Un dettaglio dalla cover di Eternity vol. 6

Che fregatura, la celebrità: come arriva, così se ne va. Una volta raggiunta, poi, che ci fai? Qualche autografo, qualche ospitata in TV, certo, ma, dopo un po’, sai che noia: i giorni non finiscono mai, però la vita passa in fretta e allora tanto vale godersela finché si può. Ma quello lì non è Santacroce? Ehi Alceste, cosa ci fai steso per terra?

Strano tipo, quello. Non si capisce mai cosa gli passi per la testa. Bel lavoro, il suo: cantare la caduta dei divi — quando non addirittura causarla —, ma, adesso che si ritrova in quella stessa situazione, che cosa farà? Ora è sulla bocca di tutti, grazie a quel suo libro sul presentatore caduto in disgrazia. Che scherzi fa il destino, nevvero? Un giorno sei spettatore, quello dopo sei spettacolo. Così: inaspettato, come un orso che entra in un bar. Giusto, quasi dimenticavo che in città c’è qualcosa persino più importante di Alceste. Basta accendere la TV, ché la notizia è su tutti i telegiornali: nel centro di Roma si aggira un grosso orso che sta terrorizzando i cittadini.

A dire il vero, pare non abbia fatto del male a nessuno, ma si sa com’è: la sicurezza è la cosa più importante — specialmente in campagna elettorale. Quest’ospite peloso passa indisturbato nei locali mentre il circolo mediatico cerca di catturarlo nelle sue reti e domarne la selvaticità per farne l’ennesima attrazione. Ma a pensarci bene, andando al di là delle differenze più evidenti, è così assurdo pensare che questi due “fenomeni”, in fondo in fondo, non siano poi così diversi? Uno finisce sotto i riflettori per la fame, l’altro per la fama; uno respinge la folla, l’altro, suo malgrado, la attrae. Entrambi finiscono per condividere lo stesso destino, tanto da sembrare l’uno la controparte totemica dell’altro. O forse ho solo preso un granchio.

D’altra parte è facile (e anche bello, devo dire) perdere la trebisonda tra le pagine di Eternity. L’opera di Alessandro Bilotta e Sergio Gerasi (e la mai troppo celebrata Adele Matera ai colori) giunge alla sua sesta uscita e al preannunciato “scossone” con l’episodio forse più statico di tutti. Una Roma pressoché deserta ne fa da palcoscenico, con le sue piazze metafisiche attraversate da follower in cerca di un pezzo di notorietà: un selfie, una dedica, cose del genere. Fame e fama, due facce della stessa medaglia, come recita la quarta di copertina. Tutti ne hanno diritto, che lo vogliano o meno, almeno per quindici minuti.

Eternity tornerà a confonderci a marzo con il settimo numero.

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