Eden è l’opera con cui il talentuoso mangaka Hiroki Endo, attualmente nelle edicole italiane con l’interessante All Rounder Meguru, si è fatto conoscere al mondo. Pubblicato in Giappone fra il 1998 e il 2008, è giunto nello Stivale quasi in contemporanea e ha quindi pagato l’esasperante ritmo di pubblicazione “alla quando capita” legato alle uscite nipponiche. Oggi, buona parte dei volumi che lo compongono è di difficile reperibilità, o comunque sovraprezzata senza particolare vergogna da chi li vende a questa o quella fiera. Eppure vale lo stesso la pena di comprarseli, perché Eden rappresenta una fra le più interessanti espressioni del manga di questo inizio secolo. Endo, e lo sta dimostrando anche con la sua nuova serie dedicata al mondo della lotta libera, scrive e disegna con un taglio maturo, realistico, profondo. I suoi personaggi e le sue storie attecchiscono nella mente e nel cuore del lettore grazie all’attenzione per le psicologie, all’approfondimento dei rapporti interpersonali e alla capacità di mantenere toni terra-terra e credibili, nonostante gli sviluppi ipertecnologici del racconto. Il tratto è dettagliato, realistico, solido, dona vita ai corpi e ai metalli, regala momenti action dalla regia perfetta e stordisce con l’improvvisa, tragica violenza di ciò che racconta.

Eden: it's an infinite world!

Eden parla di sopravvivenza e rinascita umana, mentale, fisica, letterale. Si apre su una rielaborazione fantascientifica della favola di Adamo ed Eva e da lì sviluppa la storia di un pianeta Terra attanagliato dall’azione di un micidiale virus – in grado di sterminare il 15% della razza umana – e dominato dalle manovre politiche di governi e corporazioni. Il racconto scivola costantemente fra la visione ampia dedicata al destino del mondo e la storia vivida, umana, eccezionale di Elia Ballade, figlio degli Adamo ed Eva visti in apertura, destinato ad attraversare avventure, tragedie, amori, amicizie. La sua vita, dall’adolescenza all’età adulta, si intreccia a doppio filo con quella di un gruppo di mercenari, professionisti della morte, che per lui saranno salvatori prima, maestri poi, addirittura assoldati per una missione impossibile in seguito. Violento, crudele nell’uccidere personaggi importanti – ma senza mai dare l’impressione di farlo per il solo gusto di scioccare – toccante nel tratteggiare i rapporti umani, Eden mostra l’evoluzione del suo protagonista e di tutto il piccolo e grande cosmo che gli ruota attorno, arrivando a svelare, o quantomeno suggerire, anche il destino ultimo della razza umana.

Eden: it's an infinite world!

Certo, è un’opera imperfetta, con alti e bassi, elementi che potrebbero far storcere il naso e sbalzi temporali che portano avanti il racconto in maniera un po’ spiazzante. Infila fra i protagonisti il classico guerriero silenzioso e micidiale dall’infanzia complessa. Scivola abbastanza nei cliché quando parla di conflitti fra i cartelli della droga. Nonostante il suo stile quasi neorealista, non rinuncia alla tipica comicità sopra le righe da fumetto giapponese, specie quando si parla di sesso e relazioni amorose, argomenti che sa per altro trattare anche con grande profondità e delicatezza. Nelle sue fasi conclusive si fa un po’ prendere dal didascalico esporre, così tipico della narrativa di genere nipponica intenzionata a comunicare “il messaggio”. Ma sono rilievi minori, assolutamente trascurabili e in buona parte opinabili, per quella che rimane un’opera complessa, stratificata, ricca di emozioni, capace di trascinare senza tregua per tutti e diciotto i suoi corposi volumi. Avercene di manga di genere ad ampio respiro, in grado di mantenersi su livelli simili dall’inizio alla fine.



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Andrea Maderna

Non ha mai capito per quale motivo queste robe si debbano scrivere in terza persona, ma si adegua. Vorrebbe raccontare qualcosa di fico, ma è troppo impegnato a pulire le pisciate che il gatto gli semina per casa. Fate prima a seguirlo su Twitter.

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