Hanna è una ragazzina cresciuta dal padre nelle remote foreste della Finlandia. Lui, un ex agente della Cia, l’ha tenuta nascosta agli occhi del mondo per trasformarla in una killer superaddestrata. Dopo anni di duri allenamenti, trascorsi senza contatti con altre persone e senza sapere cosa sia la tecnologia, per Hanna arriva il momento di svolgere il suo compito…

È bello quando da buone premesse si ottengono buoni film. Hanna rientra appieno in questa ristretta categoria. Sulla carta Hanna non poteva essere un buco nell’acqua: ottimi attori, script interessante, valori produttivi al top. Il rischio, semmai, era quello di creare un clone della saga di Bourne, con l’eroe isolato e solo contro tutti. L’ultima fatica di Joe Wright si rivela invece non solo un valido action movie, che il regista impreziosisce con il suo innato talento nel girare eccelsi piani sequenza, ma anche e soprattutto un atipico film di formazione.

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La protagonista, che sa districarsi alla perfezione nelle situazioni più complesse (come fuggire da un complesso ipermilitarizzato), si perde in un bicchier d’acqua ogni qualvolta si trova alle prese con oggetti (una televisione) e situazioni (uscire con un ragazzo) a lei totalmente sconosciuti.

Saoirse Ronan si dimostra anche in questa occasione un mostro di bravura e oscura letteralmente sia Bana che la Blanchett, entrambi non particolarmente in palla, specie quest’ultima, poco credibile nei panni di un’agente spietata e pronta a tutto. Eccellenti invece i personaggi di contorno, il vero punto di forza del film, in particolare l’eccentrica famiglia che “adotta” la protagonista e che funge da volano per situazioni, se non comiche, quanto meno utili a stemperare la tensione.

Last but not least, massimo plauso alla soundtrack dei Chemical Brothers che, quanto a capacità di accompagnare con le note le immagini che scorrono sullo schermo, è seconda solo a quella realizzata dai Daft Punk per Tron Legacy. Un altro segno dei tempi.

Queste recensioni sono è tratte da Players 05, che potete scaricare gratuitamente dal nostro Archivio.



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Andrea Chirichelli

Classe '73. Giornalista da tre anni, ha offerto il suo talento a riviste quali Wired, Metro, Capital, Traveller, Jack, Colonne Sonore, Game Republic e a decine di siti che ovviamente lo hanno evitato con anguillesca agilità. Ha in forte antipatia i fancazzisti, i politici, i medici, i giornalisti e soprattutto quelli che gli chiedono foto.

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