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Cara Blizzard, mi fai giocare?

No perchè sai, io i 50 e passa euro al commesso di Gamespot li ho dati subito. E quello non era occupato a fare altro come, a quanto pare, stanno facendo i tuoi server del cazzo. Eh sì, cara Blizzard, anche tu stavolta hai toppato alla grande.

Ieri mattina, evitando alla Tomba i vari preorder, collectors, sarcazzos, vado al Gamestop vicino casa, pago quello che devo pagare e mi porto a casa Diablo III. Evvai.

Installo il tutto, clicco su una mezza dozzina di disclaimer accettando i quali ho probabilmente ceduto parte del mio culo a Blizzard (come in quella epica puntata di South Park dedicata ad Apple) e inizio a giocare. See. Magari. Inizio ad aspettare. Prima non si connette il server, poi non mi fa l’autenticazione, poi entro, faccio due missioni e si disconnette, il tutto in un fluire copioso di errori variamente numerati, che mi ricordano quanto fosse più cool la Guru Meditation su Amiga. In pratica per 12 ore ho provato e riprovato senza successo e a quanto pare non sono stato il solo. Sarà sfiga eh, quella non manca di questi tempi, ma mi fa pensare.

Ora, io sono oramai prossimo ai 40 e quindi posso pure permettermi di fare il vecchio rompicoglioni, ma la sensazione è che i videogiochi stiano diventando un po’ una presa per il culo. Tra DLC presenti nel disco ma che devi pagare a parte, collectors edition stracostose pure per giochi che non vendono una sega, titoli buggati fino all’inverosimile e rilasciati con nonchalance da aziende che li patchano mentre stai levando il cellophane dalla confezione e prodotti acquistati ma che non si possono utilizzare perchè i server sono occupati… beh lo scenario non è dei migliori.

Una volta il problema era trovarlo, il gioco. Lo vedevi sulla rivista, ti facevi un’idea su due immagini lillipuzziane, giravi mezza città per beccare un negoziante (di solito luridissimo e truffaldino) che ce l’aveva, lo portavi a casa e ci passavi tre, quattro mesi perchè non avevi abbastanza soldi da potertene permettere un altro. Però ci giocavi subito e l’esperienza filava liscia dall’inizio alla fine.

Adesso invece siamo arrivati al punto che prima paghi ma giochi… boh, quando lo decide il fato. Per star sul pezzo: l’assenza di una modalità offline in Diablo III è pura follia, capisco che oggi essere “always on” sia diventato un diktat, ma almeno che si organizzassero per reggere l’impatto di un titolo che evidentemente NON è uno sleeper hit, ma uno dei giochi più attesi del 2012. E’ come se Marvel avesse detto a quelli che volevano vedere The Avengers “eh, non ci sono più posti nel cinema, intanto pagate il biglietto poi tornate tra una settimana e vediamo se si sono liberati”.

I videogiochi stanno diventando una presa per il culo.



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