Uno degli aspetti più bizzarri dell’universo filmico Marvel  è il modo in cui lo studio parla delle sue uscite: i primi film della serie, da Iron Man fino a The Avengers, hanno composto la “prima fase” della loro mitologia cinematografica; la seconda fase è cominciata con Iron Man 3 e si concluderà con il secondo film dedicato agli Avengers. La terza fase comincerà con Ant Man, il 31 luglio del 2015. Marvel sta giocando con il concetto di serialità al cinema come nessuno prima di loro, e il linguaggio usato dallo studio è lo stesso che i militari usano per pianificare attacchi particolarmente complessi. Vogliono conquistare il mondo del cinema come hanno fatto con quello dei fumetti, e visto il successo al botteghino dei loro ultimi film, sono sulla buona strada. Ma se finora hanno fatto scendere nel campo di battaglia solo i loro nomi più importanti, il primo tentativo di conquista della televisione fa scendere in campo la fanteria, con tutti i rischi che questa scelta può provocare.

Coulson

Agents of S.H.I.E.L.D. nasce dopo l’enorme successo di The Avengers, e si concentra su un gruppo di agenti inventato da Stan Lee negli anni ’60 per capitalizzare sulla popolarità delle storie di spionaggio in stile James Bond, che negli anni è diventato l’organizzazione paragovernativa più popolare nell’universo Marvel. Nei film è stata usata come collante tra i vari film, per giustificare la nascita degli Avengers. Reduce dal successo di botteghino del film, il regista Joss Whedon, autore di Buffy, Angel, Dollhouse e Firefly, ha messo assieme un gruppo di collaboratori fidati per tornare in televisione all’apice del suo successo. Lo show recupera alcuni personaggi visti nel grande schermo come l’agente Coulson (che sembrava fosse morto, e forse lo è, ancora non è chiaro) e Maria Hill, apparsa in The Avengers. Coulson, interpretato da Clark Gregg, è uno degli elementi di unione dell’universo Marvel sin da Iron Man: insieme al Nick Fury di Samuel L. Jackson, fino ad ora è stato il volto principale di S.H.I.E.L.D. al cinema. Ma Coulson è stato pensato come una spalla: nonostante sia stato possibile conoscerlo meglio in The Avengers, la sua natura fino ad oggi è stata quella di collante tra diversi personaggi. Riusciranno gli scrittori dello show a farlo diventare un protagonista credibile per un’intera serie?

Concentrarsi su personaggi minori è una scommessa tutt’altro che scontata per uno studio che finora ha capitalizzato sull’uso di super eroi celebri da decenni. Ma la buona notizia è che Joss Whedon è uno dei migliori autori televisivi della storia del medium, ed ha un particolare talento nel trasformare personaggi apparentemente piatti in figure complesse e affascinanti. Gli esempi di Buffy, Dawn e Cordelia fanno ben sperare per il futuro di Coulson e colleghi. E il primo episodio mette sul tavolo molti temi che potrebbero dar vita a storie interessanti. In un mondo dove l’uomo della strada è consapevole dell’esistenza dei supereroi e degli alieni, cosa significa essere “normale”? Ed è giusto che i super poteri siano esclusiva di miliardari e deità, o sarebbe meglio permettere a tutti di aumentare le loro potenzialità?

CLARK GREGG, BRETT DALTON, CHLOE BENNET

La struttura del pilot fa pensare che la serie si svilupperà come un misto tra un “procedural” dove gli agenti dovranno risolvere dei casi legati a vari supereroi apparsi in giro per il mondo, e una storia a lungo termine che si collegherà alle uscite cinematografiche della Mavel. Già nel pilot abbiamo visto vari riferimenti a The Avengers e Iron Man 3, e con le prossime uscite dei secondi capitoli di Thor e Capitan America, i crossover saranno particolarmente interessanti. Il successo enorme del primo capitolo della serie potrebbe anche convincere alcune delle star dei film a comparire nel piccolo schermo: Samuel L. Jackson si è già detto interessato.

La forza del pedigree Marvel/Disney si nota anche negli ottimi effetti speciali visti nel primo episodio, di livello particolarmente alto per una produzione televisiva. Ma la medaglia Disney ha un’altra faccia: la necessità di tenere i toni della serie compatibili con il pubblico più giovane. Whedon e la sua compagnia di produzione, Mutant Enemy, fino ad oggi hanno dimostrato di essere molto a loro agio nel saltare da momenti molto leggeri ad altri estremamente intensi, seri e oscuri, per scaturire in alcune delle scene più terrificanti mai viste in televisione. Questa dinamica dovrà per forza di cose essere modificata per uno show dedicato anche ai più giovani; la scelta di concentrarsi alcuni elementi stilistici vecchia scuola, che ricordano le serie TV di spionaggio anni ’60 (tra le quali, paradossalmente, una chiamata The Avengers, da cui è stato tratto un film con Uma Thurman e Ralph Fiennes), sembra particolarmente azzeccata in questo senso.

Il primo episodio della serie è molto ben fatto, per quanto non straordinario. Ma i primi episodi di qualunque serie sono raramente fantastici, soprattutto quando è necessario presentare molti personaggi principali (quasi una decina in questo caso). Fino ad oggi Marvel ha dimostrato di avere una straordinaria capacità nel produrre lavori di qualità collegati tra loro utilizzando talenti molto diversi da loro (Whedon, Branagh, Shane Black, Joe Johnston), e la seconda fase sembra ancora più ambiziosa della prima. Da poco IMDB ha aggiunto alle sue pagine una sezione chiamata “movie connections”, per aiutare gli spettatori a capire i collegamenti tra i diversi capitoli di serie complesse come quella Marvel: il loro universo sta diventando sempre più grande e complicato, e mantenere chiarezza e un alto livello di qualità diventa sempre più difficile. Le responsabilità di Whedon, a questo punto incoronato come capo narratore dello studio, stanno continuamente aumentando. Non è una situazione facile in cui trovarsi. Ma se riusciranno a mantenere questi livelli, Agents of S.H.I.E.L.D. potrebbe diventare una serie imperdibile, e sarà possibile dimostrare che la narrativa seriale può unire cinema e televisione in un solo, grande universo.



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Emilio Bellu

Scrittore, cineasta, giornalista, fotografo, musicista e organizzatore di cose. In pratica è come Prince, solo leggermente più alto e sardo. Al momento è di base a Praga, Repubblica Ceca, tra le altre cose perché gli piace l'Europa.

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2 Comments

  1. Ho visto stasera il promo epispdio e … bhà! Mi sembra veramente na roba tipo hero. Fatto per adolescenti sicuro. Oddio qualche dialogo è pure scritto decentemente ma veramente certe cose non si possono vedere: il tizio figo e la macchina alla fine… ancora due o tre puntate e poi se continua così per me è cestinata.

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