: lo sappiamo dalla mutazione delle sue cellule osservata al microscopio ancora prima di vedere, nell’ultima inquadratura, il bagliore nei suoi occhi, e il tatuaggio sull’avambraccio.

Il tatuaggio, che appare (e scompare) anche sul braccio di altri membri della spedizione, è un uroboros, il serpente che si morde la coda e divora sé stesso: il simbolo raffigura il ciclo infinito di vita e distruzione (“stuck in a continuous mutation” dice la biologa osservando la flora). All’inizio del film, Lena informa la sua classe che nel corso del semestre avrebbero osservato cellule tumorali in vitro e parlato dell’autofagia. L’autofagia – dal greco “mangiare sé stessi” – è al centro dello studio valso al biologo giapponese Ohsumi il premio nobel per la medicina nel 2016 e, come viene spiegato qui, l’autofagia è un meccanismo per il quale “le cellule possono distruggere e riciclare parte del loro stesso materiale”.

Annientamento, per la sua resa visiva psichedelica, suggestiva e allarmante, avrebbe meritato il grande schermo e una campagna promozionale all’altezza della pellicola e del cast di primo livello, ma è anche un film che non si esaurisce in una sola visione e in quest’ottica averlo disponibile su Netflix è senz’altro il modo migliore per fruirne.

Annientamento, così come Autorità e Accettazione, è pubblicato in Italia da Einaudi Editore con la traduzione di Cristiana Mennella.

Note

– La casa di Lena (qui) è la stessa abitazione che la spedizione incontra all’interno della’Area X (qui)

– In un flashback Lena sta leggendoLa vita immortale di Henrietta Lacks:  alla signora Lacks, ricoverata a inizio anni ’50 per un tumore uterino, furono asportati senza il suo consenso dei tessuti le cui cellule continuano a rigenerarsi. Gli studi su queste cellule sono a tutt’oggi alla base di molte scoperte scientifiche.

– “The Shimmer” è un termine coniato da Garland in riferimento all’Area X



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Mara Ricci

Serie tv, Joss Whedon, Jane Austen, Sherlock Holmes, Carl Sagan, BBC: unite i puntini e avrete la mia bio. Autore e redattore per Serialmente, per tenermi in esercizio ho dedicato un blog a The Good Wife.

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