nuovo romanzo di Ali Smith fa la sua comparsa nelle librerie inglesi. Sono passati solo quattro mesi da quando l’Impero ha deciso che il suo già frigido matrimonio con l’Europa non s’ha da fare e si è sfilato clamorosamente dall’Unione. Mentre quanti volevano rimanere tentano di uscire dallo stordimento della sconfitta e un’ondata di dimissioni tradisce quanta intenzione di vincere avesse davvero il fronte del leave, il nuovo romanzo della scrittrice scozzese approda in libreria a commentare in tempo reale il sentimento della popolazione spaccata in due dal voto.

Autumn è stato salutato come il primo romanzo sulla Brexit e i suoi contraccolpi e con questa nomea si è guadagnato una nomination al Man Booker Prize. Teoricamente dovrebbe essere un instant book, un affrettato romanzo scritto sull’onda del momento mentre tenta di cavalcarla, ma quando c’è di mezzo l’autrice di L’una e l’altra, raramente un concetto è così netto e facilmente delimitabile.

È vero che Ali Smith ha scritto a tempo di record il manoscritto, cercando di intrappolare sensazioni e variazioni atmosferiche e umorali della sua nazione giunta a un punto di non ritorno. Tuttavia questa improvvisazione è frutto di una meditazione durata decenni, durante i quali Ali Smith ha più volte pensato di scrivere un quartetto di romanzi stagionali.

Forse il vero merito di Autunno (che approderà in libreria a febbraio a cura di SUR) e della sua autrice è stato quello di cogliere il cambio di stagione, il momento da intrappolare in un romanzo di sensazioni come questo. Per fortuna Ali Smith ha saputo attendere il momento giusto, mettendo tra l’idea che le frullava nella testa e la sua applicazione un’infilata di romanzi che ne hanno affinato la già notevole capacità narrativa.

Leggendo Autunno non si può che rimanere colpiti da quanto non sembri un romanzo affrettato, ma anzi si stratifichi in un disegno piuttosto complesso, che intreccia linee temporali, personaggi e i vari stadi di accettazione della Brexit, fino a diventare un commento in presa diretta del presente.

A percorrerlo non sono storie definite, ma voci che riecheggiano appena dopo il boato della Brexit. Una è il sussurro di un centenario costretto in ospedale, un ex compositore che ricorda gli anni ricchissimi di possibilità e gioventù della Swinging London. L’altra è la voce di una giovane donna che, al pari dei trentenni coetanei inglesi, si trova quasi strozzata dalla situazione, dal parossismo della burocrazia che non si ferma e dal pericolo che il suo lavoro scompaia per sempre.

L’autunno di una nazione intrappolata nel suo stesso sogno perduto di potenza s’intreccia quindi con quello agiografico di due personaggi per cui la gioventù estiva è irrimediabilmente conclusa. Nella nuova stagione che si apre davanti a loro può comparire un’inaspettata dolcezza, che ingiallisce lentamente il dolore della Brexit e del passato, trasformandolo ora in malinconia, ora in calma accettazione, talvolta persino in cauta speranza.

Autunno di Ali Smith non è nemmeno poi tanto interessato alla trama o ai suoi personaggi, quanto a rincorrere con una scrittura veloce ed evocativa quella sensazione ineffabile del tempo che scorre e che ci cambia, scuotendo talvolta la nostra certezza di essere saldamente ancorati al Mondo come lo conosciamo, facendoci intuire che è anche lui è in continuo movimento. Se è un esercizio di stile, è svolto a un livello che in pochi potrebbero sostenere e ancor meno in un pugno di settimane dall’esplosione della Brexit.

Autunno arriverà nelle librerie italiane a febbraio 2018. Nel frattempo è stato pubblicato anche il secondo volume della quadrilogia, Winter, in lingua inglese.

Disclaimer: l’editore ha fornito una copia del libro a scopo recensione; quella onesta e indipendente che avete appena letto. 



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