E ancora. E ancora. E ancora. Il puzzle ideato dalla Marvel comincia a fare invidia anche ai dirigenti della Ravensburger. Winter Soldier aggiunge, svia, diversifica, spiazza: tra colpi di scena più o meno prevedibili, agganci sempre più efficaci con gli altri film della saga, criptiche sequenze post titoli di coda ed un paio di chicche fuori parametro (vedi alla voce Wargames
e Pulp Fiction), il secondo episodio incentrato sulle gesta di Captain America diverte e convince.

Disney e Marvel paiono aver trovato una formula vincente, almeno per ora. I film perdono la loro identità personale per abbracciare la causa della “Saga”: in essa si dissolvono, trasformandosi in uber-episodi di una serie che è ancora molto lontana dal vedere la propria fine. E’ forse questo, il suo essere anello di una catena, più che pellicola stand-alone, l’unico vero difetto di un film che, rispetto al prequel, offre più azione e più colpi di scena, e risulta maggiormente compatto e convincente.

Chiaro, chi detesta i Marvel-movie, di certo non inizierà a farseli piacere con questo: Winter Soldier è riuscito sì, ma rimane ancora distante dai livelli di The Avengers. Il personaggio di Captain America, calato in un contesto moderno e trasformatosi da mero soldato in fine stratega, domina la scena, mostra maggiore personalità, oscillando tra introspezione e coraggio, proponendosi come vero leader sul campo. Sarà interessante vedere come verrà piazzato sullo scacchiere narrativo il prossimo anno, quando il sequel di The Avengers contenderà a Guerre Stellari VII il primato per il film più visto.

Grande spazio, rispetto agli altri film della serie, viene dato stavolta a Nick Fury (che finalmente vediamo anche in versione “agente operativo”) e a Vedova Nera, cui Scarlett Johansson sta lentamente dando maggiore (ma pur sempre relativo, intendiamoci) spessore.
Un po’ troppo fuori dal coro appare invece il grande vecchio Robert Redford, sempre carismatico e capace di garantire valore aggiunto al film, ma oggettivamente sacrificato da una sceneggiatura che lo sfrutta solo in pochi momenti topici e lo depotenzia, affibbiandogli un ruolo prevedibile e battute insipide.

Anche a questo giro Marvel (oramai le regie sono sostanzialmente intercambiabili) ha fatto centro, almeno nella misura in cui è riuscita ad offrire un prodotto di ottimo intrattenimento e che mantiene salda la continuity per gli episodi a venire, per tacere degli effetti speciali, sempre convincenti. Certo, la deriva disneyana è evidente: i combattimenti sono all’acqua di rose, i protagonisti perfetti nelle loro mise (complimenti ai parrucchieri di Vedova Nera, la piega resta impeccabile anche dopo che le hanno sparato contro dei missili…), i dialoghi generalmente privi di spessore , ma l’autoironia che permea il film rende il tutto digeribile.

 



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Andrea Chirichelli

Classe '73. Giornalista da tre anni, ha offerto il suo talento a riviste quali Wired, Metro, Capital, Traveller, Jack, Colonne Sonore, Game Republic e a decine di siti che ovviamente lo hanno evitato con anguillesca agilità. Ha in forte antipatia i fancazzisti, i politici, i medici, i giornalisti e soprattutto quelli che gli chiedono foto.

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2 Comments

  1. Vasco, Benigni e gli altri sono stati messi per la versione italiana.

    Versione USA http://s29.postimg.org/oypcrc7rr/image.jpg

    Versione ITA http://s14.postimg.org/txklia9sh/image.jpg

    1. Apperò. Interessante. Mi piacerebbe sapere a questo punto di chi è stata la scelta e perchè mettere quei nomi e non altri…grazie!

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