Mr. Morfina
Action movie senza troppa profondità e, forse anche per questo, molto godibile. Nate è un giovane vicedirettore di banca con un difetto genetico che gli impedisce di sentire dolore. Ogni suo movimento, ogni suo gesto è calcolato per evitare di farsi del male senza rendersene conto. Una vita al riparo da tutti i pericoli, ma anche dalle gioie che questa può offrire, che lo porta a esprimersi solo giocando in streaming con sconosciuti.
L’incontro con la giovane e complicata collega Sherry rompe la sua monotonia e lo catapulta in
un’avventura amorosa totalmente insperata. Uno Steven Bradbury del dating. Galvanizzato e innamorato, non passa nemmeno un giorno dalla sua prima volta che una banda di criminali irrompe nella banca compiendo una sanguinosa rapina e facendo di Sherry il loro ostaggio. Nate, da maschio Omega, diventa un supereroe, con un potere piccolo ma un’enorme responsabilità: salvare la sua bella (ma non tanto buona).
Una trama semplice, puntellata da inseguimenti, esplosioni, botte e accoltellamenti. C’è tutto il repertorio di azione che ben si adatta alla categoria, ma che stavolta è funzionale all’involontaria invincibilità del protagonista. Protetto dalla sua più grande debolezza, dimostra una forza scellerata. È un eroe goffo ma coraggioso, intelligente ma totalmente privo di physique du rôle, che suscita subito la simpatia del pubblico. Ogni scena in cui viene affrontato un “cattivo” ricorda il livello di un videogioco (un po’alla Scott Pilgrim). I ritmi serrati sono decisamente il plus della pellicola, la regia non lascia
momenti di noia e, a supporto, incastra abilmente una colonna sonora di pochi brani noti, ma molto
ben scelti. Un’ora e cinquanta di adrenalinica leggerezza.
Patrizia Schiatti
Mickey 17
Per sfuggire a una serie di vicissitudini (e di debiti, soprattutto debiti) sulla Terra, Mickey (Robert Pattinson) si imbarca a bordo di una missione interplanetaria, destinata a colonizzare e terraformare un pianeta su cui sogna di rifarsi una vita. Il suo ruolo a bordo è quello di sacrificabile, esperimento vivente su due gambe a cui vengono affidate missioni suicide con lo scopo di studiare le minacce esterne, per poi essere ricostruito da una stampante (ad aghi, basandoci sullo spassoso funzionamento) dopo ogni trapasso, memoria inclusa.
Le cose si complicano quando la diciassettesima versione viene data erroneamente per morta: Nel momento in cui Mickey 17, derelitto ma vivo, ritorna alla nave scopre che in circolazione c’è una sua nuova versione, Mickey 18, per altro molto più spigliata e assertiva. La duplicazione di cloni è un reato che si paga con l’oblio, così la coppia di Mickey si trova a dover gestire una situazione complessa mentre prova a scongiurare il genocidio dell’innocua popolazione aliena che abita il pianeta scelto per la colonia umana.
Il ritorno di Bong Joon-ho dopo Parasite rientra nel suo filone di film hollywoodiani, ovvero pellicole più semplici e più esplicite (per venire incontro alle capacità mentali dello spettatore occidentale, evidentemente). Mickey 17 è scritto col pennarellone e tutti i suoi messaggi sono evidenti e auto-espliciti. Il leader populista e semi-religioso che guida la spedizione, ad esempio, è una splendida ed esagerata satira della politica attuale incarnata da un Mark Ruffalo gioiosamente sopra le righe.
Mickey 17 è un film che affronta una grande quantità di temi (l’identità, lo sfruttamento, le relazioni), ma sempre sorvolando la loro superficie, senza mai addentrarsi in profondità. Lo fa, però, attraverso una vicenda godibile, ironica, che gira un poco a vuoto nel terzo atto, ma diverte e lascia da riflettere per i giorni a venire. In molti l’hanno paragonato a un episodio di Futurama, giustamente, ma per distinguerci un po’ dalla massa noi lo affianchiamo invece a Universo!, una serie antologica a fumetti realizzata da Albert Monteys e ambientata un millennio nel futuro dell’umanità.
Claudio Magistrelli
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