Uncharted L'eredità dei ladri

Ogni tanto la storia si inverte. Di solito tocca ai videogiochi farsi carico di ospitare tra le loro fila titoli complementari ai successi cinematografici del momento: tecnicamente si chiamano tie-in e da videogiocatore pluri-decennale mi riesce difficile ricordarne uno meritevole. Di rado, però, accade anche il contrario. Le pellicole dedicate a Lara Croft risultano trascurabili rispetto all’importanza di diversi capitoli di Tomb Raider, mentre sui film ispirati ai videogiochi di Uwe Boll stendiamo un velo pietoso. Per Uncharted il discorso però è più complesso: il film con Tom Holland non mi è dispiaciuto, in fondo, ma se dovessi consigliare a qualcuno totalmente estraneo alla saga come avvicinarsi oggi al franchise, la mia scelta cadrebbe sulla recentissima raccolta Uncharted: L’eredità dei ladri per PS5. 

Il titolo scelto per questa collection, infatti, gioca sull’assonanza con le due avventure contenute al suo interno, Uncharted 4: Fine di un Ladro e Uncharted: L’Eredità Perduta, entrambe uscite originariamente per PS4. La prima è l’ultimo capitolo in ordine temporale della saga di Nathan Drake, mentre la seconda è uno spin-off dedicato a Chloe Frazer, carismatica comprimaria del ladro di reperti più famoso al mondo. Perché dunque consigliare una riedizione invece di una pellicola fresca di realizzazione? La risposta è in fondo semplice: perchè in questi due giochi emerge bene quello spirito che ha reso la saga tanto amata, e che nella trasposizione cinematografica fatica invece ad emergere. 

Se Uncharted 4: Fine di un Ladro presenta delle affinità con la storia portata sul grande schermo, a partire dall’attenzione prestata alle vicende del giovane Drake fino allo sfruttamento del rapporto col fratello Sam quale motore della storia, proprio questa vicinanza è utile per sottolineare quale sia la distanza tra le due produzioni. Pad alla mano, infatti si può avvertire anche attraverso l’ironia di fondo diffusa da Nathan lo spirito e lo slancio con cui l’avventura di Nathan è stata realizzata, laddove invece gli sceneggiatori cinematografici si sono forse ritrovati troppo impegnati a dosare con efficacia tutte le diverse componenti che compongono la mitologia di Uncharted, trasmettendo in un certo qual modo quell’ansia da prestazione anche al film. 

L’eredità dei ladri, poi, aggiunge un altro elemento di cui le vicende di Tom Holland accusano un poco la mancanza: l’esplorazione. Benché percepita come minore al momento dell’uscita, l’avventura di Chloe vissuta in compagnai di Nadine è assolutamente all’altezza dei capitoli principali, e si lascia anzi apprezzare maggiormente grazie a scenari concepiti proprio per essere battuti in lungo e in largo in cerca di manufatti, mentre la coppia di protagoniste si lascia andare a commenti sagaci. 

Forse il solo motivo per non lanciarsi di slancio Uncharted: L’eredità dei ladri (oltre alla difficoltà a reperire una PS5, intendo) è la possibilità che i due titoli siano già stati giocati a suo tempo su PS4. I miglioramenti apportati a questa riproposizione su PS5 infatti si fanno notare, ma non nascondono il fatto che entrambi i titoli affondano le loro radici nella precedente generazione. Muovendoci ai margini del discorso tecnico, il salto su PS5 porta invece con sé una sensibile riduzione nei tempi di caricamento oltre alle famose vibrazioni del suo controller, in questa occasione forse però non sfruttate fino in fondo. 

Queste tuttavia sono considerazioni che possano interessare solo gli appassionati duri e puri: per tutti gli altri Uncharted: L’eredità dei ladri ha da offrire una ventina d’ore abbondanti di sano e spassoso divertimento. Forse la saga di Uncharted gode di crediti superiori al suo effettivo valore grazie al suo ruolo di portabandiera PlayStation, ma bisogna ammettere che Nathan Drake ha saputo cogliere lo spirito delle sue fonti di ispirazione (Indiana Jones su tutti) come a pochi altri è riuscito. 

 



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Claudio Magistrelli

Pessimista di stampo leopardiano, si fa pervadere da incauto ottimismo al momento di acquistare libri, film e videogiochi che non avrà il tempo di leggere, vedere e giocare. Quando l'ottimismo si rivela ben riposto ne scrive su Players.

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