Vorrei dare per scontato, anzi, do per scontato che tutti sappiano chi è o cos’è Dracula. Non troppo la figura storica a cui è ispirata – Vlad III di Valacchia – ma piuttosto il celebre Conte del capolavoro gotico del mai troppo celebrato autore irlandese Bram Stocker. Mi permetto di mettere il carro dinanzi ai buoi per il semplice fatto che stiamo parlando non solo di un capolavoro della letteratura – che ho avuto la fortuna di affrontare sui banchi di scuola – ma di un archetipo orrorifico che da Stocker in poi ha massicciamente monopolizzato la memoria collettiva.
Dall’uscita del testo, nel 1897, si sono susseguiti adattamenti di ogni genere: pièce teatrali, orde di trasposizioni cinematografiche di ogni genere e risma, videogiochi e, naturalmente, fumetti.
Quello di cui stiamo parlando è, nello specifico, un parziale adattamento; o forse sarebbe meglio dire un estratto. Sì perché il libro sceneggiato da James Tynion IV e illustrato da Martin Simmonds per Image Comics, nella Collana Universal: Monster – In Italia edito da Saldapress – non ripercorre pedissequamente l’intero svolgimento dell’opera originale, al contrario si focalizza sull’arrivo del Conte in quel di Londra, con tutti gli annessi e connessi; ma non solo. Il fumetto non aliena mai la figura del vampiro dal racconto – d’ispirazione Old Hollywood e con un forte richiamo a Bela Lugosi – ma lo sfuma, quasi a volerlo rendere onnipresente. Questo vedo non vedo, oltre a essere un chiarissimo espediente narrativo, appare utile anche al fine di concedere maggior spazio in sceneggiatura ad altri volti della storia: su tutti il suo servo, Renfield.
Larga parte del libro gravita proprio attorno la figura del folle servitore, rinchiuso in manicomio e osservato da quei precursori della medicina come un caso clinico. Renfield è indubbiamente vittima di un delirio occulto, una manipolazione sovrannaturale che lo lega al Conte attraverso una catena invisibile. Un’adorazione estatica. Un trepidante bisogno di compiacere il suo padrone. Ma per quanto il controllo esercitato possa essere potente, l’anima di Renfield resta quella di un essere semplice, che come ogni altro/a necessita di affetto e calore. La volontà di Tynion IV di dedicarsi a Renfield è, a mio avviso, un’ottima scelta; non soltanto da un punto di vista puramente narrativo. La figura di Dracula non ha bisogno di essere raccontata. Quella di Renfield, al contrario, sì. Una storia di manipolazione, ma anche di redenzione, e se vogliamo, anche di purezza.
Le pagine imbandite da Simmonds sono fondamentali per costruire visivamente l’agonia di Renfield: un volto pallido quasi privo di lineamenti, come fosse scontornato, labbra sottili e nere, occhi svuotati della propria volontà e sostituiti con quella del Conte; una figura, quella del vampiro, che l’illustratore definisce conferendolde un alone di maestosità mista a teatralità. Quando Dracula emerge dalla vignetta lo fa in maniera enfatica: una proiezione demoniaca, uno stormo di pipistrelli, un lupo famelico, i suoi occhi purpurei che si schiudono al calar del sole. Il tempo del vampiro è puro piacere visivo, che pur omaggiando un immaginario chiaramente cinematografico, riesce ugualmente a esaltare il lettore con atmosfere incalzanti e con un progressivo e costante aumento della tensione.
Dracula di Tynion IV e Simmonds è a mio parere un ottimo fumetto, scritto e illustrato con grande mestiere, ma che sicuramente si perderà nel mare di adattamenti dell’opera di Stoker. Ciò nonostante, riesce ad aggiungere qualcosa, di piccolo forse, ma considerando l’ampiezza del mare di cui sopra, lo reputo un risultato più che sufficiente.
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