Site icon Players

Ribelle – The Brave: Expect The Unexpected

Diciamola tutta: mezzo secondo dopo aver visto il primo trailer del film, il 99% degli spettatori ha pensato: “Ok, sarà la classica storia di formazione con lei giovane ed emancipata che vuole ribellarsi alle costrizioni imposte dai tempi e dalle convenzioni sociali e per farlo farà qualcosa di eroico che le permetterà di distinguersi dalla massa e affermare il suo Io di fronte a tutto il mondo”. E infatti Brave inizia proprio così.

Merida, giovane principessa scozzese figlia di Re Fergus e della Regina Elinor è decisamente più brava con l’arco e le frecce che con le faccende domestiche e quando i genitori (la madre soprattutto) la costringono a scegliere fra tre imbarazzanti pretendenti al trono per diventare regina, preferisce scappare e chiedere l’aiuto di una strega che, per esaudire il suo desiderio di libertà, scatena una terribile maledizione. E’ a questo punto che Brave si trasforma da favola molto convenzionale (con canzoni disneyane incluse, tutte piuttosto stucchevoli) in una pellicola completamente diversa. Il focus infatti si sposta pesantemente su un personaggio tutto sommato secondario fino a quel punto, trasformando la fulva protagonista in sparring partner (o co-star) per una considerevole manciata di minuti, salvo poi farla tornare al centro dell’attenzione.

Purtroppo questa soluzione non brilla come altre trovate geniali e spiazzanti made in Pixar viste negli anni passati (il prologo di Up, i 45 minuti silenziosi di Wall-E, la discesa agli inferi e verso morte certa dei giocattoli di Toy Story 3, il flashback di Anton Ego in Ratatouille, l’apparizione di Edna Mode ne Gli Incredibili) ma finisce anzi con il rallentare vistosamente il ritmo del film che, cosa inusitata parlando di Pixar, annoia parecchio, almeno fino al finale, più vivace e pimpante. Brave, come accadde ai tempi di Ratatouille, ha fatto registrare un drastico cambio in corsa: in cabina di regia inizialmente sedeva infatti Brenda Chapman, che pur restando comunque accreditata come co-regista, ha dovuto passare il testimone a Mark Andrews, veterano di Pixar, ex vice di Brad Bird e autore del corto One Man Band.

Stavolta la sensazione è che il passaggio di consegne (alquanto criticato dalla Chapman che non ha digerito molto bene l’avvicendamento…) abbia comportato un brusco cambiamento nella “grammatica” del film. Brave è infatti, in molte sue parti, un’opera profondamente femminile, ma questo approccio narrativo e stilistico sembra a volte venire meno per cedere il passo a gag e trovate (troppo) classiche e prevedibili, la cui vis comica peraltro va attenuandosi col passare dei minuti. Anche il rapporto figlia/genitori su cui dovrebbe reggersi il film, visto che di “battaglie epiche” e “scontri spettacolari” non vi è traccia, delude perchè si risolve in dialoghi poco emozionanti e piuttosto banali. Certi argomenti meglio lasciarli trattare ai giapponesi. Se a questo aggiungiamo il peggiore 3D mai visto in casa Pixar e la quasi totale assenza di pathos e coinvolgimento nelle vicende della protagonista, complice anche la sconcertante inconsistenza del “villain” designato, beh, per la prima volta da quando ha iniziato a sfornare film, si può affermare che la casa di Lasseter non ha centrato il bersaglio. Un paradosso, per un’opera che parla di un’arciera.

Da segnalare e applaudire a scena aperta è invece lo splendido corto La Luna del nostro Enrico Casarosa, che, per una volta, vale più del film che lo segue….



Players è un progetto gratuito.

Se ti piace quello che facciamo, puoi supportarci (o offrirci una birra) comprando musica, giochi, libri e film tramite i link Amazon che trovi negli articoli, senza nessun costo aggiuntivo.

Grazie!
Exit mobile version