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Gli inspiegabili voti di Dragon Age Inquisition

Premessa: considero il setting di Dragon Age la miglior new entry nell’ambito high fantasy degli ultimi anni. Ho giocato e finito Origins, Awakening, Dragon Age 2 e buona parte dei DLC. Ho letto La Chiamata e The Stolen Throne. Ho tutti e tre i Set dell’RPG da tavolo, a cui peraltro gioco con una certa frequenza. Mi son persino comprato The Silent Grove, la serie a fumetti. In definitiva, se c’è qualcuno che voleva disperatamente un buon Dragon Age, quello ero io.

Dopo 30 ore di “mah” evediamo”  gli specchi su cui arrampicarsi sono finiti – la media di Dragon Age: Inquisition su Metacritic è, ancora una volta, del tutto incomprensibile. Complimenti al reparto marketing di EA, ma siamo di fronte, al più, ad un gioco appena discreto.

Il che è strano, perché in un certo senso DAI sembra sistemare tutti i difetti di Dragon Age 2: gli ambienti sono enormi, la grafica ondeggia fra l’ispirato e il molto buono, la storia ha un respiro più epico ed ampio. L’altro lato della medaglia, però, è che non solo Inquisition introduce tutta una serie di modifiche che, a conti fatti, fanno fare diversi passi indietro al franchise, ma perso nell’illusione di slogan per il retro della confezione, si convince di essere un gioco da 100+ ore con una storia che, a stento, ne avrebbe riempite 30.

Procedo con l’elenco delle cose che mi fanno incazzare.

Il combattimento è tenere premuto RT

Possono raccontarmela come vogliono, ma  il combattimento di Dragon Age: Inquisition è la versione scema di quello visto in Dragon Age 2. Che non funzionava, ma almeno aveva un sistema IF/THEN mutato da Final Fantasy XII che poteva permettere una gestione dei comprimari quantomeno interessante.

In Inquisition tengo premuto il grilletto destro, faccio un minimo di micromanaging con le pozioni, ed ogni tanto richiamo i compagni lanciati in azioni suicide. Fine. I poteri sono spesso intercambiabili: vanno attivati uno alla volta fino a quando il periodo di cooldown non si conclude, per poi ripartire dal primo. Mai usata la visuale tattica dall’alto, se non per constatarne l’inutilità. Quel che è peggio è che si può ancora morire, soprattutto quando non è chiaro da dove arrivino i colpi, o dove giacciano i corpi dei compagni da resuscitare. Pessimo.

Fra una missione bella e l’altra, passano 10 ore

Senza esagerare, circa l’85% delle missioni di Inquisition si riducono in pratica al raccogliere erbe/frammenti/item vari o nel ripulire una zona da nemici standard, solo presenti in gran numero o in combinazioni progressivamente più strambe. Non è raro perdere più tempo navigando la mappa che completando la missione. Di certo non aiuta un mission design che richiede fasi platforming quando tutto sembra dirci che i personaggi a malapena possono camminare in salita, senza parlare del “radar” che permette di identificare oggetti visibili ad occhio nudo, ma con cui non si può interagire fino alla pressione di R3. Mah.

Origins certo non brillava dal punto di vista tecnico, ma le missioni erano diaboliche nell’intreccio, impegnative e soprattutto appassionanti. In 30 ore di gioco, solo tre quest un po’ più corpose mi hanno ricordato i bei tempi andati. Tutto il resto sono scampagnate e tappabuchi.

Raccogliere materiali non serve a niente

La menata di raccogliere minerali e stoffe in giro per le mappe, portarli dal fabbro, personalizzarsi armi e armature, forgiare nuovi equipaggiamenti è del tutto inutile. Nessun oggetto creato in questo modo è significativamente migliore di quelli che si trovano casualmente in giro. Menzione d’onore per l’interfaccia utente nei menu, scomodissima e poco leggibile.

Ah, e lo vogliamo dire che il limite d’inventario non ha mai reso un solo gioco più divertente in tutta la storia degli rpg? E se proprio non possiamo farne a meno, non è accettabile avere due mercanti in croce in tutto Thedas.

Il cast di supporto è moscio

Ci spero ancora, ma il cast di supporto di Inquisition pare essere il più debole di tutti quelli presenti nei vari episodi. Sera e Cole sono ok. Varric è un esodato da DA2. Iron Bull è passabile. Il resto è noia totale. Ma magari fra altre 30-40 ore c’è il colpo di scena.

Non c’è Orzammar.

Non volevo crederci, ma così mi conferma chi l’ha finito. I nani sono fondamentalmente i grandi assenti da questo episodio, e già questo basterebbe per stroncare il titolo. Mi direte: c’erano in Origins. Grazie al cazzo, sono passati 6 anni. Da appassionato dell’ambientazione devo anche ammettere però che ci sono molte altre zone di Thedas poco rappresentate. Tevinter, il fichissimo regno dei maghi folli, Par Vollen, l’isola dei misteriosi Qunari. Invece tutto il gioco è incentrato sull’odiosa semi-Francia di Orlais. Inspiegabile.

In conclusione

Inquisition fa anche delle cose bene, ma di fronte a una miriade di difetti palesi è difficile ricordarsele. Ci provo: il Codex è sempre molto bello. I dialoghi sono buoni, anche se un po’ vacui causa diluizione generale della trama. La War Room è un’idea simpatica, anche se Final Fantasy Tactics Advance l’aveva introdotta nel 2003, e più recentemente, è stata ripresa in diversi episodi di Assassin’s Creed.

Andrà meglio la prossima volta? Forse no, se i voti vengono distribuiti pescando i numeri da un sacchetto che contiene solo 8, 9 e 10 – quale incentivo potrà mai avere Bioware a migliorare difetti così lampanti se la stampa (per fretta di uscire o poca professionalità) continua  a prostrarsi al brand di richiamo?



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