Nel primo volume di Kids with Guns, opera d’esordio da autore unico del torinese Capitan Artiglio, il talentuoso torinese poneva le basi per una solida ambientazione sincretica. L’opera proponeva un’interessante fusione di far west, fantascienza e preistoria che si ispirava a una serie di titoli – i romanzi del ciclo di Marte di Edgar Rice Burroughs; i Biker Mice from Mars di Rick Ungar coprodotti anche dalla Marvel; i fumetti weird e in particolare Xenozoic Tales di Mark Schultz, al quale si rifà Cadillac & Dinosaurs di Capcom (tra l’altro curioso notare come entrambe le opere non siano ancora state oggetto di operazioni-nostalgia); tanta musica, da Do you love me? (Part 2) di Nick Cave & The Bad Seeds, citata nelle prime pagine del primo volume, ai Gorillaz, che nell’album Demon Days del 2006 proponevano un brano omonimo e vicino all’opera – che andavano a costruire l’ambientazione della “Valle” e del pianeta alieno dove si svolge la vicenda, un’avventura ricca d’azione e fascino.

La vicenda riprende da dove si era fermata: ci viene svelato il destino di Dan e Duke, gli altri due fratelli di Dave. Questi sono entrati in possesso dei teschi di Moloch grazie al padre, Bill “La Morte”, capo della banda del Mucchio Selvaggio. Il secondo volume si concentra soprattutto sul secondo fratello, Duke, e sul ruolo che assume, anche svelando maggiori dettagli sul Mucchio Selvaggio, sui suoi temibili componenti e, soprattutto, su ambizioni e motivazioni che spingono il padre dei tre ad assumere il ruolo de “La Morte”. Questo mentre Dan e Dave passano in secondo piano, dove gli sviluppi del primo sembrano rinviati al terzo e ultimo volume della serie, mentre il secondo si presta ad approfondire il ruolo degli Xyantu, il popolo indigeno del pianeta – che propone un efficace design che coniuga nativi americani e pipistrelli. Contemporaneamente si compie il processo di formazione e crescita della quarta protagonista dell’opera, la Bambina Senza Nome.

La vicenda della famiglia Doolin richiama, per coralità, eterogeneità di personaggi e complessità delle vicende, opere più complesse e blasonate: in particolare Saga di Brian K. Vaughan e Fiona Staples, anch’esso edito da Bao Publishing. Capitan Artiglio, però, comprende anche come sia impossibile – per un autore unico ancora in crescita – replicare la complessità e l’indagine delle relazioni antropologico-sociali che l’opera statunitense costruisce in più di nove volumi. Perciò, come già accadeva nel primo volume, anche in Kids with Guns 2: Tribe l’introspezione cede il passo all’azione. Un passaggio di consegne che avviene in maniera elegante e sfruttando con attenzione il percorso di formazione della Bambina Senza Nome che, non a caso, diviene parte del processo di costruzione di una nuova banda composta da teenager – i figli e le figlie con le pistole che danno il titolo all’opera.

In quanto volume “di mezzo” di una trilogia, Kids with Guns 2: Tribe non ha una reale conclusione: le ultime pagine presentano quei pezzi del puzzle che troveranno un senso compiuto nel successivo, e conclusivo, terzo volume. Al contempo, l’ultima decina di pagine del volume è dedicata a una gallery di illustrazioni di Capitan Artiglio che, per fascino e per evocazione, continua a spingermi a pensare che l’ambientazione di Kids with Guns possa avere un respiro più ampio e adattarsi a un insieme di storie e avventure che trascendono la singola trilogia.

Forse è solo una mia impressione, dovuta all’interpretazione che la fantasia di un coetaneo dà dell’avventura. Un genere che, nel fumetto italiano, necessiterebbe di uno scontro generazionale che ne svecchi gli stilemi e gli dia nuove energie.


Kids with Guns 2: Tribe, di Capitan Artiglio
Bao Publishing, (Milano, 2018)



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Dario Oropallo

Ho cominciato a leggere da bambino e, da allora, non ho mai smesso.

Anzi, sono diventato un appassionato anche di fumetti, videogiochi e cinema: tra i miei autori preferiti citerei M. Foucault, I. Calvino, S. Spielberg, T. Browning, Gipi, G. Delisle, M. Fior e S. Zizek.

Vivo a Napoli, studio filosofia e adoro scrivere. Inseguo il mio sogno: scrivere.

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