Jacob Portman è un adolescente un po’ sfigato con i classici problemi degli adolescenti un po’ sfigati: tenuto a distanza dalle ragazze e dai coetanei “brillanti”, passa molto tempo col nonno, un personaggio bizzarro e misterioso. Quando quest’ultimo muore, in circostanze inusuali, si reca in una piccola isola del Galles assieme al padre, alla ricerca di un particolare orfanotrofio dove l’amato nonno aveva vissuto per anni. Qui scopre la residenza della misteriosa Miss Peregrine, che alleva un gruppo di ragazzi molto particolari…

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Bentornato Tim. Finalmente, dopo un decennio disastroso, durante il quale uno dei registi più virtuosi, immaginari e capaci degli anni ’80 e ’90 sembrava aver perso definitivamente la bussola, Burton (ri)trova una bella storia, splendidi personaggi e il passo e la voce giusti per raccontarli. Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali, sulla carta, è un classico film per ragazzi, una storia di formazione, che esalta il valore della famiglia (atipica) e dell’amicizia, ma che viene declinato con uno stile ed un registro piacevolmente fuori dagli schemi.

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La storia, adattamento cinematografico del romanzo La casa per bambini speciali di Miss Peregrine del 2011 scritto da Ransom Riggs, pare fatta apposta per la cifra stilistica di Burton, cosa che (ahimè) si poteva dire anche di Alice e Willy Wonka (e tutti ci ricordiamo i nefasti risultati, purtroppo). Stavolta invece il regista dosa saggiamente azione e mistero, dramma e divertimento, non si prende mai sul serio, non scade mai nel ridicolo involontario e confeziona un film che se da un lato potrebbe essere scambiato per un “Amblin in salsa dark” degli anni ’80, dall’altro conserva tutte le caratteristiche che avevamo apprezzato ai tempi di Edward mani di Forbice e Beetlejuice.

Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali funziona alla grande nella prima ora, quando il protagonista (un funzionale Asa Butterfield) “cresce in fretta” attraversando l’Oceano e, dalla pigra America di provincia, si trova catapultato in un luogo fuori dal tempo. L’introduzione del suo personaggio nelle dinamiche dell’orfanotrofio, il rapporto con i nuovi amici e l’affascinante Miss Peregrine (Eva Green, un ammaliante strega, sotto ogni punto di vista), il mistero delle creature che vogliono distruggere la casa dei ragazzi speciali, i loop temporali e la nascita del villain sono raccontati splendidamente.

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Il film perde un po’ mordente nella parte finale, troppo lunga e didascalica ed eccessivamente “appoggiata” agli effetti speciali digitali, che tendono a soverchiare i meravigliosi inserti in stop motion (che richiamano altri classici burtoniani) utilizzati dal regista nella prima parte della pellicola. Difettucci, ma nulla di grave. Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali è un’ottima opera di intrattenimento per tutti (anche se non tutti potrebbero apprezzarne il registro): rispetto agli ultimi sfaceli burtoniani diverte, spaventa, stupisce e, in sintesi, convince. Speriamo che rappresenti il definitivo punto di svolta di una carriera che aveva preso da tempo una china pericolosa.



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Andrea Chirichelli

Classe '73. Giornalista da tre anni, ha offerto il suo talento a riviste quali Wired, Metro, Capital, Traveller, Jack, Colonne Sonore, Game Republic e a decine di siti che ovviamente lo hanno evitato con anguillesca agilità. Ha in forte antipatia i fancazzisti, i politici, i medici, i giornalisti e soprattutto quelli che gli chiedono foto.

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