È di nuovo il Giorno della Vita su Kashyyk! Un giorno di festa, di unione e festeggiamenti, anche se va ammesso che l’ultima volta non è andata benissimo: il festeggiamento televisivo del Life Day (l’equivalente del natale per la galassia lontana lontana) si è rivelato il più grande e conclamato flop in oltre 40 anni di Star Wars. Il prode Poe Dameron però non è il tipo che si fa scoraggiare da simili dettagli: dopo tutto la festa con Chewbacca e la sua famiglia è un rituale, per quanto infausto, e va rispettato. Tacchino, addobbi, sculture di ghiaccio e albero: tutto filerebbe alla perfezione, un bel cambio di rotta per questo memorabile 2020, se non fosse per Rey, impegnata a dare lezioni di Jedi a Finn con scarso successo. Sarebbe un peccato celebrare questo giorno di festa senz ail giusto entusiasmo, perciò tocca alla Forza metterci una pezza, facendo scoprire a Rey un tempio Jedi dove una chiave le darà accesso al passato della galassia, aprendole nuove porte per il futuro di maestra Jedi. Si tratta, in fondo, di una gita in giornata, con ritorno previsto in tempo per la cena di gruppo, cosa potrebbe mai andare storto?

L’originale Star Wars Holiday Special è stato un naufragio così totale, sotto ogni punto di vista, recitazione inclusa, da finire dritto nella storia. Forse non c’era davvero anno migliore del 2020 per celebrare un fallimento così epocale da essere tuttora tramandato, devono aver pensato in Disney. O forse c’entra il lancio della nuova piattaforma streaming, Disney+, che ha sempre bisogno di essere rimpolpata con nuovi contenuti originali per mantenere e accrescere la propria base di sottoscrittori. Uno speciale natalizio ambientato nel mondo Star Wars è in fondo una sorta di scommessa a botta sicura, se poi ambientato nell’universo LEGO ancora di più, viste le concessioni si in termini di umorismo che di continuity che ci si può permettere grazie alla collaborazione dei mattoncini svedesi. E poi davvero, peggio del primo tentativo non potrà mai andare.

Lo spunto narrativo attraverso cui Rey entrerà in possesso di un cristallo che le consente di viaggiare nel tempo, verso i momenti più significativi del rapporto tra un maestro jedi e il suo padawan nell’intera storia di quella galassia lontana lontana, consente a LEGO Star Wars Christmas Special di fare qualcosa che nel rigoroso universo narrativo della saga non è mai stato fatto prima: balzare avanti e indietro tra episodi e spin-off, facendo interagire tra loro personaggi di diversi capitoli. Se la prima tappa è obbligata, ovvero la palude di Dagobah dove Yoda insegna a Luke che si può “Fare o non fare. Non c’è provare”, già nella successiva emerge l’umorismo spesso metarefenziale che caratterizza le produzioni LEGO (caposaldo di questo speciale), con un giovane Anakin annoiatissimo dalle lezioni sul commercio internazionale tenute da Obi-Wan.

Nella cinquantina di minuti che compongono lo speciale, le gag che ironizzano su piccoli e grandi passi falsi della saga abbondano, dal dialogo tra due clone troopers ai riferimenti all’originale Holiday Special, accompagnati da strizzate d’occhio a tutto ciò che nel frattempo è diventato Star Wars, mandaloriano e The baby inclusi, ovviamente. L’incontro casuale, ma certo prevedibile, con Vader e Palpatine trasforma la secondo metà di questo mediometraggio animato in un lungo inseguimento che scorre avanti e indietro nel tempo, aggregando a sé un cast via sempre più grande di personaggi in cui presto abbondando i doppioni, come il giovane Luke dei primi minuti di Una Nuova Speranza e quello attempato de Gli Ultimi Jedi.

Il motore della vicenda diventa a quel punto una spassosa gara tra Kylo Ren e Darth Vader per conquistare il titolo di allievo prediletto di Palapatine (ovvero quello che non lo lancerà in un dirupo). Per qualche istante ho persino sperato che Ken Cunningham, il regista di LEGO Star Wars Christmas Special, provasse a mettere una pezza a tutte le falle narrative de L’Ascesa di Skywalker, sfruttando i provvidenziali balzi temporali per spiegare l’improvvisa ricomparsa di Palpatine accompagnato da un’esercito in grado di spazzare via l’intera galassia. Anche se la tentazione sembra esserci, tuttavia non si va oltre la facile ironia sulle scene a petto nudo di Adam Diver e la sistemazione (temporanea in realtà) di un piccolo dettaglio gestito fuoriscena nell’ultima pellicola.

Il maxi scontro finale che coinvolge buona parte del cast delle tre trilogie (e prodotti collaterali vari) è un tripudio di rimandi e di situazioni che strappano di sicuro un sorriso ai fan, certificando però anche uno sbilanciamento nel racconto, più riuscito quando orientato sulle vicende di Rey e BB-8 a spasso nel tempo, ma parecchio più scarico nei festeggiamenti di Finn, Poe e gli altri rimasti su Kashyyk, dove non si va oltre a qualche gag coi Porg e una comparsata di Max Rebo. Il risultato finale è un passatempo senza dubbio piacevole e simpatico, caratterizzato da una buona animazione (anche se si è visto di meglio) e impregnato di una morale molto adatta allo spirito della saga, ma si avverte come a questo speciale manchi un po’ di verve, o anche solo la capacità di segnare un’immaginario e rimanere nel tempo come accade di solito a tutto ciò che è toccato dal logo di Star Wars, disastri natalizi inclusi.



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Claudio Magistrelli

Pessimista di stampo leopardiano, si fa pervadere da incauto ottimismo al momento di acquistare libri, film e videogiochi che non avrà il tempo di leggere, vedere e giocare. Quando l'ottimismo si rivela ben riposto ne scrive su Players.

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