ATTENZIONE! SPOILER!! Questa è un’analisi dettagliata della storia di Bioshock Infinite e del suo finale. Se non avete finito il gioco e non volete conoscerne dettagli, non proseguite oltre.

Booker Dewitt ha cominciato ad uccidere presto. A sedici anni, nel 1890, prese parte nella battaglia di Wounded Knee combattendo per il settimo reggimento della cavalleria americana, nel massacro che concluse le lotte della federazione statunitense con i nativi americani. Booker si distinse per la sua brutalità. Nella foga della lotta uccise donne e bambini, e prese con sé pezzi delle sue vittime come trofei, imitando i suoi nemici. Dopo che l’adrenalina della lotta venne spazzata via dalla vittoria, Booker rimase solo con il suo rimorso e la consapevolezza di quello che era capace di fare. Sconvolto dal dolore, trovò sulla sua strada un pastore, Witting, che promise di lavare via tutti i suoi peccati. Booker accettò, e per dare più forza alla sua nuova vita scelse un nuovo nome: Zachary Hale Comstock.

Poco dopo il suo battesimo, Comstock fece conoscenza di una giovane scienziata, Rosalynd Lutece, la cui ricerca nel campo della fisica quantistica le aveva permesso di entrare in contatto con dimensioni parallele. In una di queste incontrò una versione alternativa di sé stessa, Robert Lutece. Rosalynd rivelò la sua scoperta a Comstock, che finanziò le sue ricerche. Rosalynd e Robert riuscirono a creare una macchina per creare degli “strappi” interdimensionali, così da permettere di viaggiare attraverso realtà parallele. Comstock cominciò ad utilizzare la macchina, e durante un suo viaggio vide una città volante. La visione lo convinse di essere un profeta destinato a costruire quella città: Columbia. Comstock reclutò numerosi seguaci, sposò una di loro, e grazie alla tecnologia quantistica dei Lutece trovò un modo per realizzare la sua visione.

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Columbia era l’America ideale di Comstock, un reazionario che considerava Lincoln il cancro che aveva distrutto l’America e che vedeva un pericolo in tutti coloro diversi da lui. La città volante doveva essere dimostrazione della superiorità dell’America rispetto al resto del mondo: doveva essere il paradiso dell’uomo bianco, la cui purezza razziale non poteva essere toccata. Era un mondo dove i padri fondatori degli Stati Uniti erano santi, esattamente come Comstock stesso. Grazie all’aiuto di Jeremiah Fink, un uomo d’affari spregiudicato e visionario, Columbia diventò un miracolo della tecnologia. Quando la Ribellione dei Boxer scoppiò in Cina, Comstock venne a sapere che i cinesi stavano tenendo ostaggio alcuni cittadini americani e usò Columbia per attaccare il nemico, senza il permesso degli Stati Uniti, che, una volta resosi conto della natura bellica della città volante, la indicarono come un pericolo per la federazione. Comstock si considerò tradito, e decise di secedere dalla federazione, dichiarando che Columbia era l’ultima vera prova dello spirito americano.

Comstock continuò i suoi viaggi attraverso le dimensioni, e vide molti futuri diversi. La sua ossessione diventò quella di assicurare la sopravvivenza di Columbia. Scoprì presto che se non avesse avuto un erede, Columbia sarebbe finita. Ma gli innumerevoli viaggi in dimensioni diverse lo avevano reso impotente e fragile. Ma i Lutece trovarono una soluzione. In un’altra dimensione Booker Dewitt non aveva accettato il battesimo offertogli da Witting. Sempre più devastato dal rimorso, si era perso nell’alcool e nel gioco d’azzardo. Era ricoperto da debiti, e come se non bastasse si ritrovò con una figlia, Anna. I Lutece, sotto ordine di Comstock, offrirono a questa versione di Booker di pagare tutti i suoi debiti in cambio della sua neonata. Booker, devastato, decise di accettare l’offerta, diede Anna a Robert Lutece, ma si pentì quasi immediatamente. Cercò di raggiungere Anna, ma fu troppo tardi. Vide Comstock prendere sua figlia, e tutto quello che gli rimase fu un pezzo di una delle sue dita, rimasto in trappola nello strappo interdimensionale.

