Christian, curatore di un importante museo di arte contemporanea di Stoccolma, nonché padre di due bambine, freme per il debutto di un’installazione chiamata “The Square”, che invita all’altruismo e alla condivisione. Un giorno però viene derubato per strada del cellulare e la sua reazione dà il via ad una serie di eventi imprevedibili…

The Square, Palma d’oro all’ultimo Festival di Cannes, è un film sull’arte e sulle persone e sul rapporto che le persone hanno e con l’arte e con le altre persone. Si tratta essenzialmente di un’opera caotica (perché l’arte spesso e volentieri può essere caos) e nonostante sia visivamente impostata anche in maniera piuttosto elegante, piuttosto ordinata, quasi sintropica, mostra con un cinismo di alleniana memoria tutto il caos dell’umana condizione, l’entropia che caratterizza il nostro stare al mondo, le nostre situazioni, la nostra quotidianità, i nostri rapporti interpersonali, i tic e le nevrosi e le tante ipocrisie che fanno parte dell’essere umani.

Lo fa puntando la lente d’ingrandimento sul microcosmo dell’arte moderna all’interno del macrocosmo della Stoccolma dei nostri giorni: la monarchia svedese è stata abolita e il Palazzo Reale viene adibito a museo d’arte; nel museo dovrà essere allestita una mostra di arte moderna e il curatore, Christian (l’elegante e simpaticissimo Claes Bang), si vedrà costretto ad affrontare una serie di complicazioni di volta in volta sempre più caotiche, quasi surreali (il delirio scimmiesco di Oleg nella cena di beneficienza è puro cinema).

The Square è sicuramente un film da festival, da circolo aristocratico, un’opera che ironizza e ridicolizza (quasi a voler esorcizzare) la natura elitaria di un certo modo di porsi nei confronti dell’arte (ma finisce col rimanere esso stesso molto elitario: le quasi due ore e mezza di montaggio sono davvero troppe) e che è in grado di raggiungere altissimi picchi di comicità quando si fa gioco del protagonista e del suo mondo e dell’approccio borioso e intellettuale che le persone di quel mondo hanno nei confronti di tutto ciò che li circonda.
Ricordate il divertentissimo L’Artista, di Mariano Cohn e Gaston Duprat, presentato nel 2008 in concorso al Festival del cinema di Roma? Ecco, The Square di Östlund fa la stessa cosa, ma con più minuti sul groppone rispetto ai cento del film argentino e soprattutto con meno calore: del resto, siamo in Scandinavia.



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