Ingiustamente massacrato dalla critica, Ninja Gaiden 3 rappresenta forse uno dei casi più eclatanti della mancanza di coerenza della stampa specialistica. Tre le principali accuse mosse all’action game di Team Ninja, orfano di Itagaki.

Innanzitutto la presunta mancanza di sfida, fattore cruciale per un genere che punta soprattutto sull’abilità manuale, critica però ingiustificata perché il bilanciamento era in linea con le maggiori produzioni concorrenti, ovvero una modalità “normale” per neofiti e una già impegnativa modalità “difficile”; in secondo luogo l’eccessiva presenta di quick time event, che di fatto non lo erano, ma rappresentavano più che altro un’eccesso di zelo nello spiegare – tramite l’indicazione di comandi a schermo, peraltro disattivabili nelle opzioni – la principale novità del terzo episodio: una tecnica chiamata “steel on bone”, che permetteva di avviare una catena con cui finire gli avversari con un singolo colpo, indispensabile per sfoltire le numerose fila nemiche, e suscettibile di essere avviata in maniere differenziate a seconda dell’avversario del caso.

Ninja Gaiden 3 Razor's Edge Ryu

Terza e ultima critica è la semplificazione nella struttura, forse l’unica fondata, perché alle numerose ninpo presenti nel predecessore – particolari abilità elementali che in Ninja Gaiden II permettevano di infiammare e mutilare gli avversari – e allo sblocco progressivo di abilità e armi, nel terzo episodio si era presa una strada opposta: un’unica ninpo, che peraltro ricarica la barra dell’energia, l’assenza completa di item, e lo sblocco automatico delle combo avanzate.

Il risultato era un gioco non più semplice, ma più snello, che metteva al centro un sistema di combattimento funzionale e senza orpelli. Questo Razor’s Edge nasce tuttavia dall’esigenza di rispondere ad alcune di queste critiche, e dovrebbe rappresentare un’edizione riveduta, corretta e potenziata dell’originale.

Le modifiche apportate al gioco, date le premesse, non sono però tutte positive. Al gruppo delle buone partecipa sicuramente il reinserimento delle mutilazioni, che restituiscono il feeling muscolare e fisico del predecessore, e aiutano sia a rendere più spettacolare l’azione, sia a rendere più leggibile il tessuto nemico, dato che un avversario mutilato è suscettibile di essere finito con la pressione di un singolo tasto.

Benvenuto anche lo sblocco automatico di armi aggiuntive, laddove in Ninja Gaiden 3 erano state rilasciate più tardi con appositi DLC gratuiti. Differenziandosi per quantità di danni e capacità di taglio, il nuovo set aggiunge una componente strategica nella risoluzione degli scontri: se ad esempio gli artigli rendono Ryu più veloce e facilitano le mutilazioni, e quindi anche il caricamento delle ninpo; la falce è particolarmente indicata per grandi gruppi di nemici, specialmente se non molto rapidi.

Infine, la “steel on bone” è ancora presente, ma non è più il cuore del sistema di combattimento: può essere infatti attivata solo interrompendo un colpo caricato o una presa del nemico, e in ogni caso non permette di eliminare più di tre avversari consecutivi. Si tratta di una modifica interessante, che aggira uno dei problemi principali dell’intera saga, ovvero l’abuso, da parte del bestiario nemico, di devastanti proiezioni, che quasi sempre dimezzano la salute del protagonista, rendendo vane tutte le sottigliezze di design e le tecniche di evasione.

Il secondo gruppo di modifiche riguarda invece quei cambiamenti che non hanno influito più di tanto sulla struttura di gioco, quanto sul suo contorno. La gestione delle ninpo, ad esempio, torna simile a quanto visto nei primi due episodi della serie, cambiamento tutt’altro che importante, dato che le differenze cromatiche e lo sblocco progressivo non ne modificano lo scopo principale: sfoltire i gruppi nemici. Nell’edizione precedente, pur funzionando come una classica smart bomb, l’unica ninpo a disposizione fungeva tanto da espediente tecnico che ritmico: la barra veniva caricata solo dopo impegnative e furiose battaglie con folti gruppi di avversari, qualificando l’abilità elementale come lo zenit catartico di un inarrestabile crescendo omicida.

