La doverosa premessa. Questo non è un articolo su Joss Whedon, questo è un verboso e involuto biglietto di “Buon Compleanno” per l’autore di Buffy L’Ammazzavampiri e di altre notevoli, uniche e straordinarie opere anche se, per un cinema di Minneapolis, in occasione della proiezione di Much Ado About Nothing, il defining moment della carriera di Whedon è soprattutto in quelle quattro puntate scritte per Roseanne. (Oppure, come è stato ipotizzato, forse chi ha scelto il titolo è convinto che Roseanne abbia beneficiato per alcuni episodi della penna di quel tizio inglese di cui tanto si parla, William Shakespeare)

Joss-Rosanne

Per raccontare chi è Joss Whedon sarebbe necessario almeno un piccolo saggio, per trasmettere il senso di quanto sia rilevante e riconoscibile come autore e quanto il suo apporto sia fondamentale per la serialità televisiva così come per la cultura pop, per capire perché una parte di mondo lo considera il proprio nume tutelare, ecco per averne un’idea sono a disposizione, tra i vari lavori, quattro serie televisive, più centinaia di dissertazioni accademiche (secondo un’indagine di Slate, non I Sopranos, non The Wire, non Mad Men ma Buffy è la serie che più ha stimolato ricerche e studi accademici). Joss Whedon ha anche diretto il film che ha entusiasmato – e non era per nulla scontato che fosse così – orde di fan, riempito i cinema per settimane fino a piazzarsi al terzo posto dei migliori incassi di sempre: se vivessimo in un mondo ideale starei alludendo a Serenity invece mi riferisco ad Avengers, ma va bene così, anche Avengers è un grande film. Avengers: Age of Ultron meno, però se non altro il nome del regista compare nella locandina del film mentre per il primo capitolo cinematografico si era pensato bene di evitare di menzionarlo sia nel poster che nel trailer ufficiale.

joss avengers

Nella sua carriera, Whedon, di delusioni ne ha avute diverse. Probabilmente la più cocente è stata la cancellazione di Firefly decisa, a giudicare dal corso degli eventi, ancora prima della messa in onda. Il pilot diviso in due parti viene valutato dalla Fox troppo lento, parlato, carente in azione. Whedon si ritrova dunque a scrivere una terza puntata che funzionasse anche da pilot. Nel momento in cui avrà la fortuna di far tornare in volo la Serenity al cinema, Whedon per la terza volta è nella posizione di dover introdurre la crew della Serenity come fosse la prima volta per il nuovo pubblico, ma al contempo a re-introdurre i personaggi in modo da non annoiare i fan della prima ora.

I successivi episodi di Firefly vengono trasmessi “come capita”, senza rispettare il naturale ordine e, sebbene non fosse ancora presente una trama orizzontale, la crescita dei personaggi e l’evoluzione dei loro rapporti risulta schizofrenica anziché organica. Il pilot originario viene trasmesso come episodio di chiusura, a serie cancellata.

firefly

Forse è stata tutta colpa del karma.  Adesso, in tv, non sei nessuno se non uccidi un personaggio principale del tuo show, ma all’epoca Whedon fece delle scelte narrative in tal senso per nulla scontate, anzi destabilizzanti, anche se trovo curioso che tra le tante morti di personaggi amatissimi nessuno ricordi Buffy. Ok, poi viene riportata in vita, ma nel momento in cui la decisione era stata presa nella writing room non era per nulla scontato che la serie sarebbe stata rinnovata per una sesta stagione.

buffy pic

Angel è arrivato alla quinta stagione ed è stato cancellato per una sorta di “malinteso”, mettiamola così, mentre Dollhouse si è candidato alla cancellazione fin dal pilot causa (non) ascolti ma, essendo prodotta in casa dalla Fox, è sopravvissuta alla scure della cancellazione a scapito di Terminator: The Sarah Connor Chronicles i cui diritti erano da dividere con WB. Dollhouse, come dirlo in modo elegante, non è stata la serie di Whedon che tutti stavamo aspettando, ciò nonostante è riuscita a produrre un episodio, Epithaph One, che resta tra i migliori del Whedonverse anche se ha creato non pochi problemi allo stesso Whedon. Dollhouse, dicevo, viene rinnovato per una seconda stagione e di colpo Epitaph One, che doveva essere un episodio a parte, un bonus  per adempiere agli obblighi contrattuali (i contratti di vendita nel mercato internazionale prevedevano la produzione di 13 episodi) diventa sia il finale di stagione che il foreshadowing del finale di serie. La seconda e ultima stagione è tutta quindi una corsa verso il compimento dei fatti narrati in quello strano, spiazzante, avvincente episodio post apocalittico che ha come protagonisti personaggi nuovi, mai visti nella prima stagione.

