Harry Potter e la Pietra Filosofale torna al cinema in occasione del ventesimo anniversario dalla sua uscita, un omaggio dovuto a quello che è diventato uno degli universi letterari e cinematografici più importanti e imponenti di sempre, con una fanbase che in pochissimo tempo si è rivelata appassionata, estesa e munifica al pari di altre che però possono contare su alcune decadi di vantaggio come, per esempio, quella di Star Trek, Il Signore degli Anelli e Star Wars che però non ha mai sfondato, al contrario del potterverse, nel mercato cinese.

E a proposito di Star Wars, l’influenza della creatura di J.K. Rowling nella cultura pop è tale che l’ultimo film della nuova trilogia, l’Ascesa di Skywalker, nella foga di disfare tutto quello che era stato raccontato in Episodio VIII per tornare su strade già battute e ripristinare una sorta di ortodossia della lore, è finito con l’assomigliare proprio a Harry Potter, e non a caso qualcuno ha chiosato con “Star Wars e i Doni della Morte“.

Ma questo è il punto di arrivo, quello di partenza risale a più di venti anni fa, quando al momento di adattare la saga cartacea sono state prese le tre decisioni fondamentali che hanno modellato nel bene e nel male l’universo cinematografico: è stato scelto Chris Columbus per rendere sul grande schermo il world building creato dall’autrice, per poi consegnarlo chiavi in mano ai successori; Rowling ha posto la condizione che il cast fosse composto interamente da attori e attrici inglesi. Infine, ma probabilmente è stata la prima decisione presa: se la saga cartacea è fruibile e godibile da chiunque, anche da un pubblico decisamente adulto, la saga cinematografica doveva rivolgersi ai giovanissimi, ovvero a bambin* e preadolescenti.

harry potter e la pietra filosofale

Da fan di Potter, quando mi trovo a spiegare la mia passione per la serie a chi la conosce per sentito dire, ripeto sempre: se volete capire perché piace ai bambini, guardate i film, se volete capire perché piace agli adulti, leggete i libri. La riduzione cinematografica, infatti, è tale letteralmente: tutto quello che nella saga letteraria è complesso, problematico, perfino doloroso, nei film è stato predigerito e livellato, quando non eliminato di peso. La stessa “magia” che nei libri è il risultato di una penna creativa che stimola l’immaginazione, nei film è stata fraintesa per un po’ di scintille colorate e ridotta a una faccenda per il reparto effetti speciali. In quest’ottica, la decisione di Rowling di affidare i propri personaggi ad attori e attrici di Sua Maestà si è rivelata una scelta illuminata: il livello di talento del cast ha sopperito spesso alle lacune di pellicole il cui sense of wonder mira a fermarsi agli occhi.

Queste, però, sono mancanze che si evincono valutando l’intero percorso cinematografico. Chris Columbus, forte di un cast – come detto – solidissimo, privo di star hollywoodiane accentratrici, e unitamente a una scelta felicissima dei tre piccoli protagonisti, è riuscito a mettere in piedi un mondo credibile e riconoscibile. Ma non partendo da zero. Columbus aveva una grande esperienza nel dirigere e/o scrivere successi eclatanti per ragazzi e per tutta la famiglia quali Mamma Ho perso l’Aereo, Mrs Doubtfire, I Goonies, ma è Young Sherlock Holmes (Piramide di Paura il titolo italiano…) il lavoro che 16 anni lo aveva preparato a essere il regista di Harry Potter e la Pietra Filosofale.

young sherlock holmes

Young Sherlock Holmes è un film del 1985, scritto da Columbus e diretto da Barry Levinson, il film è una sorta di origin story del detective più famoso del mondo che mostra un giovane Sherlock nel periodo di studi in una boarding school. L’ambientazione e la vita in collegio con tutte le dinamiche del caso, l’amicizia con il giovane maldestro e poco abbiente Watson, una sorta di predestinazione, l’avventura rocambolesca che sconfina nel soprannaturale, la sfida con la propria nemesi… sono tutti temi e aspetti che ricordano, in qualche modo anticipano, gli elementi presenti in Harry Potter. E qui devo precisare che sì, Harry Potter è una saga catalogata come fantasy, ma in realtà del genere ha solo l’aspetto più esteriore e appariscente: Potter è di fatto un mystery, spesso attiguo alla detection, e quindi davvero più imparentato con un lavoro come Young Sherlock piuttosto che La Ruota del Tempo.