Altrettanto discutibile è il reinserimento dei potenziamenti selettivi delle abilità, supportato da un menu apposito in stile GDR e dal ritrovamento di “collectibles” quali i consueti scarabei: l’impressione è che queste features siano state inserite con l’intenzione di far sembrare il sistema più complesso, quando invece il set di mosse acquisibili è del tutto analogo al predecessore.

Discorso simile per i personaggi femminili, qui accompagnati da due livelli aggiuntivi da affrontare con Ayane, e dalle apposite sfide ai comandi di Momiji e Kasumi. Il tentativo è quello di variare l’azione, ma la gestione dei controlli è in realtà del tutto simile a quella di Ryu; e soprattutto, nel caso di Ayane, completamente rovinata da sezioni frustranti, livelli poco ispirati e dialoghi sul comico involontario andante.

Ninja-Gaiden-3-Razors-Edge-Ayane

Al gruppo delle novità evitabili va annoverata invece la messa all’angolo della principale novità di Ninja Gaiden 3, la già nominata “steel on bone”: seppure interessante il limitarne l’utilizzo come contromossa, la sua mancanza in tutte le altre occasioni rende il titolo più una versione alternativa di Ninja Gaiden II che un nuovo episodio a tutti gli effetti. Aumenta quest’impressione la ritrovata centralità delle “Ultimate Tecnique”, una serie di devastanti combo attivabili caricando il colpo forte, spesso l’unica soluzione per uscire vivi dalle situazioni più caotiche, e non certo un attestato di raffinatezza agli equilibri di combattimento.

Completano il quadro due difetti di cui si fatica a trovare una spiegazione: il frame rate a dir poco zoppicante e il bilanciamento della difficoltà mal calibrato. Per il primo punto basti dire che in molte occasioni, purtroppo non limitate a determinate sezioni, ma spesso rappresentate da interi livelli, il titolo diventa del tutto ingiocabile, costringendo spesso alla cieca reiterazione di alcune mosse.

Per quanto riguarda la difficoltà, invece, forse per rispondere alle ingiustificate critiche della stampa specialistica, Team Ninja ha di fatto alzato la sfida, rendendo tuttavia la modalità normale agevole tanto quanto quella del precedente titolo, e quella difficile, sebbene a una prima occhiata equilibrata, rovinata da momenti di rara frustrazione, che richiedono anche trentine di tentativi, e che spesso precludono la godibilità generale del prodotto, impressione acuita dagli scatti presenti in misura maggiore, data la presenza di più personaggi a schermo.

Il risultato è quindi un episodio poco curato, poco equilibrato e poco coraggioso. E sebbene rappresenti una gradita novità per l’hardware Nintendo, che di fatto guadagna un buon action game in attesa di Bayonetta 2, non si qualifica come quella versione riveduta, corretta e potenziata che la stampa specialistica, ancora una volta, ha creduto di vedere.



Players è un progetto gratuito.

Se ti piace quello che facciamo, puoi supportarci (o offrirci una birra) comprando musica, giochi, libri e film tramite i link Amazon che trovi negli articoli, senza nessun costo aggiuntivo.

Grazie!
, , ,
Similar Posts
Latest Posts from Players

2 Comments

  1. Ninja Gaiden 3 è stato massacrato dalla critica, come già da te scritto, Enzo, (se posso permettermi di dare del tu) e le recensioni che inquadrano questo nuovo capitolo per WiiU come una versione riveduta e corretta mi fanno nuovamente cascare le braccia.
    Tra aggiunte gradite e non, il fattore framerate, in un gioco talmente frenetico e con così tanti elementi che vengono elaborati durante l’azione di gioco, è sicuramente il punto critico. Di certo è colpa di un hardware che in alcuni componenti presenta dei downgrade rispetto alle console ammiraglie di Sony e Microsoft, ma io non ho voglia di chiudere un occhio sulla faccenda(Il gioco con i suoi pro e contro, è apprezzabile ed appagante). Lascio fuori dal post i commenti pieni di astio (amorevole eufemismo) verso la critica che ancora una volta mi lascia basito.

    1. Grazie del commento :) Direi che la pensiamo allo stesso modo, anche se secondo me non è colpa dell’hardware Nintendo ma di Team Ninja che ha avuto poco tempo/non si è sbattuto

Comments are closed.