Mi piacerebbe passare una settimana o due di fianco a Charlie Brooker e scoprire non tanto come gli vengono le idee per gli episodi di Black Mirror, ma come le riesca a svilupparle senza cedere all’impulso di gettare l’iPhone nel cesso e schiantarsi con la macchina a duecento all’ora contro la vetrina di UniEuro.

È abbastanza chiaro che lo scopo di Black Mirror è quello di farci invidiare gli Amish, che avranno pure tanti problemi ma di sicuro non quello della doppia spunta blu su WhatsApp.

Sapete di cosa sto parlando.

Oh, per essere chiari, non vorrei passasse la nozione che in Black Mirror il nemico sia la tecnologia. Il vero nemico è la fragilità umana. Specialmente nel terzo episodio della terza stagione, intitolato Shut Up and Dance.

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Iniziamo col dire che non so nemmeno se vale la pena raccontare la trama perché è da un lato troppo semplice, dall’altro, nella sua velleità di “profondità”, è fin troppo complessa. Facciamo che ve la riassumo così: Kenny (Alex Lawther) è un adolescente inglese che fa il lavapiatti in un ristorante, ha una cotta per la manager, ma forse no e china il capo davanti ai bulli.

Soprattutto, però, Kenny guarda i siti porno. Sfortunatamente per lui, c’è qualcuno che lo spia dalla webcam del laptop e lo registra mentre si masturba. Succede così che Kenny riceve un’email anonima a informarlo che se porterà a termine una serie di richieste da parte degli hacker il video resterà anonimo. Altrimenti, verrà inviato a ogni singola persona nella sua lista dei contatti.

Avete proprio bisogno che vi faccia un riassunto di tutto l’episodio? Immagino di sì, ma non lo farò (guardatevelo).
Sulla regia e sulla recitazione non dico nulla, se stai leggendo quest’articolo sai già cos’è Black Mirror e sai esattamente che stiamo parlando di un prodotto impeccabile.

La cosa bella di Shut Up and Dance, si fa presto a dirlo, è che come in altri episodi tipo 15 Million Merits o White Bear, la storia si svolge in un mondo praticamente identico al nostro. C’è una videocamera con microfono su praticamente ogni oggetto che possiedi e anche ora, mentre mi leggi seduto al gabinetto, c’è il rischio concreto che un qualcuno ti stia registrando o mandando in diretta streaming sul dark web sotto gli occhi da barracuda di qualche maniaco stalker cannibale pazzo furioso che sa esattamente dove abiti e con chi e a che ora esci da casa ogni mattina.

Black Mirror

Oppure no, e puoi andare di corpo tranquillamente. Però considera questo: Mark Zuckerberg sull’argomento INTERNET ne sa a pacchi. Per esempio, una volta ha creato un sito che si chiama Facebook ed è diventato miliardario. Ora, spiegami come mai uno come lui ha la webcam del laptop coperta da un quadratino di scotch bianco da elettricista (prova fotografica in quest’articolo dell’Huffington Post).

Ma sto divagando.

Shut Up and Dance è incentrato principalmente sulla vergogna. I personaggi hanno, chi più chi meno, molto da perdere. Non sembrano però essere tanto spaventati dalla consapevolezza che i loro segreti abbiano conseguenze penali, piuttosto sono terrorizzati all’idea che tali informazioni vengano condivise con i propri familiari, amici e colleghi. È la vergogna a spingere Kenny e compagnia bella a fare cose terribili per coprire atti altrettanto terribili. La domanda che porta avanti la trama non è: “Quanto in là si spingeranno per nascondere quello che hanno fatto?” – la vera domanda è: “Quanto in là ti spingeresti tu?”.

Black Mirror – Stagione 3 – Episodio 4: San Junipero



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Flavio De Feo

Vive a Roma, dove lavora in qualità di traduttore e interprete. Scrive di musica e film in giro per il web e collabora occasionalmente con alcune testate cartacee. Ha anche un blog: achepianova.tumblr.com.

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