soil

Soil New Town è una piccola cittadina giapponese, un villaggio come tanti, in realtà ben più interessante di quanto possa sembrare dopo una prima occhiata distratta, a cui in effetti restituirebbe la semplice apparenza di un luogo quasi banale nella sua assenza segni distintivi. Casupole basse, viuzze ordinate, gente impegnata nelle piccole mansioni domestiche. 

A guardare bene però Soil sembra quasi troppo normale, addirittura avvolta in una normalità un po’ troppo curata e sbandierata. La schiera di casupole disposte specularmente le une di fronte alle altre, ciascuna incorniciata da curatissimi vasi di fiori, supera decisamente gli standard dell’innocua monotonia architettonica sub-urbana, sfoggiando una composizione così ordinata e metodica da sfociare nell’angosciante. Qualcosa non torna in tutta questa ostentata perfezione: quando qualcosa è impeccabile a vedersi deve nascondere i suoi difetti là dove la vista non arriva. Nelle sue origini, per esempio.

Soil si merita l’appellativo di New Town per la sua recente costruzione su un terreno che per lungo tempo ha ospitato cumuli di macerie e rifiuti industriali. Sotto quella discarica abusiva però sono rimasti nascosti per anni anche i resti dell’antico villaggio di epoca Jomon che sorgeva in quel luogo, opportunamente distrutti durante le opere di urbanizzazione per evitare guai con la sovrintendenza. Oggi tuttavia Soil sembra nascondere crimini ben più crudeli.

Soil manga 1

L’oscuro passato di Soil immerso in antichi e sanguinolenti riti occupa infatti solo le prime pagine di Soil, l’opera di Atsushi Kaneko di recente pubblicazione nella linea Planet Manga di Panini. Dopo di che, ci pensa un gigantesco traliccio elettrico crollato di traverso sulla strada a riportarci di colpo al presente. Uno spartiacque visivo tra la criptica introduzione e l’avvio delle indagini del sergente Yokoi e dell’agente Onoda. Mentre la coppia è costretta a procedere a piedi sotto un insolito solleone autunnale, scopriamo che l’obiettivo della loro ricerca è un intera famiglia, i Suzushiro, padre, madre e figlia. Tutti spariti nel nulla la notte precedente durante il black out seguito al crollo del traliccio. Al loro posto, nella casa in cui a tavola si trovano ancora i resti del pasto interrotto d’improvviso, una colonna di sale eretta nella camera della ragazzina. Una sale non comune, dello stesso tipo usato per formare un’imponente piramide nel giardino della scuola, sulla cui cima il misterioso autore ha depositato il cuore del criceto dei Suzushiro. Come se non bastasse, ai già abbondanti misteri legati alla notte più drammatica nella storia di Soil si aggiunge anche la contemporanea scomparsa di un poliziotto durante il suo turno, volatilizzatosi subito dopo aver segnalato al presenza di un uomo coperto di squame davanti all’abitazione dei Suzushiro.

Con tutte queste domande irrisolte, la struttura portante di Soil, il suo scheletro più visibile non può che essere quello del whudoit in cui il lettore è chiamato a seguire le vicende negli investigatori e cercare di capire cosa sia successo in quella tumultuosa notte del black out, muovendosi sempre in bilico tra delitto e paranormale. Il parallelismo con Twin Peaks che pare inevitabile in ogni discorso riguardante Soil in effetti è calzante, anche se i motivi per apprezzarlo vanno oltre le sole suggestioni lynchiane.

Kaneko è particolarmente bravo nella gestione del ritmo. Sballotta il lettore di qua e di là, avanti e indietro nel tempo seminando improvvisi flashback. Dopo di che sposta la narrazione da un punto all’altro di Soil e utilizza i personaggi per raccontare più punti di vista dello stesso evento, salvo poi farci scoprire che il suo sergente Yokoi aveva già intuito ciò di cui noi lettori siamo stati spettatori privilegiati usando semplicemente la logica. Per seguendo una formula ben collaudata nel giallo, ovvero spostare costantemente l’attenzione su una cerchia di sospettati – che in questo caso include praticamente l’intera cittadina – in seguito all’emersione di nuovi dettagli, Soil è comunque in grado di spiazzare ogni volta che si gira pagina, mettendo costantemente in dubbio legami e cause che si davano ormai per acquisiti.

Soil manga 2

Come intuibile fin dalle prime pagine, dietro la perfezione apparente di Soil New Town si nasconde molto altro. Ancora una volta il tema di per sé non è particolarmente originale, il crimine violento in una piccola comunità rispettabile che alza il coperchio su una rete di bugie e torbidi segreti, ma la sua messa in scena riesce ugualmente a sorprendere. Perché dopo l’inevitabile scoperta che a Soil le cose non vanno bene come sembra, dopo le ovvie antipatie, i dissapori, i difetti e i pregiudizi, dopo insomma la comparsa di quelle normali pulsioni umane che per quieto vivere ci sforziamo di mimetizzare, inizia a venire a galla molto di peggio. Senza remore nel toccare temi apertamente disturbanti.