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Comstock diede un nuovo nome ad Anna, e presentò alla sua popolazione la sua nuova figlia, Elisabeth, come il futuro di Columbia. Sua moglie era disgustata da questa bambina arrivata dal nulla, e accettò a malincuore di recitare la parte della madre. Comstock vide che Booker avrebbe provato a tornare a prendere Elisabeth in molte delle realtà in cui riuscì a viaggiare. Così decise di rinchiuderla dentro un’enorme torre, costruendo un gigantesco uccello biomeccanico, Songbird, per proteggerla, e disse al suo popolo di stare in guardia per l’arrivo di un “falso pastore” che avrebbe provato a rapirla, Booker. Elisabeth, intrappolata nella torre, riuscì a sviluppare il potere di aprire da sola dei varchi dimensionali. Era un miracolo. Ed era anche molto pericolosa.

La vita di Elisabeth, in qualunque dimensione, era contrassegnata dalla violenza. Comstock uccise sua moglie per paura che rivelasse al popolo la verità su Elisabeth. E dopo la morte prematura del patrigno, Elisabeth, divorata dalla rabbia, portò in vita il desidero di suo padre: quello di attaccare il resto del mondo per purgarlo dal peccato, una rivoluzione che avrebbe decretato la vittoria di Columbia. Ma i Lutece, una volta visto il futuro di distruzione che avrebbe portato Elisabeth, decisero di porre rimedio al loro errore. Ingaggiarono Booker, quello che aveva dato via sua figlia, per una missione speciale: andare a Columbia per trovare una giovane donna di nome Elisabeth.

È qui che comincia Bioshock Infinite, ed è qui che il giocatore comincia a vestire i panni di Booker, lo accompagna alla ricerca di Elisabeth, e scopre il mondo di Columbia, vede la visione di Comstock nella sua bellezza visiva e nel suo orrore umano. Una volta trovata Elisabeth, Booker cerca di portarla via, ma viene intercettato da i leader di Vox Populi, un movimento rivoluzionario che sta cercando di rovesciare il regime di Comstock. Grazie all’aiuto di Elisabeth, Booker permette a Vox Populi di vincere, e crea una nuova realtà dove lui stesso diventa l’eroe della rivoluzione. Ma una volta che vede l’orrore causato dal regno di Vox Populi, violento, caotico e nichilista, decide di combattere contro il suo leader, Daisy Fitzroy. Dopo averla uccisa, perde di vista Elisabeth fino a che non incontra una sua versione adulta, e comincia a capire la dimensione della sua missione. In un emozionante finale pieno di colpi di scena, Comstock e il giocatore vengono a conoscenza del loro rapporto con Anna e del loro ruolo nella distruzione del mondo.

Bioshock Infinite è un gioco straordinariamente denso. La storia che avete letto è raccontata dal gioco tramite decine di registrazioni audio, dettagli nella geografia di Columbia, piccoli film che si possono trovare in giro per la città. Un giocatore distratto non riuscirebbe a scoprire questa storia, un tesoro riservato a chi ha un buon spirito d’osservazione. Questa scelta non è casuale: in una storia in gran parte basata sulla responsabilità personale, sta al giocatore di decidere quanta consapevolezza voglia rispetto sul mondo che lo circonda. E c’è molto da scoprire.

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In alcune interviste recenti Ken Levine, l’autore principale di Infinite, ha sottolineato con forza gli aspetti politici del gioco, quelli legati alla sua riflessione sulla storia americana, e le sue contraddizioni. L’inizio dell’avventura è una galleria di rivisitazioni del passato statunitense. Comstock è l’archetipo di un leader reazionario, autoritario e violento. La sua idea di realtà deve essere l’idea di realtà di tutti. Un gruppo di privilegiati trova rifugio nella sua idea del mondo, semplice e lineare. Molti altri, i diversi e i meno abbienti, vengono sfruttati ed abusati, considerati in pratica come subumani. Ma quando la situazione si ribalta e a comandare è il “popolo”, la situazione non migliora di molto. Daisy Fitzroy non è meno autoritaria di Comstock: la vera differenza tra lei e la sua nemesi è chi considera un nemico. Ma è altrettanto spietata, offre una visione del mondo ugualmente semplice e lineare, dove i ricchi e i potenti sono il nemico. Ma senza un piano per quando lei stessa avrà i mezzi e il potere, si perde in una spirale di violenza che non discrimina tra innocenti e colpevoli. Senza regole, la sua idea di giustizia diventa solo un vortice di vendetta.

