Buffy the Vampire Slayer ha 20 anni. Fa impressione dirlo per chiunque abbia abbastanza anni da ricordarsi il momento in cui la serie è arrivata in TV; ma fa ancora più impressione perché la serie ha continuato ad essere un titolo fondamentale per tutti i fan di serie TV, discussa anno dopo anno, nonostante le decine di nuove serie che escono ogni anno. Ho scritto tempo fa un articolo per spiegare perché Buffy sia la migliore serie TV di tutti i tempi, e non credo che questa definizione sia meno rilevante oggi rispetto a sei anni fa. Piuttosto, fa impressione vedere quanto sia profondo l’impatto lasciato dalla serie nella cultura popolare odierna anche al di là della televisione.
Quando si parla dell’impatto di Buffy in realtà si parla in gran parte dell’impatto lasciato dal suo creatore, Joss Whedon, forse il meno famoso gigante dei media dei nostri tempi. Riassunto veloce: Whedon ha messo mano nel film che ha dato vita al fenomeno Pixar (il primo Toy Story), ha creato Buffy, Angel e Firefly, tre delle serie più amate degli ultimi trent’anni, ognuna delle quali ha coinvolto autori che hanno messo mano a decine di serie oggi di enorme successo; ha rivitalizzato gli X-Men nel mondo dei fumetti, con Astonishing X-Men; ha creato una delle prime serie web di grande successo con Dr. Horrible’s Sing Along Blog. E, con Kevin Feige, è stato il motore dietro all’esplosione dei film sui supereroi che ha dominato l’ultimo decennio cinematografico.
Whedon era coinvolto nel mondo cinematografico Marvel ancora prima della creazione di Marvel Studios (ha messo mano alla sceneggiatura del primo X-Men). Ma è stato il suo coinvolgimento nel Marvel Cinematic Universe che ha cambiato per sempre il modo in cui vediamo il cinema. Dopo che l’MCU ha fatto i primi passi sotto la supervisione di Feige e di Jon Favreau, nel momento in cui è diventato chiaro che l’epica degli Avengers avrebbe creato un universo che si sarebbe dovuto espandere in decine di film, Whedon è stato assunto da Feige, con il compito di creare un piano per trasformare una manciata di film in una saga che continuerà per anni, in decine di film. Whedon è stato coinvolto nell’MCU dai tempi del primo Captain America, ed è evidente che è da quel film che l’MCU ha trovato una sua dimensione, che ha trovato un equilibrio tra esplosioni ed emozioni, tra combattimenti e sentimenti. Un equilibrio molto simile a quello di Buffy (e Angel), non a caso. Scegliere Whedon per la regia del primo Avengers è stato un colpo di genio che ha dato vita ad uno dei film di maggior successo della storia del cinema. E ha permesso di consolidare la possibilità di trovare una terra di mezzo tra la serialità televisiva e quella cinematografica. Senza il successo di Marvel e Pixar non avremmo avuto una Disney in grado di ridare vita a Star Wars. Magari avremmo avuto anche meno terribili film che cercano di creare “universi cinematici”, ma la DC è ancora in tempo per raddrizzare rotta dopo tutto.
Buffy è anche uno dei motori principali dietro all’esplosione della Young Adult Fiction negli ultimi decenni, e in particolare di quella dedicata ai teenager (diversa da quella indirizzata ai più piccoli, come Harry Potter – e non confondete questa qualifica come un giudizio di maturità o complessità, è solo una classificazione tecnica, in entrambi i campi si trovano lavori straordinari). Whedon è uno dei primi creatori di grande successo ad ammettere senza nessun problema di essere un vero fan della cultura pop del ventesimo secolo, in particolare dei fumetto americano, uno degli spazi dove il rapporto tra adolescenti e narrativa è più cresciuto negli ultimi decenni.. E non si parla di un’infatuazione nostalgica, ma della passione di chi prende sul serio il fumetto, senza vergogna ed ironia, con assoluto rispetto. Il fatto che Whedon possa saltare da Stan Lee a Bill Shakespeare senza nessuna difficoltà ha aperto un nuovo mondo a generazioni di scrittori, e ha fatto capire a tutti il potenziale delle narrative “per ragazzi”.
Buffy è ancora attuale perché sotto molto punti di vista è ancora avanti rispetto ai grandi successi che sono arrivati da quando è uscita dai palinsesti. La maggior parte della young adult fiction dedicata ai teenager ha un tallone d’Achille: la necessità quasi fisiologica di inserire disperate storie d’amore in mezzo a racconti dove queste storie sono spesso fuori luogo. Hunger Games, ad esempio, è una serie dove l’aspetto sentimentale è poco sviluppato, e molto meno interessante del mondo raccontato da Suzanne Collins. Ma il triangolo amoroso tra Katniss e i suoi spasimanti è uno dei motivi per cui la serie ha avuto così tanto successo tra gli adolescenti, caratteristica fondamentale per cui questo tipo di storie possano avere successo. Buffy non ha mai cercato davvero di mettere questo aspetto da parte; piuttosto, lo ha usato bene. Da Angel a Spike passando per la storia tra Tara e Willow, Giles e Jenny, Xander e Anya… in Buffy i rapporti sentimentali sono il modo in cui la serie si àncora alla realtà, dove trova un equilibrio perfetto tra fantasy e reale. Un equilibrio che ha permesso anche a coloro che di solito non sono interessati a fumetti, a fantasy o alla fantascienza di apprezzare opere ambientate in universi di quel tipo.
È la capacità di Whedon di cambiare registro, del passare da ironia a tragedia, da surreale ad iper realistico, che ha cambiato irrevocabilmente il linguaggio della narrativa moderna.
L’impatto di Buffy the Vampire Slayer è enorme perché è praticamente impossibile trovare una singola persona che abbia avuto un impatto maggiore di quello che Joss Whedon ha avuto negli ultimi 30 anni di cultura popolare. Forse J.K. Rowling ci va vicino, ma il suo coinvolgimento è molto più circoscritto di quello di Whedon (come quello di Neil Gaiman, anche lui enorme). J.J. Abrams è un’altra figura fondamentale degli ultimi 30 anni di cultura popolare, molto simile a Whedon sotto molti punti di vista, ma decisamente più influente in quanto “Imprenditore creativo” (da produttore e regista) che da autore. Ma anche se lasciamo da parte le classifiche, tra l’altro non particolarmente utili, quello che rimane è che Buffy è tutt’ora un testo fondamentale della narrativa degli ultimi due secoli, e che la corsa ad arrivare ai suoi livelli, ovvero l’esplosione di televisione ad altissimi livelli che vediamo giorno per giorno, è la sua eredità più grande.
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