Nel 2020, una nuova legge ha ridefinito la scontistica che i rivenditori possono applicare sui libri. Il massimo è stato fissato al 5%, ma per un mese all’anno le case editrici possono applicare uno sconto fino a un massimo del 20% sull’intero catalogo, escluse le novità degli ultimi sei mesi. Dal 15 gennaio e fino al 14 febbraio dunque siamo in quel periodo dell’anno in cui Adelphi propone uno sconto sui propri libri. Qui sotto trovate alcuni consigli provenienti dalla nostra redazione, che includono sia libri che abbiamo recensito in passato, sia volumi di cui abbiamo sempre voluto parlarvi, ma non ce n’è mai stata occasione. Fino ad oggi, almeno.
Quando abbiamo smesso di capire il mondo di Benjamín Labatut
Mi consento questa segnalazione banale con gioia, perché non capita spesso che un libro di questo tipo e con questa ambizione diventi un caso editoriale e un best seller. C’è da complimentarsi con Adelphi che ci ha creduto molto e lo ha spinto, riuscendo a mettere il luce un progetto non immediato come quello di Benjamín Labatut.
In un momento in cui c’è molta tentazione di mettere in forse la scienza sulla base della supposta legittimità delle proprie reazioni emotive e superficialissima comprensione del mondo, rivisitare alcune biografie scientifiche chiave di quel momento in cui matematica e fisica hanno fatto un salto tale da non essere più “lezioni facili” è un esercizio consigliabile in lockdown. Specie con questo livello di letterarietà, con l’insospettabile trasporto che suscita. Un po’ saggio, un po’ romanzo, vero figlio del momento letterario contemporaneo. Soprattutto un manuale per capire quanto la complessità scientifica presente parta dall’assunto che non siamo arrivati come umanità alle risposte, ma stiamo ancora tentando di formulare le giuste domande. Traduzione di Lisa Topi.
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Questo non è un racconto di Leonardo Sciascia
A proposito di classici, telegraficamente: questo è il libro che vorrei mi fosse regalato a San Valentino approfittando degli sconti Adelphi, così rispondo alla Domanda Ricorrente nel circolo book influencing tra gennaio e febbraio: “ma che compro/cosa compri con gli sconti Adelphi?” Non bastano 12 mesi di consigli e il best of di fine anno? Pare proprio di no. Mia risposta: Sciascia che scrive per il cinema e sul cinema, appena ristampato. Se anche per voi “il cinema è tutto, TUTTO” e come me non l’avete in libreria…
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La valle oscura di Anna Wiener
Se un annetto fa avete amato Essere una macchina di Mark O’Connell, questo titolo di Adelphi è la sua naturale prosecuzione. Non a caso è proprio questa casa editrice a proporre il romanzo di Anna Wiener (di cui si è parlato parecchio anche a livello internazionale, a onor del vero), confermando di essere la più attenta nell’intercettare libri ironicamente consapevoli di che aria tiri nella Valle che plasma sempre più i destini del mondo virtuale e reale.
Vizi e virtù di quanti tengono il timone del futuro nella Silicon Valley, in un ritratto forse poi nemmeno così feroce delle strambe vite che conducono, con giusto una punta di C’è del marcio in California. L’opzione B è Trick Mirror di Jia Tolentino, ma dato che le due si stanno facendo i complimenti a vicenda da mesi (paiono proprio due giovani promesse delle letteratura italiana che consigliano reciprocamente i loro libri!) il dubbio è di rimanere nella stessa squadra.
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Sette storie gotiche di Karen Blixen
Sette storie gotiche è l’esordio di una quasi cinquantenne Karen Blixen: tornata in Danimarca all’inizio degli anni ’30 dopo il disastro economico della sua piantagione di caffè in Kenya (periodo di cui parla nel suo secondo libro, La mia Africa), scrive in inglese questa raccolta di racconti, che verrà pubblicata nel 1934 in Inghilterra da Random House e avrà un successo immediato.
