Chiudete gli occhi. Provate a immagine una superstrada, di quelle larghe, in cui le corsie abbondano. La lingua di asfalto si estende placida fino all’orizzonte. Ai lati del guardrail lo scenario schizza velocissimo; palme e cielo azzurro si mescolano come risucchiati alle spalle di un’auto da corsa che procede ad altissima velocità. A bordo, i capelli del pilota e della bionda al suo fianco si scompigliano al ritmo delle correnti d’aria che invadono l’abitacolo, approfittando dell’assenza del tettuccio. Ora aprite gli occhi. Non siete negli anni ’90 (purtroppo o per fortuna). Non vi trovate in sala giochi davanti a un cabinato di OutRun. Siete a casa, seduti davanti a una console che sta facendo girare Horizon Chase 2.

D’altra parte, non ci può sorprendere dell’effetto “tuffo nel passato” scatenato da un gioco che fa del richiamo a quel passato ben preciso il suo manifesto programmatico fin dal titolo: Horizon Chase, ovvero parafrasando, all’inseguimento dell’orizzonte. Riuscite a immaginare una formula che sintetizzi meglio l’essenza di OutRun? Horizon Chase 2 fa esattamente ciò che promette nel titolo (come Snakes on a Plane), porta il giocatore a inseguire nuovamente l’orizzonte senza troppi fronzoli con un po’ di migliorie rispetto al precedente capitolo (a mio parere troppo snobbato dalla critica).

La formula è la medesima, si corre su diversi circuiti sparsi per il mondo, per avanzare è necessario piazzarsi a podio e raccogliere le monete sparse per il tracciato. Il modello di guida è semplificato al punto che di rado è necessario staccare il dito dall’acceleratore, ma sapere quando farlo fa la differenze. Un’evoluzione di OutRun, senza la necessità di mangiarti gettoni, ma perfetta per incastrarci un giro veloce quando serve staccare per dieci minuti. 

Tutto questo però è solo il come. Horizon Chase 2 è molto più interessato all’orizzonte da inseguire, a cambiare più ambientazioni possibili. Si muove su un confine labile, tra la rappresentazione da cartolina dei fondali anni ’90 con la loro dose di ingenuità e un look abbastanza cartoonesco da buttarla sul simpatico omaggio, ma se la cava quasi sempre. Qualche zona a volte è un po’ pacchiana, ma riesce a restituire bene quel fascino per i posti lontani legato a un mondo già globalizzato, ma in cui le distanze non erano ancora state azzerate. 

Di tutta la retronostalgia possibile, insomma, Horizon Chase 2 ripesca il filone dallo slancio più utopico e idealista, in cui il pianeta è un groviglio di meraviglie tutte diverse che tra loro si affascinano. Lo fa a volte con un approccio un po’ goffo, altre sfiorando per brevi istanti lo spirito delle sale giochi che vuole omaggiare: una partita veloce non perché ho poche monetine, ma solo poco tempo. Che brutta fine. 

 



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Claudio Magistrelli

Pessimista di stampo leopardiano, si fa pervadere da incauto ottimismo al momento di acquistare libri, film e videogiochi che non avrà il tempo di leggere, vedere e giocare. Quando l'ottimismo si rivela ben riposto ne scrive su Players.

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