Assieme a quelle per Sega Saturn, le cover giapponesi dei giochi per Super Famicom sono celebrate come le migliori di ogni tempo. Purtroppo, a fare da contrappasso alla meraviglia visiva, c’è da stigmatizzare l’ incredibile fragilità delle confezioni dei giochi, realizzate in cartoncino rigido, molto lontane da quelle quasi indistruttibili per Megadrive. Avere oggi un titolo Super Famicom in condizioni perfette è quasi impossibile.

Dato l’incredible numero di boxart che meriterebbero una citazione, ho deciso di dividere lo spazio dedicato ai titoli Super Famicom in due parti: oggi parlerò dei titoli generalisti, mentre uno speciale ad hoc verrà dedicato ai numerosi RPG per la macchina Nintendo (che domani fa 25 anni esatti), che possono contare su cover di qualità incredibile.

Purtroppo, molti titoli che avrebbero meritato una citazione non sono presenti perchè trovare immagini a risoluzione decente in certi casi è stato davvero impossibile.

Prince of Persia, 1992: pronti, partenza, via ed ecco che con un colpo solo troviamo la più bella cover di sempre per il superclassico ideato da Jordan Mechner nel 1989 (convertito per qualsiasi sistema esistente) e anche la versione migliore di tutte. La cover SNES occidentale, come dire, fa schifo.

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Super Ghouls n’ Ghost, 1990: Il Super Famicom non era una console qualsiasi e Capcom invece di un mero porting del coin-op, creò un gioco quasi tutto nuovo. Cover colorata e diabolica.

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Axelay, 1992: Il Super Famicom non era certo la console di riferimento per gli appassionati di shoot’em up, che avevano il Pc Engine e il Megadrive come console di riferimento ma si difendeva piuttosto bene. Questo è uno dei migliori, con una cover al 100% “anni ’90”.

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Assault Suits Valken, 1992: In Occidente conosciuto come Cybernator. Classico action con robottoni, tosto ma ben fatto, uno di quei titoli che sulle riviste pigliavano sempre 90% e tu non sapevi se dovevi comprarli oppure no. Cover super manga style.

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Hagane, 1994: frenetico action ambientato in un mondo futuribile e steampunk. Cover splendida e gioco parecchio sottovalutato, ma nel 1994 in molti cominciavano a farsi irretire dai poligoni delle console nextgen…

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Castlevania: Vampire’s Kiss, 1995. Per essere precisi in Giappone Akuma jō Dracula XX e negli Stati Uniti Castlevania: Dracula X: è basato sul precedente capitolo Akumajō Dracula X Chi no Rondo, uscito solo in Giappone per PC Engine. Uno dei migliori boxart di sempre per una delle serie con più stile della storia dei viggì.

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Ganbare Goemon 2: Kiteretsu Shōgun Magginesu,1993:La saga di Goemon è una ferita aperta per gli utenti occidentali dello SNES, visto che dalle nostre parti arrivò solo il primo episodio, The Legend Of Mystical Ninja. Questa è la cover del secondo, che sprizza giapponesità coloratissima da ogni poro.

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F-Zero, 1990: La saga criminalmente abbandonata da Nintendo faceva il suo esordio ufficiale assieme alla console, il 21 novembre 1990. La cover/fumetto ha un senso perchè, almeno nella sua versione giapponese, Nintendo aveva fornito ai protagonisti un background narrativo, assente (se non ricordo male) nelle versioni occidentali.

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Super Mario Kart, 1992: il capostipite di una serie videoludiche più longeve e venute di sempre, parte alla grande con una cover Nintendo al 100%: personaggi simpatici, tanti colori, divertimento, leggerezza e “magia”.

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Super Mario World, 1990: la pietra miliare, il miglior platform 2D di sempre ha una cover non particolarmente nota, perchè in Occidente il gioco era incluso nella confezione della console. I giapponesi invece, dovettero acquistarlo come se fosse un titolo qualsiasi. Nintendosità a livelli cosmici.

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Yoshi’s Island, 1995: per il sequel di SMW, la nintendosità supera i livelli di guardia: un gruppetto di Yoshi colorati è bellissimo ma inconcepibile per il mercato occidentale, che vedrà il tema puccioso declinato in modo nettamente diverso.

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Outer World, 1992: per la versione Nintendo di Another World, il capolavoro di Éric Chahi, succede una cosa strana. In Giappone, saggiamente, si sceglie di utilizzare lo stupendo boxart delle versioni a 16 bit Amiga ed St, mentre per le versioni occidentali, si punta a questo obbrobrio.  Misteri del marketing…

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Super Metroid, 1994: incredibile come la stessa cover, interpretata in modo leggermente diverso possa trasformare un boxart. La versione giapponese è bellissima, quella occidentale ridicola.

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Batman Returns, 1993: Invece di appiattirsi pigramente sulle immagini tratte dal film, Konami Japan realizzò un artwork ad hoc per il suo eccelso ed appagante picchiaduro.

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Vortex, 1994: Cover eccezionale per uno dei (pochi) titoli sviluppati per il chip Super FX da parte di Argonaut Software, co-creatrice dell’hardware. Cover eccezionale, gioco così così.

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Sim City, 1991: ovvero come reinterpretare un classico (sì, ai tempi lo era già diventato) e vivere felici. Cover fuori di testa e versione Super Famicom nettamente migliore delle controparti pc e home computer.

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Kirby Super Stars, 1997: uno degli ultimi titoli per Snes, uscito quando oramai si era già in piena era poligonale. Eccezionale l’effetto ligneo della cover.

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Super Turrican, 1993: incredibile come un personaggio occidentale (Turrican venne sviluppato da Manfred Trenz per Commodore 64 nel 1990, e in seguito portato su diverse altre piattaforme) possa essere stravolto per essere adattato ai gusti nipponici. Stavolta è andata bene…

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Super Pitfall, 1995: vedi il discorso fatto per Turrican, solo che stavolta il risultato è leggermente più discutibile…

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Nosferatu, 1995: clone di Prince of Persia non del tutto disprezzabile, con una cover “coppoliana” (in quegli anni usciva anche il Dracula con Hopkins e Reeves quindi…)

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Final Fight Guy, 1993: chiudiamo con una cover, come dire, essenziale. Visto che la prima versione di FF non comprendeva Guy, Capcom realizzò una versione “ad hoc” per i fan del personaggio. Peccato che i difetti del gioco fossero esattamente gli stessi della versione originale…

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Nelle puntate precedenti…

VOL 1: LE ARDITE SPERIMENTAZIONI DI ELECTRONIC ARTS
VOL 2: MEGADRIVE E GIAPPONE, IL MATRIMONIO FELICE

La foto usata per la cover è stata gentilmente fornita da http://retro-video-gaming.com/



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Andrea Chirichelli

Classe '73. Giornalista da tre anni, ha offerto il suo talento a riviste quali Wired, Metro, Capital, Traveller, Jack, Colonne Sonore, Game Republic e a decine di siti che ovviamente lo hanno evitato con anguillesca agilità. Ha in forte antipatia i fancazzisti, i politici, i medici, i giornalisti e soprattutto quelli che gli chiedono foto.

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