Cooper (Wyatt Russell), è un giovane americano che una mattina lascia il tetto materno e vola fino in Europa. Il viaggio tra le capitali è divertente ed esaltante, mentre da casa il telefono squilla a vuoto. Il protagonista si diverte, conosce una bella ragazza, ma, al momento di tornare a casa si rende conto di non avere sufficiente denaro. Per guadagnare qualcosa, coglie al volo la possibilità di diventare betatester per un videogioco che sfrutta una particolare tecnologia…

Black Mirror aveva sempre ronzato attorno al mondo dei videogiochi, senza mai trattarli in maniera diretta. Con Playtest abbatte anche questa barriera, raccontando il viaggio, felice prima, da incubo poi, del giovane turista Russell, che si trova a dover testare un videogioco horror, molto realistico, con esiti abbastanza prevedibili. Un tempismo perfetto, visto che dopo vent’anni di chiacchiere senza costrutto (e “realtà reali…”), la Realtà Virtuale è diventata protagonista per davvero anche del mercato videoludico mainstream e che nei prossimi anni l’interazione tra uomo e macchina sarà sempre più stretta (o perversa? Black Mirror mette più di una pulce nell’orecchio in questo caso).

L’episodio è diviso nettamente in due parti, la prima molto più serena e tranquilla, (le inquitudini del protagonista e del suo rapporto misterioso con la madre vengono solo accennate e lasciate all’immaginazione dello spettatore), mentre la seconda è deflagrante: Playtest si trasforma in un horror tout court che richiama le atmosfere dei migliori Resident Evil e Silent Hill (o Personal Nightmare, per chi se lo ricorda).

Questa netta separazione di temi e atmosfere pare proprio nelle corde e nella cifra artistica di Dan Trachtenberg, regista di uno dei migliori film “di genere” visti quest’anno, l’eccelso 10 Cloverfield Lane che ha con Playtest più di un punto di contatto, vista la sua capacità di rappresentare, con grande efficacia ad un senso unico del ritmo e della suspense, la “quiete prima della tempesta” finale.

Il regista sa come gestire la tensione: la gestione delle inquadrature, il perfetto tempismo nell’introdurre elementi horrorifici e lo humour noir, tratto distintivo della serie, dispensato a piene mani (il finale è ferocemente beffardo) permettono a Playtest di aggiudicarsi senza fatica la palma di episodio più terrorizzante nella storia di Black Mirror. Sì, signori, stavolta niente metafore e insinuazioni: si salta proprio sulla sedia!

Black Mirror – Stagione 3- Episodio 3: Shut Up And Dance



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Andrea Chirichelli

Classe '73. Giornalista da tre anni, ha offerto il suo talento a riviste quali Wired, Metro, Capital, Traveller, Jack, Colonne Sonore, Game Republic e a decine di siti che ovviamente lo hanno evitato con anguillesca agilità. Ha in forte antipatia i fancazzisti, i politici, i medici, i giornalisti e soprattutto quelli che gli chiedono foto.

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