A sei anni dalla pubblicazione di Killer 7, Goichi Suda (No More Heroes) e Shinji Mikami (Resident Evil) rinnovano il loro sodalizio videoludico con Shadows of the Damned, impreziosendo l’evento tramite una colonna sonora griffata da Akira Yamaoka, qui al suo primo incarico post-epopea musicale di Silent Hill. Il prodotto confezionato da questo dream team di visionari nipponici non ambisce a rivoluzionare gli stilemi del gameplay contemporaneo, ma piuttosto distilla, in maniera consapevole e divertita, la quintessenza pop dell’intrattenimento elettronico.

Il punto di forza del titolo è la variopinta serie di trovate splatter-trash, che, come spruzzi di colore su una tela di Pollock, riveste con una tessitura imprevedibile il nucleo ludico, costituito da una variante fresca e agile di soluzioni di gioco già collaudate. L’ossatura di Shadows of the Damned, difatti, ricalca quel gameplay liminale al third person shooter, sperimentato nei più recenti episodi di Resident Evil, spostandone il baricentro verso l’action game puro, attraverso l’introduzione di elementi come la schivata.

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All’interno di questo telaio ludico s’inseriscono innumerevoli variazioni contestuali, che risultano interdipendenti con le bizzarrie proposte dal comparto estetico e dagli elementi narrativi. Così, a innescare le oscillazioni stilistiche sul piano del gameplay è la kermesse di circostanze oniriche in cui si trova coinvolto il protagonista del gioco, Garcia Hotspur, un rude cacciatore di demoni messicano, che decide d’irrompere nella dimensione infernale per recuperare la sua fidanzata, rapita dalle creature maligne.

Per abbattere le legioni diaboliche e per venire a capo di situazioni particolarmente eccentriche, Garcia dovrà dar fondo alla versatilità bellica offerta dal suo aiutante, Johnson, un’entità spettrale dallo spiccato senso dello humour (nero), capace di trasformarsi nelle armi più disparate. Per esempio, sarà necessario sfruttare la modalità di fuoco pesante dell’essere scheletrico per produrre un proiettile a foggia di teschio gigante, da utilizzare a mo’ di palla nella declinazione freak del bowling e del pachinko.

Oppure, nel quartiere a luci rosse della città demoniaca, un Johnson in preda all’eccitazione sessuale si tramuterà in un’enorme carabina fallica con cui il protagonista dovrà cannoneggiare sciami di mostri giganti, in una versione delirante e 3D di Space Invaders. Questo helter skelter di eventi grotteschi è ulteriormente ravvivato dall’alternanza di luce e ombra. Il mondo dei demoni, infatti, viene compulsivamente avvolto da tenebre venefiche che drenano l’energia di Garcia.

Al fine di dissiparle, è necessario accendere con prontezza dei bizzarri candelabri o eliminare la sorgente stessa dell’oscurità, rintracciando e uccidendo determinate creature. Talvolta, però, si rivelerà indispensabile immergersi spontaneamente nelle zone d’ombra, poiché solo con questa rischiosa azione è possibile individuare e colpire gli organi vulnerabili di alcuni avversari o attivare gli interruttori che aprono particolari porte. Tutti questi elementi concorrono insieme a generare un blend ludico definibile come “switch ‘em up”, dove l’amalgamarsi delle componenti puzzle e action produce un continuum adrenalinico sempre pronto a spiazzare il giocatore.

La maratona psichedelica si dipana sullo sfondo di una miscela visiva agrodolce. A scelte di design stravaganti, come checkpoint marcati attraverso la pila di escrementi fumanti rilasciata da pipistrelli mostruosi, fanno da macabro contrappeso le fattezze dei demoni, che richiamano gli inquietanti gargoyle gotici. Lo stesso accade sul frangente audio, dove dialoghi carichi di doppi sensi e turpiloquio si alternano alle musiche, spesso agghiaccianti, di Yamaoka.

Per gli amanti dell’exploitation, Shadows of the Damned rappresenta la proverbiale manna dal cielo, per tutti gli altri risulta un prodotto sapido, seppur senza pretese, capace d’intrigare con la sua eclettica semplicità.



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Piero Ciccioli

Coniuga da anni la sua professione di ricercatore scientifico a quella di articolista e saggista specializzato in videogiochi, cinema d’exploitation, horror, fumetti e nei più disparati prodotti di entertainment d’origine nipponica. Nutre una viscerale predilezione per tutto ciò che è weird e sogna di radere al suolo una riproduzione in cartapesta di Tokyo, vestito da Godzilla.

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