Brutto, sporco e cattivo. È il ritratto di Joseph (Peter Mullan, monumentale), un disoccupato e alcolista che nella prima sequenza uccide il proprio cane e in quelle successive attacca briga con chiunque gli capiti a tiro. Un loser, un reietto, uno scarto della società che vede un’arrugginita ancora di salvezza in Hannah (Olivia Colman, toccante e inappuntabile), una donna fedele e religiosa, anche se in un modo tutto suo, oppressa da un marito sadico e perverso.

È questo l’idilliaco quadretto proposto da Paddy Considine, attore abbastanza celebre nel Regno Unito e spesso utilizzato per dare volto a personaggi borderline, alla sua prima prova da regista e sceneggiatore. Fin dalle prime battute, il film assume connotati KenLoachiani e non solo per la presenza di uno dei suoi attori feticcio. Le atmosfere cupe e torbide, la presentazione di una galleria di loser senza speranza, gli scenari suburbani dove operano indisturbati vandali e tossici e immense case popolari che si ergono come cattedrali nel deserto, richiamano i drammi del grande regista britannico. Considine spinge l’acceleratore ancora più a fondo, drammatizzando ogni sequenza e ogni snodo narrativo: se in Tyrannosaur una cosa può andare male, andrà sempre e sicuramente peggio.

Amore, religione, speranza, abbandonano lentamente e inesorabilmente i personaggi che cercano inutilmente di aggrapparsi l’uno all’altro, alla ricerca di un appiglio tanto invisibile quanto irraggiungibile. Considine firma un dramma asciutto ma non arido, ricco di pietas e aggressivo, cattivo e accattivante, che rifugge da ogni manierismo per abbracciare un pessimismo cosmico e totalizzante che non sarebbe dispiaciuto a Céline. Graziato dall’ottima prova di un cast in perfetta forma, uno script sapido e sadico e mai appesantito da manierismi o fronzoli, Tyrannosaur conferma la rinascita del cinema britannico che tanto più volge il suo sguardo al presente, tanto più riesce ad apparire stimolante ed efficace.



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Andrea Chirichelli

Classe '73. Giornalista da tre anni, ha offerto il suo talento a riviste quali Wired, Metro, Capital, Traveller, Jack, Colonne Sonore, Game Republic e a decine di siti che ovviamente lo hanno evitato con anguillesca agilità. Ha in forte antipatia i fancazzisti, i politici, i medici, i giornalisti e soprattutto quelli che gli chiedono foto.

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1 Comment

  1. Io adoro Paddy attore e come regista promette bene!

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