Non ho mai fatto mistero di trovare molto interessante il franchise di A Quiet Place. Mi piacciono le distopie catastrofiche e mi piacciono le amenità aliene. Complice anche l’ottima presenza dell’ingrediente orrorifico, ne viene fuori un’ottima pietanza che, oggi come oggi, in un contesto cinematografico talvolta noioso, vale come l’oro.
Ammetto anche di aver più volte immaginato A Quiet Place in un contesto crossmediale, ossia in che modo sfruttarlo attraverso un secondo linguaggio. Il videogioco – ex equo con il fumetto – è stato naturalmente il primo a cui ho pensato. Manco a farlo apposta, ecco che i nostrani Stormind Games (la cui provenienza mi è pervenuta soltanto in un secondo momento, mea culpa), prodotti da Saber, tirano fuori questo A Quiet Place: The Road Ahead: un survival horror single player che, proprio come avevo immaginato, funziona non poco, seppur con qualche piccola riserva.
Dove si colloca A Quiet Place: The Road Ahead?
Come ovvio che fosse, The Road Ahead è contemporaneo agli eventi dei primi due capitoli della serie cinematografica, motivo per cui saremo già da subito immersi nel dramma: una sopravvivenza silenziosa, letteralmente. La protagonista della storia è Alex, una giovane donna nel prologo della pellicola scopre di essere rimasta incinta e che nel turbine degli eventi cercherà di trovare la salvezza, sua e del/della nascituro/a. Come fare a sopravvivere e mettere al mondo qualcuno/a sapendo cosa c’è lì fuori? Una domanda più che lecita, non soltanto nel contesto del gioco. Noi siamo dall’altra parte della parete, quella che discerne la finzione dalla realtà, ma Alex no, lei deve farsi carico della sua realtà, quella dove i conati di vomito (indotti dalla gravidanza) rischiano di essere captati da creature incredibilmente letali e dall’udito finissimo. Alex, per forza di cose, rimarrà sola per l’intera durata del gioco, sopportando l’insopportabile, seppellendo dentro di lei tragedie indicibili e sensi di colpa martellanti; tutto pur di provare a salvare chi porta in grembo. Buona quindi la prova di scrittura, che si dimostra all’altezza della controparte cinematografica, proponendo un’autentica fuga della speranza.
Per quanto riguarda il gameplay ammetto di aver avuto qualche lieve pregiudizio. Temevo che potesse essere uno di quei giochini utili solo per fare content su Twitch, dove l’intera esperienza sarebbe ruotata unicamente attorno al momento jumpscare; ma fortunatamente non è stato così. The Road Ahead ci tiene davvero a calare il giocatore in quella apocalisse, e lo fa egregiamente. Certo, le azioni che potremo compiremo saranno pressoché le stesse per l’intera durata della storia, e il senso di ridondanza farà presto a comparire, ma considerata la formula adottata – che mi ha vagamente riportato alla mente Alien Isolation – non si può dire che lo stile di gioco non funzioni.
La necessità di far silenzio è reale, spesso al cardiopalma; le mosse vanno programmate con cura, senza però mai distogliere lo sguardo dall’ambiente circostante, che può tornare utile così come può rivelarsi una trappola. È necessario sfruttare lo sfruttabile, distrarre gli alieni se necessario, e soprattutto nascondersi. La frenesia a cui si è normalmente abituati in altre esperienze di gioco qui va categoricamente messa da parte. Camminare piano è davvero un’esigenza e persino affrettare il passo in un momento di apparente calma potrebbe rivelarsi fatale. Tutto questo garantisce un profondo senso d’impotenza, che senz’altro aiuta a calarsi nella parte di una ragazza incinta e affetta d’asma che fugge da creature de facto indistruttibili.
Sul fronte tecnico il gioco è, per forza di cose, modesto; e non deve sorprendere. Trattasi sempre di un’opera realizzata senza la pretesa di toccare i verticismi delle produzioni più blasonate. Tuttavia questo non deve essere accolto come un demerito, anzi, esattamente il contrario. The Road Ahead è tutt’altro che brutto da vedersi: i modelli appaiono convincenti, siano essi umani o alieni, e la fisica ambientale è più intelligente di quanto sembri.
Per concludere: A Quiet Place: The Road Ahead è un ottimo titolo horror, che nei suoi limiti offre a chiunque un’esperienza costantemente tesa; e che attinge intelligentemente a un franchise dal potenziale enorme, espandendolo e suggerendo, per l’ennesima volta, come la crossmedialità non solo è fattibile, ma a volte persino consigliabile.
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