Nella città di New Mushroomton c’era una volta la magia, che la tecnologia ha oramai soppiantato, essendo più semplice da utilizzare ed alla portata di tutti. Qui vivono due fratelli elfi: Ian Lightfoot, un timido liceale, e Barley, appassionato di un gioco di ruolo. Entrambi vivono con la madre, visto che il padre è morto quando Ian era ancora piccolo. Nel giorno del suo 16esimo compleanno, quest’ultimo però riceve un regalo inaspettato: un bastone magico che può far tornare in vita, anche se solo per un giorno, l’amato padre…

Prima storia originale Pixar a tre anni da Coco (a luglio dovrebbe, condizionale d’obbligo visti i tempi che corrono, uscire il promettente Soul), Onward è un film costruito per piacere e andare sul sicuro. Forse troppo, visto che quasi tutta la storia ed il suo dipanarsi, sanno di già stra-visto: i dissidi tra fratelli che vengono mano a mano appianati con la reciproca conoscenza in un ambiente diverso da quello familiare, il tema del viaggio come esperienza catartica, palingenesi e rinnovamento, la “calda” magia contrapposta alla prevedibile ed asettica tecnologia…un meccanismo oliato alla perfezione insomma, ma che manca però di guizzi e originalità.

In Onward la prima mezz’ora è davvero divertente e, specie per gli appassionati di videogiochi, rpg, e “roba nerd” in genere, una gioia per gli occhi e la scelta di rifare (a modo proprio) Weekend con il morto (ve lo ricordate vero?) permette di utilizzare una quantità di gag visive e cinetiche come non se ne erano mai viste in una produzione Pixar. E’ proprio quando il film dovrebbe decollare, all’inizio del viaggio, che Onward rientra un po’ nei ranghi, assomigliando molto ad una classica produzione Dreamworks (che spesso soffrono di una evidente linearità e zero voglia di osare).

Avete presente l’espressione “film per famiglie“? Ecco, Onward ne è attualmente l’esempio più fulgido: la cura dei dettagli è sempre maniacale, il doppiaggio della coppia Chris Pratt e Tom Holland (per chi se lo vedrà in originale, cosa assai consigliata, visto tra i doppiatori italiani ci sono Sabrina Ferilli, Fabio Volo, Raul Cremona e David Parenzo…) è spassoso (e ci ricorda che un anno fa, anche se sembra passato un secolo, trepidavamo per le sorti degli Avengers…), il film è bellissimo da vedere, grazie ad un uso sapiente dei colori e delle scenografie, ma forse, da Pixar, era lecito aspettarsi un po’ più di coraggio, originalità e voglia di osare.



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Andrea Chirichelli

Classe '73. Giornalista da tre anni, ha offerto il suo talento a riviste quali Wired, Metro, Capital, Traveller, Jack, Colonne Sonore, Game Republic e a decine di siti che ovviamente lo hanno evitato con anguillesca agilità. Ha in forte antipatia i fancazzisti, i politici, i medici, i giornalisti e soprattutto quelli che gli chiedono foto.

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