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Non amo i fantasy fatta eccezione per Harry Potter che nella mia vita è ormai una compagnia fidata da numerosi anni. Questo, però, non mi ha stimolata a esplorare il genere con occhio diverso, e per un motivo molto semplice: Harry Potter è un fantasy solo nel suo aspetto più esteriore. La saga è un mystery contiguo al genere investigativo, come dimostra perfettamente Il Principe mezzo sangue che ricade completamente nella detection, ed è infatti in questo libro che Rowling mostra la sua vera natura, quella di crime novelist, come testimonia ampiamente la sua carriera di autrice al di fuori di Hogwarts.

Nel momento in cui si è deciso di lanciare il guanto di sfida all’universo espanso di Star Wars prima, e della Marvel poi, non si poteva però puntare su questo elemento, ed allora si è scelto di ampliare la parte di più facile presa e su un pubblico più ampio, ovvero quella magica e fantastica.  Si è scelto di puntare sulle creature magiche affidando alle avventure “per trovarle” il compito di portarci a scoprire il Wizarding World oltre Hogwards, fuori dal mondo anglosassone, e ben prima delle storie che ci avrebbero condotto a Harry. Non è andata benissimo, nonostante il primo film abbia avuto un ottimo riscontro di pubblico. 

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Innanzi tutto i nuovi personaggi non hanno fatto presa. Lo Scamander di Redmayne sembra un Dottore che non ce l’ha fatta, spesso gli animali fantastici paiono dei rip-off delle bestiole aliene di Star Wars, mentre i nuovi luoghi da esplorare sono caratterizzati a colpi di stereotipi: una New York tale solo perché si intravede la Statua della libertà, una Parigi tale solo perché si intravede la Torre Eiffel, altre scuole di magia non pervenute. A chiudere il tutto con un bel fiocco una perfetta – sebbene negativa – reciprocità tra il cast incapace di lasciare il segno, e una sceneggiatura inabile nel dar loro una storia in cui poter brillare.

Da subito, e facilmente, è stato il Silente di Jude Law a farsi notare: magnetico, fascinoso e con quel pizzico di ironia – a volte giocosa, a volte caustica – che dal primo momento in cui l’abbiamo conosciuto ne La Pietra Filosofale caratterizza il personaggio. Il personaggio appare però per la prima volta, e per una manciata, solo nel secondo episodio: I Crimini di Grindelwald. A proposito di quest’ultimo: siamo al terzo cambio attore e, come dicono gli inglesi, third time’s the charm. A un incolore Colin Farrel è succeduto Johnny Depp a cui va il merito di essersi dato completamente al personaggio, anche se zavorrato nell’interpretazione da un look eccessivamente eccentrico e da una storyline da assassino folle tout court.

Ne I Segreti di Silente troviamo Mads Mikkelsen, preferito a Depp per via dei guai giudiziari (ora risolti come meglio non si potrebbe, per lui). Mikkelsen si è rivelato la scelta ideale: elegante, composto ma terrificante all’occorrenza, il nuovo Grindelwald è un villain lucido, temibile e carismatico, anziché una minaccia urlata in faccia. L’alchimia tra lui e Jude Law li rende una delle coppie cinematografiche dell’anno, visto che finalmente la loro storia d’amore viene esplicitata.

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Rowling aveva parlato dell’omosessualità di Silente a saga ultimata riuscendo in qualcosa che richiede davvero abilità stregonesche: essere un’ipocrita dedita al queerbating per non aver avuto il coraggio di parlarne all’interno della storia, ed essere una paladina dei diritti civili che regala alle nuove generazioni la normalità di un personaggio principale, amatissimo e gay all’interno della serie più venduta al mondo.

Love, arrogance, naivety. Pick your poison. It’s really quite beautiful, you have to admit. Were you to even think about defying it… he knows, you see. He says it’s a betrayal in my heart.

Ne primi due film il rapporto tra Silente e Grindelwald è solo alluso. Adesso finalmente il legame tra i due è manifesto. Silente parla apertamente del sentimento che lo ha legato a Grindelwald e di quella dedizione cieca, acritica e appassionata caratteristica soprattutto del primo grande amore. Solitamente Rowling non brilla quando si tratta di rendere legami romantici, tutt’altro, ma qui riesce a dare corpo e profondità a un rapporto di cui si è parlato, ma che solo ora viene mostrato in tutte le sue implicazioni sentimentali, magiche e morali. In generale è l’intera sceneggiatura a funzionare molto meglio, evidentemente merito di Steve Kloves che co-firma lo script, al contrario dei primi due film usciti integralmente dalla penna di J.K. Rowling.

Avere al centro del film la storia personale di Silente e della sua famiglia ha comportato il riposizionare in seconda fila Scamander che continua a essere un personaggio principale, ma non più il protagonista. Collocazione di cui ha beneficiato l’intera pellicola, nonché il personaggio stesso. Il classico gruppo improbabile di persone che apparentemente non ha nulla da spartire si forma così intorno alla missione da compiere: scongiurare l’ascesa al potere di un Grindelwald che non solo è riuscito a far condonare i suoi crimini, ma che anzi rischia di essere eletto nella più alta carica del mondo magico. 

