L’Attacco dei Giganti è il titolo italiano di Shingeki no Kyojin, una delle opere introdotte su Players 06 nel novero degli esempi più significativi di “manga medi di qualità”, che meriterebbero di essere pubblicati nel nostro Paese per rappresentare al meglio l’ésprit creativo del fumetto pop nipponico. Non può che fare piacere, quindi, vedere approdare questo primo lavoro del talentuoso Hajime Isayama (autore sia dei disegni, sia della sceneggiatura) nelle fumetterie nostrane, proprio mentre, in Giappone, il manga è in procinto di essere adattato per il grande scherno, attraverso un live action diretto da Tetsuya Nakashima (Kamikaze Girls).

L’Attacco dei Giganti si apre su un mondo fantastico, a metà tra l’Europa napoleonica dei primi dell’Ottocento e una declinazione steampunk della tarda età vittoriana, dove pesanti colubrine coesistono con assurdi jetpack alimentati a vapore. Queste armi sono scaturite dall’ingegno disperato di un’umanità sull’orlo dell’estinzione, costretta a difendersi con ogni mezzo dalla minaccia dei giganti, ovvero delle immense creature antropofaghe la cui natura risulta in buona parte ignota.

Dopo che gli esseri avevano divorato la pressoché totalità della razza umana, l’esigua comunità di superstiti si è asserragliata in un’alienante città stato, cinta da mura spesse e dalla vertiginosa elevazione verticale, studiate per sovrastare i giganti stessi. In queste condizioni, gli uomini sono riusciti a sopravvivere per centosette anni, celando la profonda paura del mondo esterno dietro una parvenza di ritrovata serenità. Improvvisamente, però, un essere immenso si erge alle porte dell’agglomerato urbano e, come una funesta visione epifanica, distrugge in pochi istanti le fragili convinzioni umane, penetrando nella città insieme ai suoi simili, per dispensare morte e terrore.

In pochi attimi vengono spazzati via tutti quegli elementi di vita che la consuetudine aveva illusoriamente trasformato in certezze. Davanti agli occhi esterrefatti degli uomini, si staglia un agghiacciante spettacolo etologico, dove familiari e amici finiscono impietosamente nelle fauci dei giganti, come fossero frutti staccati dagli alberi, per essere mangiati.

«Quel giorno l’umanità ricordò il terrore di essere controllata da loro… l’umiliazione di vivere come uccelli in gabbia». Queste le parole pronunciate dal protagonista, il giovane cittadino Eren Jaeger, mentre assiste impotente al massacro dei suoi cari. Cinque anni dopo, Eren è un membro d’elite dell’esercito e decide di assegnarsi al Corpo di Ricerca, una sorta di squadra kamikaze, incaricata di esplorare il mondo esterno per studiare i giganti. Inizia, così, il tragico e sanguinoso cammino del protagonista, dove le esperienze di battaglia, umane e “naturalistiche”, si compenetrano tra loro per restituire un affresco della conoscenza come prezioso propulsore per l’evoluzione e per la comprensione del proprio ruolo nel mondo.

Il registro di Isayama è eclettico e d’impatto, forte di un’avvincente miscela di dramma, poesia, gore, riflessioni al limite dell’antropologico e interludi ironici, mai invasivi. Lo stile grafico è altrettanto articolato e sintetizza adeguatamente in immagini i variegati elementi narrativi.

Il contrasto dimensionale tra uomini e giganti è sottolineato da prospettive anatomiche ardite, capaci di fornire anche un eccellente dinamismo alle tavole. La natura arcana e feroce delle creature è risolta, invece, con una figurazione simile a quella di Fortunio Liceti, il seicentesco tassonomista del mostruoso. Il tutto è amalgamato da un disegno graffiante, malato e inquieto, che a tratti ricorda quello di Shinichi Hiromoto (Fortified School, Bushido), pur non rinunciando mai a compostezza e dettaglio.

L’Attacco dei Giganti segna il ritorno del buon manga shounen, quello liminale al seinen, stravagante, complesso e viscerale, che, in passato, è stato rappresentato da autori come Hirohiko Araki (Le Bizzarre Avventure di JoJo). Da provare.

Questa recensione è tratta da Players 14, che potete scaricare gratuitamente dal nostro Archivio.



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Piero Ciccioli

Coniuga da anni la sua professione di ricercatore scientifico a quella di articolista e saggista specializzato in videogiochi, cinema d’exploitation, horror, fumetti e nei più disparati prodotti di entertainment d’origine nipponica. Nutre una viscerale predilezione per tutto ciò che è weird e sogna di radere al suolo una riproduzione in cartapesta di Tokyo, vestito da Godzilla.

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