Anche le opere più mastodontiche iniziano  sempre con un piccolo, primo passo. Nel caso di The CRPG Book, il momento in cui tutto è iniziato si può far risalire a una copia di Betrayal at Krondor, importata clandestinamente su floppy e fatta girare su un PC assemblato altrettanto al di fuori della legge. Sono gli anni ’90 in Brasile, l’importazione di materiale tecnologico è vietata dalla dittatura militare e Felipe Pepe, futuro curatore del volume che si propone come la risorsa definitiva per i cultori dei giochi di ruolo per PC, è ancora un ragazzino.

Da allora il mondo è stato stravolto almeno un paio di volte. La scossa più grossa l’ha servita internet: di colpo il globo si è fatto minuscolo. Oggi è quasi difficile ricordarsene, ma nemmeno troppi anni fa c’è stato un tempo in cui il pianeta era rigidamente diviso e la circolazione di idee vincolata a modalità e tempistiche che oggi considereremmo preistoriche (cosa di cui dovremmo ricordarci quando qualcuno torna a parlare di muri e barriere). Poi, nel giro di breve tempo, donne e uomini da ogni parte del mondo hanno potuto confrontarsi su qualsiasi argomento, superando barriere linguistiche, solitudine o stigma sociale.

The CRPG Book nasce da lì, da ciò che internet è stato prima trasformarsi nella pozza di odio e scontro in cui l’abbiamo ridotto oggi. Non mi piace glorificare i bei tempi andati, credo che l’umanità sia sempre stata uguale a se stessa, al netto delle modalità espressive concesse. Non era meglio allora: lo schifo che oggi non si ha la vergogna di tacere, semplicemente a quel tempo rimaneva silente nelle teste o circoscritto tra quattro mura. Su internet però fioccavano comunità il cui scopo era costruire e preservare.

Una di queste è quella che da anni gestisce e custodisce RPG Codex, il sito internet che tutt’oggi sfoggia una deliziosa estetica da internet degli albori, l’approdo online che è l’incubatore del volume – grande, pesante e bellissimo – pubblicato in questi giorni da Bitmap Books. Mentre il balzo tecnologico consentiva a quel ragazzo brasiliano di conversare con altri appassionati da ogni parte del mondo, il progresso rischiava di condannare l’oggetto delle loro conversazioni all’oblio. Già, ma perchè pubblicare un libro, i cui confini fisici sono inevitabilmente limitati rispetto allo spazio infinito offerto da internet?

No, so che la risposta più scontata in questi casi è “Per soldi”, ma non è questo caso. The CRPG Book è un progetto no-profit, i cui proventi maturati dagli autori saranno destinati a Vocação, una ONG brasiliana che si occupa di aiutare bambini e teenager nelle aree più povere del paese. Oltre a fare del bene, The CRPG Book serve anche ad altro.

Serve, in primo luogo, a preservare una conoscenza che internet ha permesso di diffondere, ma che oggi rischia di disperdere. L’espansione dei confini del web sta generando un fenomeno opposto a quello dei suoi primi tempi, disperdendo le comunità e le conoscenze che queste custodiscono attraverso una ricca proposta di piattaforme differenti, il cui effetto collaterale tuttavia è uno sparpagliamento di contenuti che non aiuta chi è alla ricerca di informazioni senza già una base di partenza solida. Se oggi internet disperde, un libro raccoglie, recuperando almeno in parte il suo ruolo antico di selezione della conoscenza.

Ma The CRPG Book è anche molto altro. Per iniziare, è una guida, destinata sia a chi voglia avvicinarsi per la prima volta al mondo dei giochi di ruolo su PC sia a all’esperto in cerca di qualcosa che possa stupirlo. Con oltre 400 recensioni, il libro ambisce a coprire l’intrea produzione dei giochi di genere mai realizzati fino al momento della chiusura della selezione, senza trascurare i precursori sviluppati sulle macchine che hanno preceduto i PC casalinghi, come il mitologico PLATO.

Oltre alle singole schede, The CRPG Book raccoglie una serie di contributi editoriali provenienti sia dalla comunità di appassionati raccolta da RPG Codex, sia da figure di spicco del giornalismo videoludico internazionale degli anni ’90, come la mitologica Scorpia, redattrice di Computer Gaming World nonché una tra le più autorevoli voci nel campo degli RPG, benché ormai ritirata. Perché lo scopo del volume non è solo quello di catalogare, ma principalmente quello di aiutare. Le recensioni, divise per lustri, travalicano le semplici descrizioni e abbondano di consigli per chi volesse lanciarsi oggi nell’esperienza. Così per i titoli più remoti, oltre a una nerdissima comparazione tra i diversi porting, viene gestita la spinosa questione della compatibilità con i PC odierni, mentre per quelli più recenti è spesso presente un box dedicato alle mod più interessanti.

Ma, come detto, The CRPG Book è altro ancora. È una storiografia, che elenca in ordine cronologico oltre 400 titoli, dal 1975 al 2015. E attraverso i giochi racconta le evoluzioni tecnologiche e sociali del medium, ma anche un balzo pauroso nelle ambizioni e nelle possibilità espressive di chi il medium lo crea, che diventa evidente una volta condensato in un paio di chili di carta lucida, che per altro fa una gran bella figura sul tavolino in sala.

Nelle intenzioni del suo curatore Felipe Pepe, The CRPG Book vuole poi essere una mano tesa verso chi si avventura nel mondo dei giochi di ruolo digitali, le cui barriere all’ingresso spesso richiedono una dose sproporzionata di impegno e dedizione per gli standard odierni. Illuminante, in questo senso, è il contributo di Michael Abbott, che racconta in un editoriale all’inizio del volume come Ultima IV possa risultare semplicemente ingiocabile per i giocatori odierni, senza ricevere una serie di indicazioni anche materiali scontate per chi ha iniziato coi videogiochi in un’altra epoca.

Infine The CRPG Book è un regalo. In primis per chi l’ha realizzato, per la lunga lista di contributor volontari che può vedere il proprio nome stampato su carta insieme a quello di tutti gli altri, anche chi nel frattempo non c’è più, racchiuso all’interno di una bella copertina rigida, illustrata per altro da un professionista retribuito grazie alla possibilità offerta da Bitmap Books di realizzare una versione fisica di questi quattro anni di lavoro, mettendoci la solita indiscutibile cura editoriale che risulta senza dubbio un valore aggiunto.

In ultimo, ma forse è il dettaglio più importante, The CRPG Book è un regalo per il lettore, un invito al divertimento puro realizzato da una comunità di donne e uomini da ogni parte del mondo che hanno messo da parte ogni possibile diversità culturale per dedicarsi a qualcosa che possa far star bene altri, per di più senza alcun secondo fine. Ci sono mille motivi per comprare e leggere The CRPG Book, senza dubbio, ma mettendo per un momento da parte tecnologia, PC e giochi ruolo, il suo rappresentare un’oasi in un’estate intrisa d’odio mi sembra in questo momento il più importante.

 



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Claudio Magistrelli

Pessimista di stampo leopardiano, si fa pervadere da incauto ottimismo al momento di acquistare libri, film e videogiochi che non avrà il tempo di leggere, vedere e giocare. Quando l'ottimismo si rivela ben riposto ne scrive su Players.

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