Lo scarto oltre alla semplice metafora del “nessuno in fondo è normale” è piuttosto drastico. Il concetto di normalità non viene semplicemente negato, ma finisce sul banco degli imputati. A Soil l’ostentata adesione ai canoni sociali non è semplicemente una maschera, ma un alibi dietro cui nascondere nefandezze, cattiverie e perversioni. L’atto d’accusa verso la società giapponese descritta come perbenista, bigotta e razzista è spietato. Gli abitanti di Soil diffidano di chiunque venga da fuori, tutti i visitatori esterni sono considerati impuri intenzionati a sporcare la (apparentemente) perfetta quiete sociale della cittadina. Anche i Suzushiro, nonostante le cortesie dei vicini, erano considerati alla stessa stregua, mai veramente accettati come parte della comunità. Eppure quando a seguito della loro scomparsa la vita degli abitanti finisce sotto la lente d’ingrandimento l’inganno non regge che poche ore di fronte alla tensione, sgretolandosi sotto l’urto di accuse, sospetti e delazioni. Ma quello è solo l’inizio, le verità nascoste che la cittadina di Soil dovrà accettare richiederanno un dazio molto più alto. Della purezza di Soil non resta più nulla già alla fine del primo volume, mentre spetterà proprio agli agenti di polizia venuti da fuori il compito di cercare un (?) colpevole tra le macerie morali della città.

Nonostante la drammaticità degli eventi però il tono è sempre più grottesco che tetro, merito di un nutrito cast di personaggi tutti piuttosto sopra le righe attraverso i quali Kaneko continua la sua demolizione metodica delle convenzioni sociali. Non a caso il suo protagonista, il sergente Yokoi, è cinico, sessista, ossessionato dagli odori del suo corpo che costantemente controlla in pubblico, indugiando senza vergogna tra ascelle e parti intime. Eppure Yokoi è trasparente, celebra alla luce del sole comportamenti disdicevoli che tutti compiono nel privato delle loro case e proprio questa sua liberazione dagli stereotipi gli consente di leggere nell’intimità gli animi dei cittadini di Soil come alla sua più timida e morigerata collega non riesce. Ma si fatica comunque a empatizzare con un uomo così viscido, arrogante e perennemente sudato che ad ogni vignetta mette a dura prova la nostra capacità di andare oltre l’apparenza.

Soil manga 3

Parlando di apparenze, Soil sorprende anche nello stile grafico usato da Kaneko, parecchio lontano da quello a cui la produzione manga ci ha abituato. Le linee sono piene, spesse, le vignette esplodono di dettagli, le tavole a un primo sguardo potrebbero essere confuse con quelle di un autore underground americano. Abbonda il bianco perché l’uso dei retini è centellinato, ma non gli spazi vuoti. Una maestria tecnica a cui si affianca una invidiabile padronanza del mezzo che emerge nella grande varietà di prospettive, nella variazione nella struttura della gabbia usata per dosare il ritmo e nel geniale uso di una miriade di piccoli baloon onomatopeici a cui viene affidato spesso un importante ruolo narrativo.

Anche se da ormai una quindicina d’anni ormai trascuro il manga in favore di altri generi, mi sembra si possa affermare senza grossi timori di smentita che Soil sia piuttosto lontano dai manga a cui siamo abituati, sia per stile che per tematiche. Il che non deve assolutamente essere inteso come una considerazione positiva o negativa circa il suo valore, quanto piuttosto come un suggerimento per chi di solito fatica a trovare nei manga storie o immagini in grado di incontrare i suoi gusti.

In questi giorni è uscito il terzo degli undici volumi che compongono l’opera. Sto aspettando di capire di capire se avrò a breve l’occasione di fare un salto in fumetteria o se affidarmi al rito dell’attesa del pacco ordinato online. Non ho invece nessun dubbio sul fatto che una volta entrato in casa il nuovo volumetto di Soil balzerà in cima alla pigna delle letture, come d’altra parta è accaduto al precedente dopo aver divorato il primo. La riprova, almeno per quanto mi riguarda, che il mistero della famiglia Suzushiro e il vaso di Pandora spalancato dalla loro sparizione stia dando vita a uno dei racconti più intensi ed interessanti dell’anno, a prescindere da forme e stili.



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Claudio Magistrelli

Pessimista di stampo leopardiano, si fa pervadere da incauto ottimismo al momento di acquistare libri, film e videogiochi che non avrà il tempo di leggere, vedere e giocare. Quando l'ottimismo si rivela ben riposto ne scrive su Players.

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5 Comments

  1. Sono completamente d’accordo, bella recensione! Purtroppo è diventato trimestrale e il 4 uscirà a maggio :(

    Segnalo un po’ di refusi nel pezzo, oltre al fatto che il sergente si chiama YoKoi! :D

    1. Mi accorgo ora che sul terzo volume è indicato aprile come mese d’uscita del numero successivo: è stata annunciata altrove la variazione?

      1. Ciao! Non credo l’abbiano annunciato, ma so per certo che è diventato trimestrale. Grosso errore a parer mio. Sul sito Panini è nella checklist di maggio.

        1. Ciao! Ah, ok, pensavo di essermi perso qualcosa. Gran peccato.
          Grazie comunque!

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