Columbus, dunque, facendo le debite distinzioni, si è ritrovato a fare per Rowling quello che, in una scala molto più piccola, Levinson aveva fatto per la sua sceneggiatura originale.  La trasposizione, va da sé, è sempre un’operazione delicata. Quello tra libro e chi legge è un rapporto personale, l’immersione in un universo ideato da altri avviene senza filtri. L’adattamento cinematografico agisce su un piano diverso e sollecita risposte diverse: se è pedissequo, assistiamo a una messa in scena bidimensionale che ci lascia al di qua dello schermo, se è affascinante ci caliamo in una realtà le cui cui resa è però stata decisa da altri.

Quando uscì La Pietra Filosofale, la saga era già al quarto libro – Harry Potter e il Calice di Fuoco – quindi nell’immaginario dei lettori, il potterverse era già consolidato e la storia molto avanti. Nel caso di Harry Potter e la Pietra Filosofale, ad agganciare lettori, adulti e bambini, e trasportarli tutti insieme nel Wizarding World viene in soccorso John Williams: è sua la bacchetta – da direttore d’orchestra – a compiere la vera magia. Per la saga, Williams ha composto un tema indimenticabile che fin dalla primissima inquadratura evoca un senso di meraviglia accompagnato da una nota di mistero, unita a un che di etereo, sfuggente e cristallino. In una parola: magico. A tutt’oggi, più di qualsiasi altro elemento, sono le prime note di celesta dell’Hedwig’s Theme a dirci “Harry Potter” forte e chiaro.

Considerando tutto questo, vale la pena tornare al cinema dopo venti anni per un film che abbiamo visto in enne passaggi televisivi, di cui sono disponibili streaming, DVD, Blu-Ray ovunque? Se si tratta di una prima visione, la risposta è sì, tenendo sempre presente la mia annotazione: se siete adulti vi sembrerà un bel film per bambini, ma non capirete il perché di tanto clamore, se accompagnate un minore, si divertirà.

Se invece volete abbandonarvi a un sentimento di draperiana nostalgia e approfittare del cinema, un luogo che non sarà Hogwarts, ma che ha la sua magia di cui siamo stati privati per più di un anno, fate sicuramente bene.

Nel caso l’idea è quella di andare al cinema per il film in quanto tale, allora il mio consiglio è di vedere, o rivedere, Young Sherlock Holmes, piuttosto.

Note

Per il ruolo di Hagrid, la prima scelta degli studios fu Robin Williams, che peraltro aveva già lavorato con Chris Columbus in Mrs Doubtfire. Rowling si oppose desiderando solo attori britannici, e il ruolo andò a Robbie Coltrane.

Inizialmente, per il ruolo di Harry Potter venne scelto Liam Aiken. Anche lui aveva già lavorato con Columbus in Stepmon, ma come sopra, Rowling mise il veto per un attore non british. Successivamente Aiken ottenne il ruolo di un altro famoso orfano protagonista di un’altra nota saga per ragazzi: Klaus Baudelaire in Una Serie di Sfortunati Eventi.

Nei primi due film di Harry Potter, il preside Silente è interpretato da Richard Harris. A seguito della morte dell’attore, il ruolo andò a Michael Gambon dopo che venne preso in considerazione Peter O’Toole, ma infine scartato per via della sua età.

Inizialmente fu Contattato Tim Roth per il ruolo del professor Piton, ma Roth preferì il Pianeta delle Scimmie di Tim Burton. Il ruolo andò ad Alan Rickman: se Piton è un personaggio grandemente amato, il merito è anche del compianto Rickman.

La regia di Harry Potter e la Pietra Filosofale fu offerta a Spielberg che però avrebbe preferito trasformare la saga in film di animazione. Ovviamente l’accordo fu impossibile. Nel corso degli anni, il nome del regista continuò a spuntare fuori ciclicamente.

Negli Stati Uniti, libro e film sono stati pubblicati con il titolo Harry Potter ad The Sorcerer’s Stone (Harry Potter e la Pietra dello Stregone). L’editore USA temeva che i lettori non fossero familiari con il concetto di “pietra filosofale” e che questo pregiudicasse l’acquisto. 

 



Players è un progetto gratuito.

Se ti piace quello che facciamo, puoi supportarci (o offrirci una birra) comprando musica, giochi, libri e film tramite i link Amazon che trovi negli articoli, senza nessun costo aggiuntivo.

Grazie!
, , , , , ,
Mara Ricci

Serie tv, Joss Whedon, Jane Austen, Sherlock Holmes, Carl Sagan, BBC: unite i puntini e avrete la mia bio. Autore e redattore per Serialmente, per tenermi in esercizio ho dedicato un blog a The Good Wife.

Similar Posts
Latest Posts from Players