A metà del gioco sembra quasi che la storia di Columbia e delle sue passioni politiche passi in secondo piano per lasciare spazio alla storia di Booker e Elisabeth. Ma in realtà le due narrative sono collegate a doppio filo. Booker è un uomo dall’indole straordinariamente violenta, come dimostrato anche dalle sue straordinarie capacità in combattimento, di cui il giocatore può fare esperienza diretta. Ha dimostrato a sé stesso di essere in grado di uccidere innocenti per raggiungere il suo scopo. Come ci dicono i Lutece ed Elisabeth stessa, esistono infinite versioni del mondo. Ma queste sono fatte sia di variabili che di costanti. E in tutte le sue versioni, Booker non guarda mai in faccia direttamente il suo senso di colpa. In un caso sceglie di farsi battezzare, così da delegare alla religione il compito di lavare i suoi peccati. Libero dal rimorso, consapevole di non dover davvero dare conto degli orrori che ha causato, si sente giustificato a dare vita alla sua idea del mondo senza dare conto a nessuno: la sua filosofia è una delega continua, parla di un mondo dove tutto andrà bene se gente come lui comanda, dove il problema sono gli altri: gli immigrati, i poveri, i diversi. Tutto andrà bene se loro saranno impossibilitati a fermare la sua visione. Comstock fa della violenza la sua ragione di vita, e la sua convinzione di essere un emissario divino giustifica qualunque sua perversione.

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L’altro Booker rifiuta il battesimo ma delega ugualmente il suo dolore, questa volta alla bottiglia e al gioco d’azzardo. Diventa un Pinkerton, un mercenario utilizzato dai capitani d’impresa per sopprimere le rivolte sindacali. La sua miseria lo porta talmente in basso da considerare per un istante di dare via sua figlia per soldi, e si pente troppo tardi per rimediare il suo errore. Questo Booker, quello che il giocatore controlla e segue, è un uomo quasi impossibile da salvare. Ma Bioshock Infinite è la storia della sua salvezza, che si compie grazie alla maturazione di Anna/Elisabeth.

L’ostacolo che aveva impedito a Booker di salvare Elisabeth in innumerevoli realtà parallele era la sua incapacità a liberare sua figlia dal giogo di Songbird, i guardiano della ragazza, il suo unico contatto con il mondo esterno per la gran parte della sua vita, un animale la cui caratteristica principale è il suo fortissimo spirito paterno (o materno). È solo quando Elisabeth riesce a liberarsi dal suo legame con Songbird che può porre fine al cerchio di violenza. Succede solo quando matura realmente. In una recente intervista a Tom Bissel, Levine ha detto che “essere adulti significa capire che mamma e papà non esistono”.

Quando Elisabeth uccide Songbird fa esattamente questo. Fa lo stesso quando vede Comstock morire per mano di Booker. E anche quando perdona sua madre per averla odiata. Così nel finale Booker, dopo essersi reso conto di non aver mai accettato l’orrore che ha causato, vede sua figlia, simbolo di tutti gli innocenti che ha ferito o ucciso. E per la prima volta guarda in faccia l’unica persona a cui deve davvero chiedere conto, e accetta le sue colpe. Bioshock Infinte è una parabola sul prendere responsabilità delle nostre azioni. Siamo sempre attratti da figure che ci chiedono di dare loro il potere di toglierci le responsabilità delle nostre azioni. Siano deità, sostanze che alterano la nostra coscienza, ideologie o simboli, troviamo molto seducente l’idea di delegare i nostri errori al prossimo. Il circolo di violenza a cui Booker dà vita si chiude solo quando finalmente accetta il suo ruolo di padre, prende responsabilità dei suoi errori, e libera per sempre sua figlia dal peso della sua vergogna.

