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Nippon does it better: Il videogioco indipendente giapponese – Parte Seconda

Potete trovare la prima parte dell’articolo qui.

Nella seconda parte di questo breve viaggio nel mondo sconosciuto dell’indie game nipponico continueremo a vedere altre produzioni rimaste nella terra del sol levante ma inizieremo anche a presentare i pochi titoli localizzati ufficialmente.

Tra  i giochi di corsa doujin, uno dei più caratteristici è sicuramente Densha De D, una parodia sia del manga Initial D che del famoso, almeno in terra nipponica dove il genere ha una lunga tradizione, simulatore di treni Densha De Go.

Azainori D, anch’esso inspirato a Initial D, è invece un clone di Mario Kart.

I titoli in prima persona hanno avuto storicamente poca fortuna in Giappone, ma questo non ha impedito la creazione di Another Bound Neo, versione indie di Metroid Prime.

Pure i puzzle-platformer non hanno, a differenza del videogioco indipendente occidentale, una presenza significativa nel movimento doujin.

Nell’universo dei titoli dedicati a Touhou si trova però di tutto, ed ecco quindi Maria and Alice’s Trap Tower, nel quale per risolvere gli enigmi dovremo controllare ambedue le protagoniste, a volte anche simultaneamente.

In Hina no Fuwafuwa Doriimu abbiamo un approccio maggiormente canonico al genere, in quanto il gameplay è legato all’inversione della gravità.

Mayoiga Mayo Naka è un’avventura che appartiene al filone “escape the room”, noto da noi per titoli come 999: Nine Hours , sebbene il titolo prodotto da Cavyhouse si distingua per l’utilizzo della terza persona e l’elegante ambientazione.

Per finire in bellezza ecco un altro paio di parodie di lusso, in questo caso di Splinter Cell e Minecraft, sempre provenienti dall’immensa schiera dei fangame di Touhou.

Nella pagina successiva vedremo invece cosa è possibile giocare o acquistare in lingua comprensibile.

[continua a pagina 2]

Bunny Must Die! Chelsea and the 7 Devils e GundeadliGne sono due titoli creati da Platine Dispotif e rilasciati in occidente nei principali store digitali da Rockin Android.

Il primo è essenzialmente un metroidvania dall’estetica anime al quale sono state aggiunte caratteristiche da puzzle-platformer come la possibilità di fermare il tempo.

Il secondo viceversa appartiene ad un tipo di sparattutto molto diffuso nel videogioco indipendente giapponese, ovvero il bullet-hell a visuale laterale in cui si controlla una maghetta.

Decisamente più vicino agli esponenti del genere che il giocatore occidentale trovava una volta negli arcade è Kamui, uno degli shooter verticali doujin maggiormente apprezzati in madre patria. Il titolo realizzato da Siter Skain è disponibile su Desura o dal sito di Nyu Media.

EasyGamerStation è uno dei circoli doujin più validi dell’intera scena. Carpe Fulgor ha localizzato alcune delle loro opere e le ha pubblicate su Steam. Vediamone un paio.

Recettear: an item shop’s tale è un gioco di ruolo dove ci troveremo ad esplorare dungeon casuali, peraltro non combattendo direttamente ma supportando gli avventurieri da noi assunti, in modo da avere oggetti da vendere nel nostro negozio.

Meno originale è Fortune Summoners, il quale omaggia chiaramente agli action rpg a scorrimento orizzontale degli anni ottanta, sebbene la cura riposta nella grafica ricordi le migliori produzioni a 16-bit.

La cultura popolare nipponica ha sempre avuto una certa attrattiva verso l’horror, e i videogiochi doujin non fanno eccezione, con un numero elevato di visual novels e di avventure in terza persona create con Rpg Maker, disponibili naturalmente solo sul mercato giapponese.

Corpse Party rappresenta da questo punto di vista un’eccezione, in quanto la cruda versione originale del 1996 ha ricevuto ben due remake, uno dei quali è stato rilasciato per PSP anche in occidente.

Il gameplay riproduce invece piuttosto bene il genere, con fasi in cui esplorare per trovare oggetti necessari a risolvere gli enigmi che si alternano a sezioni dove bisogna sfuggire alla creatura malefica di turno.

Per quanto riguarda i giochi disponibili sui cellulari, un settore che in Giappone poteva vantare un larghissimo seguito ben prima della rivoluzione Apple in occidente, ecco il gdr Iphone/Android Blind Man’s Dungeon.

Continua nella terza e ultima parte.



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