the mandalorian

Essere il protagonista di una serie non sempre è garanzia di affermarsi come star assoluta dello spettacolo. Spesso è un villain particolarmente carismatico, sfaccettato e affascinante a a rubare la scena. Altre volte si tratta di un personaggio graziato da un arco narrativo particolarmente ben strutturato, meglio se combinato con un’interpretazione magnetica, ed ecco che anche in questo caso ci ritroviamo con una ballerina di fila che diventa l’etoile dello spettacolo, quantomeno nel favore del pubblico.

Abbiamo scelto otto serie a dimostrazione.


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The Child (aka Baby Yoda), The Mandalorian

Diciamo di volere personaggi complessi, profondi, che evadano dal manicheismo buoni/cattivi, che facciano riflettere e discutere mettendo alla prova il nostro sistema etico e morale. Vogliamo personaggi che stimolino la pubblicazione di saggi, che sfidino la temperie culturale del momento ridefinendo un’epoca. Poi arriva Disney Plus e smaschera il nostro bluff: quello che volevamo, in realtà, era un esserino super puccioso, con gli occhioni grandi, il musetto buffo e le orecchione da tenero peluche. La serie si chiamerà anche The Mandalorian, senz’altro siamo affezionati a Pedro Pascal (vedi qualche paragrafo più giù), e l’universo di Star Wars è una sirena al cui richiamo è difficile resistere, ma non prendiamoci in giro: qui siamo tutti sciolti come burro fuso per l’esserino comunemente noto come Groku Baby Yoda, e passeremmo ore a vederlo non fare praticamente nulla se non stare nella culla e sgranare gli occhioni, con buona pace dello storytelling.


Boyd Crowder, Justified

Walton Goggins era stato scritturato per comparire solo nel pilot della serie, ma l’alchimia tra lui e Timothy Olyphant si è rivelata troppo preziosa per rinunciarci. Il personaggio di Boyd è stato dunque salvato da quella che sembrava morte certa e, stagione dopo stagione, diventa la nemesi di Rylan, l’amico-nemico che lo conosce meglio di chiunque altro, un outlaw da romanzo di frontiera. Boyd è l’uomo di pensiero e avido lettore là dove Rylan è l’uomo d’azione con la pistola. A fine corsa, Boyd è di fatto il coprotagonista della serie riuscendo a spostare il tifo verso di lui in più di un’occasione. Non male per un personaggio partito come un volgare e violento suprematista bianco.


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Kim Wexler, Better Call Saul

Vincent Gilligan ha compiuto un lavoro eccezionale nello scrivere Jimmy McGill, un personaggio che in mani meno capaci sarebbe scaduto nel macchiettistico. In questo caso abbiamo un protagonista che, pur mostrando il talento per aggirare, piegare e approfittare della legge, sfoggia uno spessore drammatico interessante e complesso. Ma la serie decolla davvero grazie a per Kim Wexler, un’avvocata tenace e brillante, una donna autosufficiente, caparbia e piena di risorse.

Kim è l’unica persona che non solo riesce a creare un legame profondo con Jimmy, ma che alle proprie condizioni ne diventa una perfetta partner in crime, sia in senso letterale che figurato. L’evoluzione di Jimmy, per quanto interessante, alla fine risulta meno  sorprendente di quella di Kim. Il fatto che Rhea Seehorn venga puntualmente snobbata agli emmy è uno di quegli eventi a cui la scienza ancora non sa fornire una spiegazione.


Capitano Pike, Star Trek Discovery stagione 2

Il capitano Pike è diventato istantaneamente un fan favorite della serie. Con appena 14 episodi, è riuscito a consolidarsi come uno dei personaggi attualmente più amati del franchise. Gran parte del merito va ad Anson Mount che ha dato volto, calore umano e trasmesso empatia a un capitano in grado di incarnare efficacemente tutti i valori che animano e contraddistinguono l’universo di Star Trek: coraggio, compassione, uguaglianza tra le genti, amore per la scoperta. A completare l’iconografia del personaggio, il Capitano Pike ha già anche la sua personale catchphrase: “Hit it“. Non sorprende dunque che CBS abbia già ufficializzato uno spin-off dedicato all’Enterprise negli anni in cui è stata comandata da Pike assistito da un giovane Mr Spock.


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Root/Shaw Person of Interest

La coppia centrale della serie è formata da John Reese e Mr Finch ma, quella che sembrava una presenza messa a funzionare da mina vagante, è diventata una presenza fissa. Mi riferisco ovviamente a Root (Amy Acker), che ha dato il suo meglio in relazione all’altra new entry della serie, e la cecchina Shaw (Sarah Sahani). Le due letali, antitetiche e bellicose signore hanno formato un duo magnetico e imprevedibile, con il merito accessorio di aver rinfrescato l’altrimenti stantio will they/won’t they.


Oberyn Martell, Game of Thrones

[Attenzione: SPOILER]

La serie ci ha svezzati subito all’uso e costume di far fuori chiunque, non importa se protagonista o personaggio secondario: qui si muore tanto e male. Con queste premesse saremmo dovuti essere pronti, se non addirittura anestetizzati, alla morte di Oberyn eppure l’urlo del mai una gioia è salito al cielo forte e chiaro con annessi improperi a Martin. E pensare che non stiamo parlando nemmeno di un personaggio del cast del cast originario. Il fatto è che Pedro Pascal con il suo Oberyn ci ha conquistati in poche scene e, nonostante avremmo dovuto prepararci al peggio, chi non ha letto i libri ha davvero sperato contro ogni speranza che uscisse vittorioso e vivo dalla scontro con la Montagna.


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Barney Stinson, How I Met Your Mother

Teoricamente il protagonista della serie dovrebbe essere Ted Mosby (Josh Radnor) visto che i figli tediati dai racconti sono i suoi, e la mamma del titolo è sua moglie. Quella di HIMYM dovrebbe dunque essere la storia di Ted all’interno della quale trovano spazio gli amici. Il problema è che Ted è il personaggio meno interessante, spesso fastidioso e, sul finire, addirittura il più creepy della serie. Quando si parla di HIMYM l’istinto primario che scatta è quello di darsi un cinque alto in onore del vero mattatore: Barney Stinson (Neil Patrick Harris).


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Victor e Sierra, Dollhouse

Echo (Eliza Duskhu) dovrebbe essere il fulcro della storia, e Paul Ballard(Tahmoh Penikett) il principale personaggio maschile. Eppure, oltre a formare una coppia male assortita, i protagonisti si vedono rubare puntualmente la scena da altri due personaggi, per di più interpretati da attori semi esordienti: Sierra (Dichen Lachman) e Victor (Enver Gjokaj). I due non solo hanno un arco narrativo più avvincente, ma riescono a mettere in scena una grande alchimia che porta gli spettatori a preoccuparsi molto più delle loro sorti che non di quelle dei protagonisti.



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Mara Ricci

Serie tv, Joss Whedon, Jane Austen, Sherlock Holmes, Carl Sagan, BBC: unite i puntini e avrete la mia bio. Autore e redattore per Serialmente, per tenermi in esercizio ho dedicato un blog a The Good Wife.

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