Enoch è un personaggio biblico antidiluviano e nonno di Noè, citato nei testi biblici per essere stato rapito da Dio prima che morisse. Il rapimento è la caratteristica che ha reso unica questa figura, rendendola un topos letterario che è citato da autori come Saul/Paolo di Tarso, Dante Alighieri, Ludovico Ariosto e anche Bram Stoker. Il legame tra questo leit motiv, il cognome dell’autore e il volume Sottosopra appare quindi evidente. Luca Enoch rielabora il genere apocalittico, immaginando che la gravità si ribalti improvvisamente: miliardi di persone precipitano nel vuoto, mentre comincia una spietata lotta per la sopravvivenza.
Se l’idea alla base dell’opera è affascinante e apre a un reale ribaltamento di prospettiva, spesso acutamente colto nelle illustrazioni di Riccardo Crosa, i suoi esiti appaiono limitati dalla natura episodica della vicenda. L’autore decide infatti di concentrarsi sul momento di conoscenza di due adolescenti, Alessandro e Giorgia, e sulle loro disavventure nel mondo al rovescio.
La vicenda che vede i due per protagonisti appare – o forse è volutamente – limitata. Una scelta che, però, offre all’autore la possibilità di concentrarsi soprattutto sugli effetti che il ribaltamento ha sull’esterno e sulle persone. Se Alessandro e Giorgia appaiono capaci di riadattarsi velocemente alle nuovi condizioni di vita, il resto dell’anonima città in cui si svolge la vicenda reagisce in maniera particolarmente negativa alla situazione: molti adulti decidono di togliersi la vita, si formano sette di estremisti religiosi che associano al rapimento biblico quanto accaduto, assistiamo all’immediato collasso dei media e dei non-luoghi del consumo (la passeggiata al centro commerciale e al mega-negozio di sport, che richiama una ben nota catena).
Allo stesso tempo, Enoch non eccede nel realismo e concede alcuni spazi di speranza: l’indipendenza energica del patrigno di Giorgia, la resistenza di un canale televisivo musicale alternativo e altri, infinitesimali indizi neutralizzano qualsiasi eccesso di pessimismo e disperazione. L’impressione è che, con Sottosopra, l’autore si rivolga a una nuova gioventù che, per cause anagrafiche, non ha letto e non può totalmente riconoscersi nei precedenti lavori dell’autore.
Questa volontà si esprime, a mio dire, concretamente nel tratto di Riccardo Crosa: i disegni sono vivaci, i personaggi agili e davvero fluttuanti, le geografie spaziali sorprendono e talvolta spiazzano il lettore. Si nota la volontà di trovare un compromesso tra lo stile realistico, che tante volte ho apprezzato in Dragonero, e uno stile più adatto a un pubblico giovanile, come visto in Dragonero Adventures. Una nota di merito per il lavoro svolto sull’illuminazione: il ribaltamento di prospettiva deve aver creato più di qualche grattacapo sia a Riccardo che al colorista Paolo Francescutto, sebbene la resa sia eccellente.
Il numero di pagine esiguo e la scelta di concentrarsi su una vicenda fortemente circoscritta mi spingono a vedere Sottosopra come un volume che, rivolgendosi a un pubblico più giovane, voglia porre le basi per un’ambientazione più ampia, alla quale Enoch possa ricorrere in seguito per storie più articolate e complesse. Le premesse sono affascinanti e, se si è nella fascia d’età giusta (alias adolescenziale), si può considerare Sottosopra un’ottima introduzione alle opere di un maestro del fumetto nostrano.
Sottosopra
sceneggiatura di L. Enoch
disegni di R. Crosa
colori di P. Francescutto
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