Dopo i titoli di coda, un’ultima scena suggerisce che esiste una nuova dimensione dove Booker e Anna possono vivere una vita normale. Ma non ne abbiamo una certezza: quando lo schermo diventa nero sta al giocatore decidere a quale futuro credere. Quale futuro si merita.



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Emilio Bellu

Scrittore, cineasta, giornalista, fotografo, musicista e organizzatore di cose. In pratica è come Prince, solo leggermente più alto e sardo. Al momento è di base a Praga, Repubblica Ceca, tra le altre cose perché gli piace l'Europa.

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11 Comments

  1. Splendido pezzo!

  2. Complimenti, ottima analisi. Ho appena finito Bioshock Infinite e penso che lo rigiocherò per cogliere tutti i significati e gli accenni nascosti al “primo giro”, un pò come rivedere film come Fight Club, Videodrome, Mulholland Drive: solo alle visioni successive si carpisce quanto c’è di sotterraneo. Per questo ho apprezzato tanto la scelta di Levine e soci di rendere la trama “discreta”, raccogli indizi e FORSE arrivi a capire l’intricato legame che lega la storia.

    E questo senza considerare l’utente impaziente o stupido per allargare il bacino di utenza. Ho giocato anzi ho VISSUTO questo capitolo di Bioshock con ansia quasi direi di scoprire l’evolversi degli eventi e cercare di capire come sbrogliare la trama, come non mi capitava da parecchio, forse l’ultima volta è stato con Heavy Rain che ho avuto un coinvolgimento simile.

  3. Il gioco che ti cambia la vita.
    Bella recensione!

  4. Fantastico questo articolo, sei tra i pochi ad aver colto veramente la profondità di questo Bioshock che reputo quasi superiore al primo come effetto destabilizzante (ma anche il primo non scherza). Il fatto che il 90% dei colpi di scena sono concentrati nelle ultime 2 ore di gioco poi è un altro colpo geniale. Perchè così puoi giocare e scoprire il gameplay senza troppe pippe mentali per poi bombardarti di sorprese sul finale.

  5. ma elisabeth muore o non muore?? quando booker accetta di essere soffocato, si vede da lontano che le copie di elisabeth, a colpo di tintitinnio scompaiono, solo che quella, per così dire vera, al colpo di tintinnio non scompare…subito dopo c’è un cambio di scena, quindi non capisco.. la risposta credo di essermela data, cioè che se booker muore prima che nasca comstock, allora elizabeth non nascerà mai perché non esisterà un booker ubriaco e povero..
    e poi, che significa AD sulla mano di Booker??

    1. Cosniderando che si parla di realtà parallele direi che succede tutto e il contrario di tutto.

      1. quindi potrebbe essere ancora viva come potrebbe non essere mai nata, capisco.. molto “alla fringe” questo gioco

    2. A.D. significa Anna DeWitt .. l’ultima Elizabeth non scompare perché c’è un paradosso temporale (almeno credo!),cioè se non fosse mai esistita non avrebbe portato Booker all’uccidersi prima della nascita di Comstock…Booker sanguina quando diversi ricordi di diverse realtà si uniscono, così come succede nel gioco al primo cambio dimensionale con le guardie uccise che ritornano in vita pur ricordando di essere morte.

  6. Complimenti, un pezzo veramente mostruoso.
    Secondo me la story-line di Infinite penso possa essere fra le prime cinque di tutta la storia dei videogame.
    è incredibilmente originale, emozionante, colpisce al cuore quando tutti i nodi vengono al pettine.
    MI dispiace soltanto aver affrontato male l’avventura alla mia prima volta, perdendo una marea di Voxafoni e non riuscendo così a riallineare tutti i tasselli durante la visione del finale.
    Rigiocandoci una seconda volta emergono con prepotenza alcuni dettagli.
    è necessario ascoltare ogni dialogo, perchè ogni parola può essere vitale…
    COmunque complimenti ancora.

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