Non è stato un grande anno per l’animazione nipponica, fatta eccezione per la bella coppia di lungometraggi La Forma della voce e In questo angolo di mondo . Mentre nelle scorse edizioni di questa rubrica di solito facevo una fatica disumana a scegliere le sette serie da seguire, quest’anno sono dovuto ricorrere al ripescaggio delle nuove stagioni di serie già iniziate negli anni passati, perchè tra quelle nuove ho trovato troppi pochi spunti di interesse. Il livellamento verso il basso ha coinvolto ogni comparto: quello narrativo, con storie che partono già col fiato corto e personaggi stereotipati e banali, quello tecnico, con animazioni dozzinali e una direzione artistica discutibile, quello creativo, con un appiattimento delle tematiche trattate e la dimostrazione di un coraggio pari a zero nel proporre spunti che abbiano la capacità di avvincere e coinvolgere lo spettatore. Avvertendo che per ovvie ragioni di tempo non sono riuscito a seguire tutte le duecento e rotte serie uscite quest’anno, ecco, a mio parere, quali sono i migliori anime del 2017.

Shouwa Genroku Rakugo Shinjuu: Sukeroku Futatabi Hen: Terminato il lunghissimo flashback con la storia di Kikuhiko e Sukeroku, la storia volge al presente: il Rakugo è una forma d’arte prossima a scomparire del tutto o ha ancora un ruolo e un pubblico? Tra arte, melodramma e personaggi introspettivi, la seconda stagione della serie rivelazione dell’anno scorso si mantiene su livelli celestiali. Tra molti anni probabilmente se ne parlerà ancora.

Natsume Yuujinchou Roku: il plot ruota attorno ad un ragazzo, Natsume, che ha la capacità di vedere gli yokai, celebri creature soprannaturali della mitologia giapponese. A metà tra slice of life e soprannaturale, la serie è leggera ma non troppo e conferma l’ottima tradizione degli anime nipponici nel raccontare questo tipo di storie.

Shingeki no Kyojin – stagione 2 : l’attesa è stata lunga, molto lunga. Forse troppo? Attack on Titan, ha confermato di essere una serie capace di catalizzare l’attenzione del pubblico come poche altre prima, ma per quanto valida, questa seconda stagione è sembrata essere solo un ponte per la prossima, per la quale per fortuna non dovremo attendere un altro lustro…

Youjo Senki: decisamente l’anime più fuori di testa dell’anno, tratto dalla light novel novel (The Military Chronicles of a Little Girl – Saga of Tanya the Evil) di Carlo Zen e illustrata da Shinobu Shinotsuki, che racconta la storia di un potente burocrate nel Giappone odierno che, dopo essere stato ucciso da un funzionario che aveva licenziato, si ritrova reincarnato nel corpo di una maga bambina durante il periodo antecedente la Prima Guerra Mondiale (beh, più o meno). Ovviamente ripete gli stessi errori, acquisendo però un potere smisurato e rinnegando il Dio che l’aveva salvato…vabbè, fate prima a vedervelo.

https://www.youtube.com/watch?v=4V4aDS2gfmk

Made in Abyss: c’è un’isola con una enorme voragine, quasi del tutto inesplorata, perchè più si scende, più si sta male e abbondano i pericoli. La protagonista, assieme ad un ragazzo robot, vuole a tutti i costi ritrovare sua madre dispersa e inizia l’avventura. Inizio “classico” e poi una virata super-drammatica per la serie rivelazione di quest’anno. Già annunciata, per fortuna, la seconda stagione. La prima stagione dell’anime è disponibile gratuitamente in italiano su VVVVID, mentre il manga originale di Akihito Tsukushi è stato annunciato da J-POP Manga.

Little Witch Academia: Studio Trigger rilegge a suo modo (ritmi frenetici, effetti speciali, animazioni fuori parametro e citazionismo spinto) il mondo delle streghette, con una serie tv figlia di un film e un OAV di grande successo. Se vi piace il genere e amate lo Studio, è da vedere.

Boku no Hero Academia – stagione 2: la migliore serie animata di genere super-eroico del 2017, in attesa del ritorno di One-Punch Man, la cui seconda stagione è stata annunciata poche settimane fa. La storia è leggermente meno convincente rispetto a quella raccontata l’anno scorso, che aveva lasciato molti sbalorditi per lo strepitoso mix di azione, dramma e umorismo, ma resta uno spettacolo godibilissimo.

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Andrea Chirichelli

Classe '73. Giornalista da tre anni, ha offerto il suo talento a riviste quali Wired, Metro, Capital, Traveller, Jack, Colonne Sonore, Game Republic e a decine di siti che ovviamente lo hanno evitato con anguillesca agilità. Ha in forte antipatia i fancazzisti, i politici, i medici, i giornalisti e soprattutto quelli che gli chiedono foto.

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