Sergio Bonelli editore affida al duo creativo Giovanni Masi e Mauro Uzzeo, due dei migliori autori che l’editore milanese ha saputo valorizzare negli anni, la realizzazione de Il Confine, una nuova mini-serie presentata in anteprima a Lucca 2019. Una pratica che la gestione contemporanea di Davide Bonelli e Michele Masiero sembra aver ripreso, cercando di differenziare le uscite e tentando esperimenti di ogni genere – con esiti forse altalenanti, ma sfornando comunque alcune perle da edicola come il compianto Mercurio Loi. Alle matite, per questo primo numero, Giuseppe Palumbo: un autore che da tempo non vedevamo all’opera per Bonelli. Anche se ho avuto modo di leggerne una versione digitale, il volume appare estremamente curato e ricco: oltre all’attenzione editoriale, il primo numero è accompagnato da una ricca post-fazione che presenta il punto di vista e le riflessioni dei due sceneggiatori e del disegnatore.
Il primo episodio de Il confine è penalizzato dall’ingrato compito di dover introdurre la serie. Lo fa con cura e dovizia di particolari, mostrando un approccio squisitamente contemporaneo che avvicina i tempi narrativi a una serie televisiva e appare incoraggiante. In poche pagine ci viene descritto il caso di partenza dell’intera vicenda, la scomparsa di uno scuolabus al confine alpino tra Francia e Italia; vengono introdotti i protagonisti della serie Laura Denti, un’agente dell’Interpol specializzata nel ritrovare persone scomparse, e Antoine Jacob, massimo conoscitore della zona e misantropo; si creano dei ponti con l’attualità, dedicando le prime pagine del volume a presentare il tentativo di un gruppo di immigrati di valicare il sopracitato confine, e con degli aspetti occulti e paranormali, come simboli rupestri, anacronismi e altri indizi fino a strane figure, contraddistinte da un’aureola rossa attorno alla testa. Gli autori raccontano la loro ambizione di trovare, con Il confine, «la coralità bizzarra e post-moderna di Twin Peaks, la stratificazione labirintica di Lost, l’inquietudine visionaria della letteratura lovecraftiana». Riferimenti difficili da far convivere che, però e almeno per questo primo volume, trovano un riscontro solo parziale nell’opera: l’aspetto metafisico è solo accennato e, per gusti personali, ammetto di sperare che non prenda il sopravvento.
La scelta di affidare a Giuseppe Palumbo i disegni si rivela vincente: l’autore lucano opta per un tratto netto e realistico, che coglie e coniuga efficacemente la banale solitudine dei vari personaggi – memorabile, da questo punto di vista, il battibecco tra i due ispettori e cugini Augusto e Auguste: una discussione basata su argomentazioni scioviniste in merito all’imbecille contrapposizione tra italiani e francesi – e una natura rigogliosa e, al contempo, indifferente. Un risultato sorprendente se si considera che lo stesso disegnatore, nella postfazione, ammette che avrebbe desiderato più pagine: lo scopo è rompere la rigida gabbia narrativa proposta da Masi e Uzzeo, aggiungendo quello che è definito come un tocco “poetico” – probabilmente si riferisce al momento in cui Laura, rientrata a casa, si spoglia e si rilassa per pochi istanti sotto la doccia. Un altro aspetto vincente del lavoro di Palumbo è il modo in cui gioca con la gabbia fumettistica: le vignette, sebbene presenti, si piegano sia alla necessità della sceneggiatura che alla volontà dell’autore, che dimostra rari gusto ed eleganza. Ritengo che la marca d’autore di Palumbo calzi alla perfezione alla forma che Masi e Uzzeo hanno dato alla loro opera e spero di poterlo nuovamente vedere all’opera nel corso della serie. Menzione d’onore per la copertina di LRNZ.
È difficile dire cosa aspettarsi da Il confine. Le sensazioni che ho provato leggendo questo primo volume sono positive, ma solo quando avremo un quadro completo del progetto e della sua transmedialità (a lucca si è scoperto che Il Confine diverrà anche un gioco di ruolo, NdR) potremo davvero comprenderne le potenzialità, le debolezze, i punti di forza. Se dovessi riferirmi solo ed esclusivamente al suo aspetto fumettistico, direi che l’opera potrebbe essere un interessante punto d’incontro tra le ispirazioni dei suoi sceneggiatori, il fumetto popolare Bonelli e il thriller con risvolti paranormali – un lusso sarebbe poterlo comparare a opere nipponiche, come i manga di Atsushi Kaneko. Incrociamo le dita.
Il confine E01. La neve rossa
sceneggiatura di G. Masi e M. Uzzeo
disegni di G. Palumbo
colori di A. Matera
edito da Sergio Bonelli editore (Milano, 2019)
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