Immaginate una serie tv realizzata dallo Studio Ghibli lunga 100 ore, ricchissima di personaggi, trame, sottotrame e colpi di scena. Ecco, Ni No Kuni II: Il Destino di un Regno si avvicina moltissimo a questo concetto, pur essendo un videogioco. Level 5 infatti ci ha ficcato dentro talmente tanta roba da spaventare il giocatore occasionale. Mettetevi comodi, perchè per almeno un centinaio di ore sarete decisamente impegnati…

Ni No Kuni II: Il Destino di un Regno si apre con un incipit alquanto bizzarro: il leader di un grande Paese nel nostro mondo, si sta recando ad un importante meeting internazionale, quando la città ospitante viene devastata da un’esplosione atomica: per puro miracolo l’uomo, anziano, si salva, risvegliandosi in versione “giovane e smart” in un mondo alternativo, dove un giovanissimo sovrano sta per essere deposto da un colpo di stato. I due si aiutano vicendevolmente e la storia comincia…

Ni No Kuni II: Il Destino di un Regno, ludicamente parlando, non differisce molto da un Jrpg standard, ma aggiunge alla formula due elementi decisamente accattivanti: la gestione dello Stato, che mette il giocatore in grado di costruire e espandere varie strutture utili a progredire nel gioco (un mix tra Suikoden e Sim City, tanto per citare due padri nobili) e una sezione “strategica” a-la-Cannon Fodder (ve lo ricordate, vero?) durante la quale si devono combattere battaglie “campali” per difendere il territorio o espanderne i confini. Il peso di queste due attività collaterali (si fa per dire, visto che sono necessarie per portare avanti anche la storia) occupano almeno il 50% del tempo, conferendo a Ni No Kuni II: Il Destino di un Regno una varietà di situazioni fuori del comune.

Ogni struttura deve essere migliorata non solo sotto il profilo dell’efficienza, ma inserendo al suo interno uno o più “talenti” reclutati attraverso side-quest, che in questo modo diventano assolutamente funzionali al gioco e non mero orpello “estetico” o fissazione per completisti. Certo non tutte brillano per originalità, ma la varietà di personaggi e storie sono assolutamente meritevoli. Il miglior pregio del gioco è indubbiamente il nesso causale che collega tra di loro i momenti action, con quelli strategici e quelli legati all’evoluzione del nostro Regno: un senso di progressione entusiasmante che non si vedeva da tempo in un Jrpg.

La grande rivoluzione rispetto al primo capitolo concerne il gameplay: niente più famigli da catturare, ma uno stile molto più immediato, intuitivo e frenetico, vicino agli action-Rpg della serie Tales of. Si colpisce, si para, si lanciano incantesimi, si ottengono potenziamenti sfruttando i Cioffi, gli spiriti che hanno varie capacità (curative, offensive…) che a loro volta avremo nutrito e cresciuto in una delle strutture della nostra città-stato. Scomparsi gli attacchi casuali: gli unici mostri che ci verranno addosso per ingaggiare battaglia saranno quelli con un livello superiore al nostro e se vorremmo “grindare” sarà nostro agio scegliere comodamente le nostre vittime.

All’inizio abbiamo citato Studio Ghibli, che aveva collaborato attivamente al primo capitolo, ma che in questo non è stato coinvolto direttamente: sicuramente le scene di intermezzo ne risentono, perchè non sono più dei piccoli cortometraggi animati come nel predecessore, ma chara e ambientazioni restano di altissimo livello. Il mondo di Ni No Kuni II: Il Destino di un Regno è vivo, pulsante, coloratissimo e richiama le atmosfere di Nausicaa e Laputa: uno dei migliori esempi di grafica in cel shading di sempre, assieme al mai troppo lodato Gravity Rush 2. Di “Ghiblesco” c’è invece la OST, creata dall’immancabile Joe Hisaishi, che anche questa volta centra il bersaglio con una colonna sonora varia, capace di passare da momenti aulici e intimi ad arie maestose, drammatiche e solenni, ricca ed emozionante. L’unico difetto, legato peraltro ad un solo personaggio, è nella sua caratterizzazione italiana, l’utilizzo del dialetto (romano, non ce ne vogliano i lettori della Capitale, ma dopo un po’ proprio nun se regge).

Capace di espandere, migliorare e correggere i difetti del (peraltro ottimo) predecessore, Ni No Kuni II: Il Destino di un Regno si candida prepotentemente, anche grazie alla presenza/assenza di una concorrenza alquanto scarna, come miglior Jrpg di questa generazione.



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Andrea Chirichelli

Classe '73. Giornalista da tre anni, ha offerto il suo talento a riviste quali Wired, Metro, Capital, Traveller, Jack, Colonne Sonore, Game Republic e a decine di siti che ovviamente lo hanno evitato con anguillesca agilità. Ha in forte antipatia i fancazzisti, i politici, i medici, i giornalisti e soprattutto quelli che gli chiedono foto.

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