L’ottimo libro sulla storia di uno dei principali eventi mediatici degli ultimi anni, Facebook appunto, si apre in maniera davvero sgraziata. Un profluvio di parole sulla storia di un qualche colombiano che, aprendo una pagina Facebook contro le forze guerrigliere del fronte rivoluzionario, ha creato un movimento capace di riversare in piazza milioni di persone.
Facebook come coscienza e faro del mondo. Tutto molto bello, ma a noi quello che interessa è la storia di un fastidioso ventenne che è arrivato a rifiutare l’offerta di un miliardo e mezzo di dollari a poche decine di mesi dal lancio della sua piattaforma.
E, per fortuna, dal secondo capitolo in poi, si comincia a ragionare. La cronistoria dell’autore è dettagliata, una lettura frizzante spesso condita di aneddoti, più o meno mitologici. Con Facebook La Storia, si entra nel dettaglio del contesto in cui nacque una delle idee più originali del web: l’onestà sulla rete.
Alle accuse che vedono Facebook come troppo impegnato a infilare il naso nella privacy altrui, Zuckerberg risponde che la privacy è un concetto vecchio, 1.0 o forse 0.1. Registrarsi con il proprio nome rende possibile essere rintracciati da parenti, amici, fidanzati, datori di lavoro ma è anche un passepartout per stringere legami basati sulla fiducia.
La storia di Facebook, che è la storia di Mark Zuckerberg, è fatta di tempismo, abilità e testardaggine. Il tempismo che mancò ai primi Social Network, così in anticipo sui tempi da non avere atteso nemmeno il diffondersi di foto e videocamere digitali e, di conseguenza, della possibilità di caricare il proprio ritratto (figuriamoci le foto, vero boost dell’ambiente social). L’abilità di individuare i meccanismi sociali che dal micromondo del college di Harvard, hanno tenuto duro fino alle macrostrutture del mondo (“la gente è pettegola e ama sbirciare il prossimo suo”). Testardaggine per avere rifiutato le tante offerte milionarie prima e miliardarie poi, in attesa del reale assestamento dei numeri di Facebook che anche ora abbozza soltanto il suo bacino d’utenza potenziale.
Zuckerberg, il quale ha partecipato alla stesura del libro, ipotizza e anela un futuro dove Facebook diventi così grande da essere un sotteso della rete. Non esisterà più un portale Facebook perché tutto sarà Facebook. Ogni login avverrà dall’account di Facebook, gli acquisti si faranno attraverso Facebook, la patente si rinnoverà presso Facebook!
Ma nel frattempo il buon Mark si batte con lo strapotere di Orkut, social network di Google (e fra gli antesignani di Facebook) che domina l’utenza brasiliana. La Russia resta salda in mano di Vkontakte, così come Cina e Giappone preferiscono contare sui social network indigeni.
Il dominio del mondo, quindi, è ancora materia di discussione, ma le potenzialità esistono e le motivazioni sono convincenti.
Intanto, con buona pace del buon Zuckerberg, chi ha scritto questo articolo una pagina Facebook ancora non ce l’ha…
Autore: David Kirkpatrick
Editore: Hoepli
Anno: 2011
Prezzo di Copertina: 19,90€
Pagine: 306
Versione: Italiana
—
Questa recensione è tratta da Players 08, che potete scaricare gratuitamente dal nostro Archivio.
Se ti piace quello che facciamo, puoi supportarci (o offrirci una birra) comprando musica, giochi, libri e film tramite i link Amazon che trovi negli articoli, senza nessun costo aggiuntivo.
Grazie!