Esiste un’unica gara nella quale gli Elbow  sembrano voler competere da 6 album a questa parte. Quella di una ricerca sonora imprevedibile e raffinata che, lo dimostrano i successi riscontrati, chiunque possa approcciare per innamorarsene.

La situazione è al limite dell’eccellenza, soprattutto perché il loro modus operandi non fa altro che sfornare intensità musicale, che, inevitabilmente, genera consensi tra pubblico e critica. Sequenze inevitabili di una band con talento, fan leali e attenti, un capolavoro assoluto alle spalle (The Seldom Seen Kid) che dalla staticità del brit-pop dei ‘90s, si è erta a congiuntura colta ed intelligente del pop britannico.

Con dieci pezzi in scaletta , l’odierno The Take Off and Landing of Everything vuol dimostrare tutta la loro maturità. Ritroviamo di fatto gli ingredienti musicali più gustosi, tiranneggia un mood musicale dai notevoli agganci melodici, veleggiano a vele spiegate i lievi e creativi arrangiamenti. Assaporiamo inoltre l’insaziabile attenzione riservata ai dettagli, essenziali ma cesellati, dove ogni canzone trascina l’ascoltatore in un crescendo di vertiginosa bellezza; gran bei pezzi, inutile dirlo. Risulta facile lasciarsi prendere la mano da musiche intrise di testi malinconici e delicati e pretendere che la voce splendida di Guy Garvey, con estrema delicatezza, possa entrarci ancora di più nelle viscere.

Il disco inizia dalla pacatezza di This Blue World, un brano che non lascia dubbi sull’intenzioni dell’intero racconto: senza veli, malinconico, intimo, meraviglioso ed a caccia di emozioni, con un finale che non lascia tregua. Non abbiamo tempo per pause, non possiamo distrarci un attimo che l’urgenza di bellezza viene ribadita in Fly Boy/Blue Lunette. Apice assoluto del disco, incastonata in una struttura tecnica e compositiva perfetta sancita oltretutto da un finale toccante ed armonioso, eleva la malinconia a sfumature epiche.

A questo punto della sequenza i termini sembrano già perfettamente delineati. La titletrack, ad esempio, è il vero cuore del disco. Sette minuti in cui i ragazzi di Manchester concentrano tutto il loro sound, che è solo loro, attraverso un tappeto sonoro capace di regalare grandi soddisfazioni. Il momento magico è confermato anche dalla bellissima New York Morning, brano che trae ispirazione da un viaggio fatto da Garvey nella Grande Mela.

Tutt’altro che un riempitivo, insomma, anzi un capitolo importante di una discografia che non riesce proprio a proporre episodi malriusciti.

Artista: ELBOW
Disco: The Take Off And Landing Of Everything
Etichetta: Fiction
Selezionati per voi: Fly Boy/Blue Lunette, This Blue World, New York Morning



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Matteo Giobbi

Una classifica delle cinque descrizioni più memorabili del sottoscritto di tutti i tempi, in ordine sparso: 1) è’n zucchero, 2) è magggico, 3) è gajardo, 4) è Romano ma tifa Milan, 5) fa n’sacco de classifiche. Aggiungo, poi, cinematografaro e musicologo ad “artissimi” livelli. Mi trovate, facile, su Players.

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