LOL Chi ride è fuori è un game show a eliminazione, disponibile su Amazon Prime Video, strutturato su un format giapponese la cui idea alla base è semplice e di altrettanto semplice esecuzione. Dieci comici sono chiusi nella stessa stanza per sei ore, vince chi riesce a non ridere delle battute e delle gag degli altri.

Nella cosiddetta control room a funzionare da conduttori, agitatori di acque e deus ex machina Fedez e Mara Maionchi. Il gruppo di partecipanti annovera: Caterina Guzzanti, Frank Matano, Elio, Ciro (The Jackal), Michela Giraud, Fru, Lillo, Angelo Pintus, Katia Follesa, Luca Ravenna. Già dalla lista potete intuire che non si tratta del progetto Manhattan della comedy italiana, e infatti non è questo il punto.

LOL non nasce per riscrivere la grammatica del divertimento, creare un laboratorio comedy, mettere in sfida i migliori talenti della comicità, e neanche per far ridere gli spettatori attraverso le esibizioni dei concorrenti. LOL è sostanzialmente la festicciola di terza media quando l’ambiente è quello giusto per scherzi reciproci, battutine e freddure da scuola media, appunto. Sia chiaro che non lo dico con intento denigratorio, è anzi questo clima spensierato, leggero e improntato al puro svago uno dei punti di forza di uno show che arriva in un momento demoralizzante per tutti noi, in cui si ha legittimamente voglia di staccare per un attimo la spina alla realtà, senza sentirsi in colpa.

L’altro punto di forza è l’obiettivo del gioco. Il fine ultimo non è necessariamente divertire gli spettatori attraverso le battute dei comici – se accade, tanto meglio – ma piuttosto quello di mettere il pubblico nella comoda posizione di gustare i tentativi dei comici di non ridere. E il gioco funziona nella sua elementarità. Vedere i concorrenti assumere delle smorfie grottesche e surreali, soffrire fisicamente addirittura, e per giunta per battutine che in un contesto diverso sarebbero state giudicate tutt’al più di routine, è spassoso.  

Nello spazio di poche puntate, sei in tutto, LOL è riuscito a creare un ambiente famigliare e giocoso, grazie anche a editing e montaggio impeccabili che creano i tempi comici anche là dove non ce ne sono. Il programma risulta quindi una bolla di spensieratezza all’interno della quale spiccano soprattutto, per quel che mi riguarda, la maschera di eterna improbabilità di Elio, l’antagonismo scemotto tra Elio e Frank Matano, le gag stupidissime di Lillo e quella sfinge inamovibile di Caterina Guzzanti.

 

 



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Mara Ricci

Serie tv, Joss Whedon, Jane Austen, Sherlock Holmes, Carl Sagan, BBC: unite i puntini e avrete la mia bio. Autore e redattore per Serialmente, per tenermi in esercizio ho dedicato un blog a The Good Wife.

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