Una volta nella vita, ti potresti ritrovare a vivere contemporaneamente un duplice album solista dei fratelli Gallagher, ti potresti dunque ritrovare in un’altra epoca, ti potresti ritrovare negli anni 90, ti potresti ritrovare dietro al cassetto dei ricordi, alle sensazioni o predilezioni personali, con il volto rivolto all’epoca d’oro e potresti anche domandarti:  bene, ed ora chi preferisco?  

La domanda è semplice e mette in subbuglio vecchi sostenitori, nuove leve e nostalgici come il sottoscritto. In fondo la situazione non è che l’ultimo aggiornamento post scioglimento Oasis 2009. La disputa è dunque tra le più appassionanti della storia musicale recente alimentata anche (ad arte?) tra litigi, accuse ed insulti tra fratelli. Ogni fan od appassionato, per motivi insondabili e personalissimi, ha comunque già scelto il disco migliore, come precisa testimonianza del proprio schieramento, perchè nella loro semplicità (Liam) e complessità (Noel) dicono musicalmente quello che vorremmo ascoltare, senza aggiungere altro.

Perché un vecchio fan degli Oasis, o semplice appassionato, spesso, ha bisogno anche e solo di questo. Quella che segue è dunque una nuova playlist targata Alta Fedeltà e scelta dai loro ultimi, rispettivi album As You Were (Liam) – Who Built The Moon? (Noel). Il tentativo di immaginare come suonerebbero gli Oasis nel 2017 nel loro “ottavo” album in studio.
Buon ascolto!

P.s: a fine della playlist ecco una piccola recensione di entrambi i dischi solisti.

Liam Gallagher, melodie comuni, semplici, una ricerca di rock’n’ roll prima di tutto. Piccole grandi canzoni da consumare in fretta dove fondere melodia ed energia, dove mettere in luce il suo stile e la sua energia da frontman, magnetico e coinvolgente. Opere non complesse nell’approccio e nella struttura, nei riferimenti e nelle liriche: As You Were è composizioni chitarristiche; momenti in cui si avverte la familiarità con un suono basilare e spesso in acustico dove l’atmosfera vince sulla musica stessa, ridotta ai suoi elementi essenziali. Parla delle cose che conosce meglio Liam, vita vissuta e sfrontatezza. Vuole diventare ” grande”, uscire dalla subalternità compositiva con Noel e provare ad imporsi.  Al di là di tutto, al di là del modo in cui i brani sono eseguiti, il sound del suo primo album da solista vive perfettamente in bilico tra brit – pop ed echi lennoniani, tra la tradizione del rock e ballad.

Brano migliore: I’ve all i need

Noel Gallagher , giro di boa, nuovo viaggio, primo tentativo.  Noel non aveva idee certe al momento di registrare Who Built The Moon? Chi invece correva in avanti, coinvolto dal progetto, era David Holmes producer del disco, noto dj e remixer. Lui di idee su come far suonare la terza fatica solista di Noel ed i suoi High Flying Birds ne aveva. Buona parte del sound attuale di Noel porta dunque ben chiara la sua firma. Niente ballad, appunto, più legami con la psichedelia, la sperimentazione e lo strumentale. L’avvertenza è chiara. Il nuovo Noel è un disco suonato bene e ben curato per arrangiamenti, strutture e liriche. Un tuffo che è in realtà una nascita, l’uscita dal brit pop, verso qualcosa al momento solo abbozzato ma che promette bene.
Brano migliore: Dead in The Water (baso la mia vita sul Noel sentimento, pezzi intimi e chitarra acustica).



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Matteo Giobbi

Una classifica delle cinque descrizioni più memorabili del sottoscritto di tutti i tempi, in ordine sparso: 1) è’n zucchero, 2) è magggico, 3) è gajardo, 4) è Romano ma tifa Milan, 5) fa n’sacco de classifiche. Aggiungo, poi, cinematografaro e musicologo ad “artissimi” livelli. Mi trovate, facile, su Players.

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