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Il caro Joss è però tenace quanto creativo e instancabile: è un monumento vivente alle idee e alla capacità di concretizzarle a qualsiasi costo. Intendo letteralmente. Nel mese di vacanza successivo alla realizzazione di un film drenante a livello di energie fisiche e mentali come Avengers, su input della moglie, decide che è arrivato il momento di dare un corpo cinematografico al suo sogno: Much Ado About Nothing. Il film viene girato interamente nella sua casa di Santa Monica, prodotto da Kai Cole (sua moglie) e interpretato dagli attori con i quali ama lavorare. Il suo Much Ado, girato in b/n, è una commedia deliziosa e leggiadra, ricca di humor, passione e sensualità. Shakespeare avrebbe apprezzato.

Perfino lo sciopero degli sceneggiatori USA avvenuto tra il 2007 e il 2008 diventa per Whedon un’occasione per rinunciare a un po’ di riposo per realizzare, a proprie spese, un altro progetto: Dr. Horrible’s Sing Along Blog che nasce come webserie fino a trovare il suo mercato in DVD e piattaforme di streaming.

Tralascio altro lavori, per tutto il resto c’è Wikipedia, perché come vi anticipavo, questo è un prolisso “Buon Compleanno” con lo scopo di mettere in risalto due particolarità: quanto Joss Whedon sia tenace, brillante e resistente alle avversità, e quanto sappia dedicarsi a piccoli divertissement che finiscono per essere poi oggetti di culto.

Con questo spirito vi consiglio due lavori poco conosciuti: uno dei quali è Speed, il film con Keanu Reeves. Lo sceneggiatore che figura legittimamente nei crediti è Graham Yost (Justified), ma non è mai stato un segreto che in realtà il vero autore sia Whedon, come afferma lo stesso Yost: “Whedon ha scritto il 98.8% dei dialoghi”. L’apporto di Joss è stato poi personale e fondamentale allo sviluppo dei personaggi che sono diventati qualcosa di diverso dopo il suo passaggio. In occasione dei 20 anni compiuti dal film, Whedon per la prima volta si è lasciato intervistare proprio su Speed e sulla delusione di vedersi negati i crediti di scrittura. Joss Whedon subiva angherie sul lavoro dal lontano 1994. Si farà le ossa per vedere il suo strepitoso Quella Casa Nel Bosco per anni a prendere polvere sullo scaffale prima che arrivasse la Lionsgate a distribuirlo.

Scherzi a parte vi invito a rivedere il film, unico nel genere considerato il tipo di protagonista maschile di quegli anni (John McLaine, per esempio), e considerato anche il ruolo delle co-protagoniste femminili: eye candy o damsel in distress. Il personaggio interpretato da Sandra Bullock va in controtendenza risultando una di fatto co-protagonista, coraggiosa, ironica e risoluta.

L’altro titolo, fruibile in un paio d’ore, è un comics a numero unico: Sugar Shock tradotto e distribuito in Italia da Bao Publishing. Disegnato da Fabio Moon, in Sugar Shock troverete tutto ciò che si ama in Joss Whedon: la capacità di tratteggiare, con poco tempo a disposizione, un gruppo di personaggi in modo univoco e sfaccettato e rendere chiare le interazioni all’interno del gruppo grazie a dialoghi brillanti, sottotesti e all’immancabile dose di ironia. Tutto questo nello spazio intergalattico prima, dopo e durante concerti rock.

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Chi parla di Whedon non può non parlare di femminismo ma, visto che l’argomento meriterebbe una trattazione a parte, faccio parlare direttamente lui

Buon Compleanno, Joss Whedon: You save the tv. A lot.



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Mara Ricci

Serie tv, Joss Whedon, Jane Austen, Sherlock Holmes, Carl Sagan, BBC: unite i puntini e avrete la mia bio. Autore e redattore per Serialmente, per tenermi in esercizio ho dedicato un blog a The Good Wife.

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