Come è lapalissiano, le storie sono sette, tutte ambientate tra il Settecento e l’Ottocento; la Danimarca è lo scenario privilegiato, anche se non mancano sortite a Parigi, in Italia e in viaggio verso Zanzibar. Più complicato spiegare l’aggettivo “gotiche”: non è un riferimento al romanzo gotico inglese, piuttosto indica un senso di mistero che, sebbene non sfoci mai nell’horror, può arrivare al perturbante. Metamorfosi, doppie (triple, quadruple!) identità, fantasmi e un teschio stupendo, forse appartenuto a una fanciulla…
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La vita segreta di Andrew O’Hagan
Internet ha garantito a tutti gli strumenti per trasformare la propria esistenza in una creazione letteraria, a patto di essere disposti a sporcarsi le mani ed immergersi senza riserve nell’ambiguità identitaria che la rete offre. Questa è la tesi che O’Hagan sviluppa ne La vita segreta attraverso il contatto diretto – ancora una volta, racconto o reportage? – con tre figure emblematiche di questo corto circuito identitaria: Julian Assange, Ronnie Pinn e Craig Steven Wright. Un uomo che ha provato disperatamente ad essere il proprio personaggio, un personaggio divenuto uomo e infine un uomo che ha provato a distaccarsi dal proprio (?) personaggio, rimanendone vittima.
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Essere una macchina di Mark O’Connell
C’è un filo rosso che collega La vita segreta di Andrew O’Hagan con Essere una macchina di Mark O’Connell, anzi, un filo azzurrino come il colore scelto per entrambi i volumi – suppongo non a caso – da Adelphi per lo sfondo di copertina.
Perché se O’Hagan col suo trittico di saggi si proponeva di trovare risposta a un quesito primordiale, “Chi siamo”, indagando come le tecnologie abbiano cambiato il nostro concetto di identità, O’Connell con la sua esplorazione della galassia transumanista assume su di sé un compito ancora più complesso, ovvero quello di azzardare una risposta alle altre due domande che da sempre accompagnano la ricerca di noi stessi: dove andiamo? e perchè?
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La vegetariana di Han Kang
In Corea del Sud è usuale che uno scrittore inizi la propria carriera tramite dei racconti pubblicati su riviste, e la forma stessa del racconto gode di grande fortuna. The Vegetarian si compone di tre racconti lunghi che seguono tre punti di vista diversi (il primo racconto è narrato dal marito della protagonista, il secondo dal cognato, il terzo dalla sorella), ma tra loro collegati e incentrati sulla decisione di una giovane donna di smettere di mangiare carne.
Moltissime persone decidono di diventare vegetariane per ragioni religiose – un esempio: i monaci buddhisti – o morali, ma nel caso di Yeong-hye la ragione è più esoterica: dopo un sogno brutale e cruento, anche solo l’idea di mangiare carne la ripugna, dunque privarsene è un modo per purificarsi dalla violenza intrinseca del cibarsi di animali. [Dalla recensione di Cecilia]
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Elena Ferrante Consiglia
Nel 2020 Elena Ferrante ha pubblicato una lista di consigli per la lettura composta da 40 titoli di altrettante autrici. Questa la ratio dietro la scelta: “Stories of women who have two feet in the 1900s, or one in the following century.” Tra i suggerimenti troviamo tre Adelphi: Malina di Ingeborg Bachmann, Il Mare non bagna Napoli di Anna Maria Ortese e Il Ballo di Irene Nemirovsky. [Dal nostro articolo con la lista completa]
Link Amazon: Malina, Il Mare non bagna Napoli, Il Ballo
Tokyo Express di Matsumoto Seichō
Tirato fuori dal ghetto della letteratura di genere e presentato con una traduzione a cura di Gala Maria Follaco, Tokyo Express restituisce al lettore italiano il gusto di una modernità cristallizzata nella cornice ormai storica che la circonda.
La sua indagine poliziesca su un doppio suicidio tra amanti dai dettagli dissonanti restituisce lo stesso gusto di certi titoli imprescindibili della produzione di giallisti dell’epoca d’oro come Arthur Conan Doyle e Agatha Christie, creatori di assassini diabolici e detective geniali, accumunati dal mandar a memoria stazioni, orari di arrivo e partenza dei convogli ferroviari.
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Sette Brevi Lezioni di Fisica di Carlo Rovelli
Il contenuto mantiene la promessa del titolo: Rovelli, con un notevole dono della sintesi, mantiene in equilibrio accuratezza e divulgazione per restituirci l’idea di un mondo complesso, ma che è nostro diritto e privilegio impegnarci a conoscere. Sottolinea, infatti, l’autore: “Queste lezioni sono state scritte per chi la scienza moderna non la conosce o la conosce poco. La scienza ci mostra come meglio comprendere il mondo, ma ci indica anche quanto vasto sia ciò che ancora non sappiamo”.
