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Quindici serie serie meglio di Lost – Epilogo (Italia)

Dopo quasi due anni e mezzo, 15 serie meglio di Lost è arrivata alla fine, nonostante la ricchezza dell’argomento permetterebbe di parlare di molte altre serie: Seinifeld, The Shield, Six Feet Under, Un medico tra gli orsi, Angel… e tante altre come I Love Lucy, Monthy Pithon Flying Circus, Black Books, Ai confini della realtà, e altre produzioni del passato meno recente. Ma credo che la selezione fatta nella nostra panoramica possa permettere di conoscere alcune delle pietre miliari della televisione, e di scoprire qualche capolavoro meno conosciuto, quanto meno in Italia. Tutte e quindici le serie di cui abbiamo parlato sono lavori straordinari, che dimostrano la vitalità della narrativa televisiva, che In questi due anniè, se possibile, ancora aumentata.

Serie come Breaking Bad stanno per arrivare alla fine, e saranno un caposaldo di liste come queste per molto tempo, così come Mad Men, il cui impatto ha ridefinito la cultura popolare e il senso dello stile negli ultimi anni, e ha ispirato The Hours, uno straordinario sguardo all’Inghilterra della seconda metà del secolo scorso. Game of Thrones ha catturato l’attenzione dei fan come pochissimi lavori negli ultimi anni, sdoganando il fantasy quanto e più della trilogia cinematografica de Il Signore degli anelli. Homeland è discussa da fan e giornalisti sia per la sua qualità che per quello che dice sul rapporto degli USA con il mondo; e il successo di House of Cards ha dimostrato che c’è spazio per creare contenuti originali su piattaforme online: molte compagnie stanno lavorando con un certo livello di successo su youtube per creare narrative seriali molto compresse, con episodi di cinque minuti circa.

E anche al di fuori del mondo anglofono la situazione sta maturando. In Scandinavia, in particolare, la produzione di serie thriller sta attirando l’attenzione di tutto il mondo. The Following è stata adattata anche negli USA, mentre Wallander è stata portata sugli schermi britannici Serie come Borgias e l’imminente Crossing the Line cercano di trovare un modo per coniugare sensibilità Hollywoodiana e Europea. Ma la mancanza di un linguaggio comune rende complessa la creazione di serie con un respiro che vada oltre il loro paese d’origine.

Ma quello che non è molto cambiato è la situazione italiana. Dispiace non aver potuto inserire alcuna serie televisiva nostrana nella nostra retrospettiva, ma non avrebbe avuto senso. Il nostro paese ha creato e crea serie vedibili, ma ben poco di memorabile. Al di là di Boris, quasi nessuna serie ha realmente convinto e coinvolto gli spettatori.

La situazione degli anni recenti è piuttosto magra anche nel caso dei film, ma credo che il nostro paese abbia bisogno enorme di buoni serial, ancora più di quanto ne abbia di buoni film. Nella scelta delle 15 serie ho dato molta importanza al modo in cui le storie raccontate in televisione hanno interpretato il reale. Serie come The West Wing, Friday Night Lights, The Wire, I Soprano e 24 hanno contribuito in modi molto diversi, spesso controversi, ad un dialogo su argomenti molto scottanti durante gli anni in cui sono state prodotte e messe in onda. Hanno permesso agli spettatori di riunirsi dopo ogni episodio e discutere delle interpretazioni date dagli show, trovare le loro, avere una nuova prospettiva.

Le serie televisive, in questo senso, sono importanti quanto i notiziari e i programmi di approfondimento, esattamente come un romanzo di finzione può illuminare quanto e più di un saggio. Se le priorità di chi racconta le notizie sono la precisione, la trasparenza è la lucidità, chi racconta storie deve in primo luogo coinvolgere e sfidare la realtà, liberando i concetti dal giogo dei fatti per poter presentare visioni del mondo che possono terrorizzare, divertire, illuminare, ispirare. Sono un modo per dare respiro alla vita, creare aspirazioni o anche solo dare la possibilità di guardare al mondo con più lucidità e leggerezza.

Da un certo punto di vista viene il sospetto che il nostro paese non senta il bisogno di grande narrativa perché ha difficoltà a distinguere la verità dalla finzione. Alcuni speciali di Servizio Pubblico hanno uno stile più cinematografico delle fiction nostrane, che d’altronde hanno grandissime difficoltà ad essere prodotte, come dimostra il recente caso di Gomorra. E il modo in cui i giornalisti sono abituati a spettacolarizzare cronaca e, soprattutto, politica, ha dato modo al paese di trasformarsi in un perenne reality show in cui tutto è molto confuso, e la mancanza di etica riguardo alla precisione dei fatti raccontati (le insinuazioni sono più frequenti dei racconti dei fatti, le errate corrige sono un miracolo) fa sì che gli spettatori restino affascinati da un racconto tanto mediocre quanto economico da produrre, a cui tantissimi vogliono partecipare, sempre.

La narrativa, invece, si prende la responsabilità di prendere una posizione con più dignità di molto giornalismo nostrano. La narrativa non pretende di essere verità: ma permette a chi ne fa esperienza di decidere quali elementi della stessa portare nel loro quotidiano. In un paese fondamentalmente analfabeta e confuso come il nostro, produrre grande narrativa e comunicare è fondamentale. La salute della narrativa di un paese può essere uno dei migliori segnali della maturità dello stesso. Anche per questo ho scritto questa serie, per sottolineare come la migliore narrativa sia collegata a doppio filo con il mondo che racconta. Lo arricchisce e se ne nutre.

 

15 SERIE MEGLIO DI LOST:

Introduzione – Lost

1 – Buffy L’ammazzavampiri   

2 – Twin Peaks 

3 – Friday Night Lights

4 – The Office

5 – The West Wing

6 – Freaks and Geeks

7 – 24

8 – Spaced

9 – Battlestar Galactica (2004)

10 – The X-Files

12 – The Wire

11 – Arrested Development

13 – Avatar: La leggenda di Aang

14 – Jackass

15 – I Soprano



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