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The X-Files: Vogliamo Ancora Crederci

Indiana Jones IV. Potrei fermarmi qui per farvi capire esattamente a cosa siamo di fronte nel caso della prima puntata del revival di X-Files ma non voglio sembrare svogliata e pigra come Carter&Co, cercherò quindi di andare un po’ oltre la lapidarietà.

Il cold opening è al servizio di chi conosce la serie per sentito dire, la sigla originale con l’iconica musica di Mark Snow ha invece l’effetto di una madeleine per i fan di allora, ma poi arriviamo alla realtà dell’episodio My Struggle scritto e diretto da un Chris Carter poco ispirato, preso dalla compulsione di ammassare insultanti teorie complottistiche per spiegare quello che appare un colpo di spugna rispetto alle precedenti stagioni e all’essenza stessa del personaggio di Mulder.

L’incontro in video tra Scully e Mulder è affrettato e anticlimatico soprattutto considerando che non è solo il loro primo incontro a distanza di anni ma è anche il nostro primo incontro con loro a distanza di anni. Entrambi gli attori, Duchovny sopratutto, sembrano lì contro la loro volontà, a tratti insofferenti, ma va detto che i dialoghi e il casus belli per riavvicinarli non li aiuta a rientrare in parte in modo convincente.

Entriamo affrettatamente nel vivo grazie al personaggio interpretato da Joel McHale che sembra continuamente sul punto di chiamare Abed in scena e ridere di quel credulone di Mulder. Ma non è così. Rapimenti alieni, complotti governativi, insabbiamenti operati dalle alte sfere di potere, tutto quello che credevamo di sapere è falso, riscaldamento globale, umani con DNA alieno e Roswell, naturalmente.

Gillian Anderson ha faticato non poco per ottenere lo stesso compeso di Duchovny e tutto sommato sarebbe stato giusto riconoscere un bonus economico a un attore a cui viene richiesto di pronunciare battute quali: “The banks will announce a security action necessitating their computers to go offline all weekend. Digital money will disappear.[…] What will seem like an attack on America by terrorists or Russia. Or a simulated alien invasion using alien replica vehicles that exist – and are already in use…

L’episodio pilota di questo revival è una maldestra operazione nostalgia che però all’atto pratico ha portato a FOX ascolti straordinari. La buona notizia per gli spettatori, invece, è che il secondo episodio è nettamente superiore al primo.

In Founder’s Mutation Gillian Anderson e David Duchovny sono rientrati metaforicamente e letteralmente nei panni dei rispettivi personaggi. Aiutati da una storia più solida e affine all’essenza della serie e grazie a scambi più frizzanti, i due agenti hanno effettivamente rievocato sullo schermo un’immagine vivida delle atmosfere e dell’alchimia tra i protagonisti caratteristici dello show anni ’90. Ben inteso, un ottimo episodio ma nulla che resterà nella memoria se non per i due momenti di rimpianto, amore e nostalgia che, separatamente, coinvolgono Mulder e Scully.

Questa volta a scrivere e dirigere è James Wong, una delle firme storiche della serie .Torneranno anche Darin e Glenn Morgan ma non Vince Gilligan (Breaking Bad).

In attesa degli ultimi quattro episodi voglio credere anch’io, soprattutto voglio credere che la verità su questa stagione evento non sia un banale “brutta première ma poi migliora”.



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