Tra le grandi macrocategorie della narrativa di genere (sentimentale/rosa, mystery/crime/thriller, storico, horror e SFF), la nicchia che ha avuto più successo trasversale è quella del mystery, che, scevro dalla caratterizzazione negativa della prima e delle necessità immaginative delle altre, resta per il grande pubblico forse il filone più accessibile.
Come la mia collega Elisa Giudici ha già spiegato molte volte recensendo libri di fantascienza, il destino della narrativa di genere in Italia è tragicomico: sebbene da sempre considerata inferiore o secondaria al ramo nobile della literary fiction (poco importa che meraviglie e atrocità si trovino da entrambe le parti), è tuttavia il segmento che vende di più, soprattutto il comparto sentimentale/rosa, permettendo così ai mastodonti editoriali di sopravvivere e rischiare su opere di stampo meno generalista.
Se è difficile trovare buoni titoli di narrativa letteraria, è altrettanto difficile trovare buoni titoli di mystery (nonostante gli sforzi meritori di case editrici come Polillo con la collana de I Bassotti
L’eccezione più luminosa negli ultimi tempi è rappresentata dai libri di Gillian Flynn. A causa di un titolo e una copertina non indovinati e tesi a segnalare più una supposta intrinseca femminilità del romanzo che l’effettiva trama, possiamo dire che la fortuna italiana di Gone Girl
Flynn è l’autrice di altri due romanzi – Sharp Objects
A parte un’ovvia categorizzazione di genere, i lavori dell’autrice hanno altri punti in comune: la qualità della scrittura, l’inclusione di personaggi femminili non banalizzati e un’attenzione verso le spigolosità dei rapporti personali più stretti (familiari o d’affetto). Ecco alcuni dei nomi che lavorano – o hanno lavorato – nella stessa vena.
OGGI
Tana French
Commissari, ispettori e quant’altro sono spesso il perno di storie a sfondo mystery/thriller: risolvere casi è il loro lavoro, dunque non è necessario trovare modi sempre più astrusi per farli capitare su scene del crimine. Allo stesso tempo, sono anche i protagonisti delle storie più trite, che spesso si differenziano solo per località geografica, caratteristica tipica di questo sottogenere quando declinato da autori italiani.
La serie della Dublin Murder Squad è ambientata a Dublino e i suoi protagonisti sono quasi sempre detective della Omicidi (come suggerisce il nome), ma ha una particolarità: ogni romanzo è pressoché indipendente dagli altri – nonostante alcune figure ritornino da un’opera all’altra – ed è narrato dal punto di vista di un personaggio diverso. Il filo conduttore di tutto è la città di Dublino, ritratta a partire dai suoi quartieri più popolari fino ad arrivare alle case costruite prima delle crisi economica e ora abbandonate da chi non si può più permettere di viverci, senza tralasciare un topos del genere: una scuola privata femminile.
Il sesto romanzo della serie, The Trespasser
Elizabeth Hand
Elizabeth Hand è un’autrice prolifica che si muove tra vari generi, soprattutto la fantascienza e il mystery. La sua trilogia vede come protagonista la fotografa Cass Neary, punk degli anni Settanta che vive ancora a New York come faceva allora e che non ha mai davvero lasciato da parte quel periodo. Conscia di essere una sorta di relitto fuori dal tempo, Cass Neary è simpatica come un calcio nei denti, tuttavia è un personaggio così poco comune che non è necessario amarla per restarne affascinati. In Italia sono arrivati per Elliot i primi due romanzi della serie, vale a dire Generation Loss
Megan Abbott
I casi di cronaca nera sono spesso uno specchio abnorme in cui la società contemporanea si riflette – e chiunque abbia mai guardato un telegiornale sa che c’è un certo tipo di vittima e carnefice che attirano particolarmente l’attenzione del pubblico: le donne, soprattutto se giovani. Che si tratti di Novi Ligure, di Perugia, o di Avetrana, l’attenzione già spasmodica sulle vittime femminili diventa fuori controllo quando la possibilità è che il colpevole sia un’altra donna.
Dopo un’interessante quadrilogia ambientata negli anni d’oro del noir (due titoli della quale – Morire Un Po’
Il punto nevralgico di questi romanzi non è tanto il sangue versato – anche se di solito non manca – quanto i diversi personaggi femminili e le loro relazioni con il mondo che le circonda: il rapimento di una ragazzina da parte di un uomo adulto raccontato attraverso gli occhi di una coetanea (The End of Everything), che riecheggia la trama di Lolita
Lo stile abbacinante di Megan Abbott è il perfetto contrappunto alle sue atmosfere da suburbia statunitense, ma proprio a causa di questa sua opulenza è meglio forse dosarlo con cautela. Purtroppo nessuno dei suoi ultimi romanzi è stato ancora tradotto in italiano, ma si tratta di una prosa del tutto accessibile per chi ha una discreta familiarità con l’inglese.
Nel passato
Dorothy B. Hughes
Se vi piacciono i film noir, avrete di certo già visto il celebre In a Lonely Place
, sono riapparsi The Expendable Man
Vera Caspary
Se vi piacciono i film noir, stesso prologo, avrete di certo già visto il celebre Laura (in italiano Vertigine
Elliott Chaze (ovvero: la quota azzurra)
NYRB ha ristampato a gennaio Black Wings Has My Angel
Women Crime Writers of the 1940s & 1950s
Divisa in due tomi (uno per gli anni ’40
include anche The Blunderer, un’opera meno nota della geniale Patricia Highsmith, Beast in View, ottima prova un’altra autrice classica come Margaret Millar e Fool’s Gold della meno conosciuta Dolores Hitchens (romanzo che fece da base per Bande à Part di Jean-Luc Godard). Gillian Flynn non è un’Atena nata adulta dalla coscia di un James Patterson qualunque; il suo lavoro può essere inserito in un contesto più ampio, le cui radici partono diversi decenni fa, e Women Crime Writers of the 1940s & 1950s
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