Il gruppo, scelto e indirizzato da Silente, è formato oltre che da Scamander, da suo fratello Theseus capo degli auror inglesi, da Jacob, Yusuf Kama fratellastro di Lita Lestrange, e da Bunty, l’assistente che finalmente ha un ruolo che la sottrae all’anacronistico e avvilente cliché della segretaria che vive nella speranza che il suo capo si accorga di lei. La punta di diamante della stramba compagine è però la professoressa Eulalie Hicks (Jessica Williams), il miglior personaggio originale di quella che con tutta probabilità sarà solo una trilogia. 

Il progetto Animali Fantastici, dopo il successo del primo film, era stato promosso a pentalogia. I Crimini di Grindelwald, però, non ha convito la critica e la risposta del pubblico è stata discreta, ma non eccelsa. L’attuale terzo film, quindi, per allungare l’aspettativa di vita del franchise sarebbe dovuto essere un incontestabile successo al botteghino, cosa che non è avvenuta. Seppure con un incasso dignitoso, considerando anche il periodo post pandemico, I Segreti di Silente è stato accolto tiepidamente. La Warner deve aver messo in conto la probabilità (alta) di chiudere con questo terzo capitolo e di fatti il finale, sebbene lasci alcune storie aperte, chiude in modo soddisfacente le vicende personali dei protagonisti e l’atmosfera dell’epilogo è decisamente quella di un commosso e sentito addio, non certo di uno speranzoso arrivederci. 

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Tutto sommato è un peccato. I Segreti di Silente, seppure non perfetto, ha dimostrato che quando il franchise batte strade nuove, ma su terreni conosciuti, riesce ad avere qualcosa di interessante da dire. Tornare a concentrarsi su un protagonista della saga di Harry Potter ha consentito di mettere a fuoco la storia che si voleva raccontare senza perdersi in sotto trame da soap opera, o di poco interesse portate avanti da personaggi incapaci di accendere la fantasia degli spettatori. Una volta capito su cosa puntare e cosa lasciare per strada, o in secondo piano, il terzo capitolo ha finalmente mostrato luoghi se non fantastici, quanto meno curiosi (la prigione tedesca), o finalmente magici e suggestivi come il tempio in Buthan. L’ultima mezz’ora abbondante del film è degna di una spy story di tutto rispetto, a riprova che il franchise decolla quando non finge di essere soprattutto un fantasy.

In regia David Yates si mostra rinvigorito (rispetto ai primi due, non in assoluto), segno che quando il materiale su cui lavora è discreto, ed ha a disposizione attori carismatici, riesce ad andare oltre il compitino assegnato. In definitiva, Animali Fantastici: I segreti di Silente sarebbe stato un ottimo primo film con cui far partire il nuovo franchise.

Note

  • Non viene spiegato come il patto di sangue sia stato infranto. Probabilmente l’oggetto magico è andato in tilt nel momento in cui si sono uniti, a protezione di Credence, gli incantesimi di Albus e Aberforth: stesso sangue, quindi, appartenente però sia a una persona che non avrebbe potuto scontrarsi contro Grindelwald, sia a una persona che avrebbe potuto. 

 

  • Scamander, Theseus, la Professoressa, Jacob ecc. sono sostanzialmente i precursori del primo Ordine della Fenice. Qui vediamo per la prima volta in che modo Silente riesca a radunare intorno a sé le persone giuste per missioni di importanza capitale, ma ad alto tasso di mortalità. Già a questo primo gruppo, il futuro Preside di Hogwards chiede dedizione totale: “Should you agree to do what I ask, you’ll have to trust me, even when every instinct tells you not to.” È inevitabile pensare a quando Silente chiederà a Harry di accompagnarlo a caccia dell’horcrux nella grotta.

 

  • Tina, la protagonista femminile del primo film e coprotagonista del secondo, qui appare in dosi omeopatiche. Il motivo sarebbe dovuto a un conflitto di impegni visto che a causa della pandemia le riprese sono state rimandate e spostate più volte. Molto probabilmente, però, la sua estromissione è dovuta al fatto che l’attrice, Katherine Waterston, ha espresso apertamente la sua contrarietà verso le posizioni di Rowling giudicate transfobiche: è da capire, però, se sia stata Waterston a rifiutare un ruolo importante, o Rowling a negarglielo. Qui ho parlato della questione Rowling e transfobia.


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Mara Ricci

Serie tv, Joss Whedon, Jane Austen, Sherlock Holmes, Carl Sagan, BBC: unite i puntini e avrete la mia bio. Autore e redattore per Serialmente, per tenermi in esercizio ho dedicato un blog a The Good Wife.

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