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Euforia di Lily King
La premessa di Euforia è ispirata dalla vita dell’antropologa Margaret Mead, in particolare al viaggio che nel 1933 intraprese con il secondo marito Reo Fortune e colui che in seguito sarebbe diventato il terzo, Gregory Bateson, lungo il corso del fiume Sepik, in Nuova Guinea: Lily King ribattezza i tre scienziati con i nomi di Nell Stone, Schuyler «Fen» Fenwick e Andrew Bankson, e usa questa situazione peculiare per imbastire una narrazione coinvolgente a livello sia umano sia intellettuale. L’impatto con altre culture, i primi traguardi (poi molto ridimensionati) dell’antropologia e la rivalità professionale sono la dinamite a cui lo scontro tra personalità agli antipodi darà fuoco.
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Godel, Escher, Bach di DOuglas R. Hofstadter
Un libro che per la prima decina di pagine ti fa sentire incredibilmente brillante e intelligente, talmente sul pezzo da masticare con agilità concetti complessi al cui nucleo giace l’umana tensione verso l’imponderabile. Poi Douglas R. Hoftsder termina il riscaldamento e ogni riga diventa così densa di richiedere almeno un paio di riletture. La ricompensa per questa che è indubbiamente una fatica è l’apertura della mente verso quei legami (quell’eterna ghirlanda brillante, appunto) che giungono tra loro Godel, Escher e Bach in quel percorso del ragionamento umano che attraverso la ricerca dell’infinito conduce sul terreno della definizione dell’intelligenza artificiale.
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Il libro degli esseri a mala pena immaginabili di Caspar Handerson
Il bestiario è uno dei generi più antichi della letteratura. Nei secoli, per qualcuno è stata un’ottima occasione per inventarsi animali fantastici. Per Caspar Handerson, documentarista della BBC, Il libro degli esseri a mala pena immaginabili serve invece a spingere lo sguardo del lettore verso le creature più bizzarre che popolano questa palla di roccia e acqua sparata nello spazio che noi umani chiamiamo casa (e si, tra le stranezze ci siamo anche noi umani). Valore aggiunto di questa splendida raccolta di curiosità e aneddoti, che fanno sempre comodo nelle serate giuste, è la splendida edizione Adelphi, arricchita da illustrazioni e fotografie, oltre che da un’elegante impaginazione ricca di note che alterna nero, bianco e rosso.
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Le altissime torri di Lawrence Wright
Gli attentati dell’11 settembre segnano un punto di non ritorno nella nostra contemporaneità. Lo schianto del primo aereo rappresenta il momento esatto della messa in modo di un cambio nell’equilibrio del potere geopolitico mondiale, ma anche l’ingresso nel pensiero di massa delle teorie del complotto: chiunque, dentro di sé, crede di sapere cosa sia successo davvero quel giorno e in quelli che l’hanno preceduto. In realtà, per lungo tempo nessuno l’ha saputo davvero, quanto meno nel dettaglio, almeno finché Lawrence Wringht non ha pubblicato il suo reportage in cui ha tirato in oltre 500 pagine tutti i fili che hanno portato un saudita a incontrare un medico egiziano, a immaginare un progetto sui monti del Sudan e a portarlo a compimento a New York, sfuggendo per un soffio alla rincorsa dell’agente FBI John O’Neill, arrivato a pochi passi dall’unire la trama, prima di finirne lui stesso vittima.
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Casino Royale di Ian Fleming
Ian Fleming, oggi, è il più grande nemico del James Bond cinematografico. L’incarnazione letteraria della spia più famosa al mondo presenta infatti tutta una serie di tratti e caratteristiche (su tutte, una spiccata misoginia, un evidente razzismo e una malcelata omofobia) che oggi il pubblico non è più disposta ad associare a un personaggio teoricamente positivo. Sullo schermo, questo cambiamento è stato il filo che ha unito tutte le pellicole in cui Daniel Craig ha vestito i panni dell’agente segreto al servizio di sua maestà (nonché anche uno dei principali problemi dell’ultimo capitolo, ma questa è un’altra storia). Sulla carta, però, l’antieroe demodé di Fleming mantiene intatti tutti i suoi vizi, condannabili oggi come allora (e qui ci sarebbe da aprire un discorso enorme), ma leggibili come misura del cambiamento culturale dal 1953 a oggi. Perché nonostante a qualcuno faccia comodo parlarne, nessuno vuole cancellare nessuno.
(Poi non c’entra assolutamente nulla, ma le copertine nere con i dettagli in rilievo rossi che richiamano le cover delle prime edizioni UK sono così belle che da sole valgono tutte le incazzature per il comportamento di Bond.)
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