Parlare di un titolo come Forza Horizon non è facile. Da un lato si prova euforia perchè “Ehi, è Forza Motorsport ambientato su strada!“, dall’altro ci si scontra con la dura realtà di un hardware vecchio di 7 anni e quindi di un motore grafico frutto di “qualche” compromesso. Approcciando Forza Horizon la prima cosa da fare è scordarsi delle precedenti incarnazioni del franchise.

Tornare a Forza Motorsport 4 dopo aver provato Horizon potrebbe essere traumatico: 60 fps contro 30, 16 auto in gara contro 8, circa 600 vetture iper-dettagliate contro sì e no un centinaio e nemmeno troppo particolareggiate, grafica nitidissima e “realistica” contro colori supersaturi e un leggero blur. In questa nuova incarnazione è palese l’intento di allargare il bacino di utenza del franchise di Turn 10 (qui in collaborazione con Playground), che si propone ad un pubblico meno orientato alla simulazione pura e più al divertimento in salsa arcade. In questo senso, il gioco centra l’obiettivo e riesce lo stesso a garantire divertimento anche ad un pubblico più esigente e ai i puristi della simulazione.

In realtà, se Horizon ha un padre putativo, questi è senz’altro il franchise Test Drive Unlimited a cui si rifà sotto molti aspetti, reinterpretandone altri. A ben guardare il gioco ideale verrebbe dalla fusione dei 2 titoli, con Horizon che svetta nel comparto fisico, nella personalizzazione e nel livello di sfida proposto, mentre TDU propone molti tocchi di classe assenti purtroppo in FH come la possibilità di aprire o chiudere finestrini e tetto (nelle cabrio), di usare gli abbaglianti, di guidare sotto un temporale (in FH è presente solo il ciclo giorno/notte), per non parlare delle 2 mappe di TDU2 (Ibiza e Hawaii) che fanno sparire la pur ricca porzione di Colorado offerta da Horizon. Va riconosciuto comunque che TDU si presentava più come un “simulatore di stile di vita di un pilota” che non come racing duro & puro. Due approcci differenti, insomma.

La Carriera di Horizon non inventa nulla di nuovo e si sviluppa attorno ad un Festival organizzato in Colorado in cui partecipano centinaia di piloti con le loro auto più o meno elaborate. Inutile dire che il nostro scopo è quello di scalare la classifica generale battendo via via i piloti più forti e accumulando denaro per acquistare nuove auto sempre più potenti e personalizzate.

Per vincere la noia che potrebbe sopravvenire al susseguirsi di gare identiche le une alle alte, sono presenti numerose eventi di contorno, come sfide (talvolta piuttosto bizzarre) organizzate da sponsor in cui potremo vincere l’auto utilizzata (ad es. la sfida Mustang contro aereo, oppure auto contro mongolfiera o il torneo monomarca con le vecchie Mini), gare clandestine su strada organizzate al di fuori del festival, la possibilità di sfidare gli altri concorrenti sparsi per la mappa in gare testa a testa o ricerca di auto storiche nascoste in granai (altra caratteristica ripresa da TDU2…).

Come per FM4, il valore aggiunto di Horizon è dato dall’ottimo comparto online, ricchissimo di cose da fare. Assieme alle immancabili gare online che supportano fino a 8 giocatori in varie modalità, il cui unico difetto è l’assenza totale del traffico (cosa un pò deludente in un gioco ambientato su strada…), sono presenti una miriade di altre features che allungano a dismisura la longevità del gioco: l’ iscrizione ad un club, la creazione e la vendita di design, decalcomanie, targhe ecc., la compravendita di auto all’asta, le sfide tra piloti rivali, la sfida per raggiungere la velocità più alta in una delle tante postazioni autovelox o tutor (sì,avete letto bene!) presenti lungo le strade, la condivisione di foto… insomma tutte le caratteristiche già presenti nelle passate incarnazioni del franchise più altre novità gradite.

Sotto il profilo tecnico, nonostante la current gen mostri oramai i segni del tempo, il gioco fa comunque la sua figura, grazie ad una grafica fluida, all’ottima sensazione di velocità e a interessanti effetti particellari. Durante la guida notturna sono da segnalare l’ottima illuminazione dei fari e il frame rate che rimane stabile e senza rallentamenti di sorta.

La fisica come detto è una versione semplificata di quella di FM4 con un minor effetto “pendolo”, auto più stabili e più portate al drifting controllato nelle curve in accelerazione. Giocato senza i classici aiuti (ABS, TCS ecc…) le soddisfazioni comunque non mancheranno anche per gli amanti della simulazione. Sono presenti anche delle gare su sterrato, invero un pò deludenti in quanto ci si aspetterebbe una maggiore tendenza alle curve di traverso. Alla prova dei fatti il cambio di fondo da asfalto a sabbia si nota poco sia a livello di comportamento che di aderenza.

E’ da segnalare infine il leggero aumento dell’abilità della CPU ai livelli di difficoltà più elevati rispetto a FM4, il che contribuisce ad alzare notevolmente il livello di sfida per chi vuole sudarsi la vittoria.

Tra le note dolenti si possono citare l’assenza di condizioni climatiche variabili, la scarsa varietà di vetture disponibili (che saranno opportunamente rimpinguate con massicce iniezioni di DLC) e una certa monotonia nel paesaggio (pochi tornanti, poche strade strette, traffico inesistente). Una volta risolti questi piccoli difetti, magari nella prossima “gen”, potremmo essere vicini al racing game definitivo.



Players è un progetto gratuito.

Se ti piace quello che facciamo, puoi supportarci (o offrirci una birra) comprando musica, giochi, libri e film tramite i link Amazon che trovi negli articoli, senza nessun costo aggiuntivo.

Grazie!
, , , ,
Similar Posts
Latest Posts from Players

1 Comment

  1. Lo consigli ad un amante di Split Second?

Comments are closed.